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Doro, quando la pizza è gourmet E ne spunta una con la bagnacauda

di Vincenzo D’Antonio
 
30 novembre 2018 | 09:55

Doro, quando la pizza è gourmet E ne spunta una con la bagnacauda

di Vincenzo D’Antonio
30 novembre 2018 | 09:55
 

Siamo a Macerata Campania, popoloso comune in provincia di Caserta. Attività prevalente da tempo immemore, fastosa nel periodo borbonico, poi in dismissione e adesso in ripresa è il business della canapa sativa.

E a Macerata Campania, sensibile al richiamo forte delle radici, torna e intraprende, il prode pizzaiolo Luca Doro. Prima giramondo, con puntate nei cinque continenti, poi stanziale per qualche anno a New York, eccolo al timone della sua nuova pizzeria a cui ha voluto dar nome Pizzeria Doro Gourmet. Non più solo take away, divenuto servizio ancillare, sebbene sempre di successo, bensì locale luminoso, ben arredato, con servizio di sala garbato e professionale.

(Doro, quando la pizza è gourmet E ne spunta una con la bagnacauda)

Provvidenziali pannelli fonoassorbenti leniscono suoni scaturenti dall’allegro vociare dei clienti che già numerosi ed affezionati, dopo pochi mesi dall’apertura (agosto 2018), frequentano il locale. Gli impasti sono di assoluta eccellenza. A costituire topping e farce, ingredienti di alta qualità, sia locali, con attenzione particolare ai presìdi Slow Food, sia “forestieri”, a manifestare l’attitudine di Luca Doro nel saper fare accorta attività di ricerca. Ossequio genuino e non manierato alle stagionalità. La memoria scova meditati assaggi; tra questi una pizza gradevolissima con tartufo nero irpino e Mortadella Bologna Igp. Ancora, la pizza Abagnale, con pomodoro corbarino candito, fili di peperoncini e salamella dei Mazzoni.

(Doro, quando la pizza è gourmet E ne spunta una con la bagnacauda)

Geniale l’idea di Luca di fare la pizza con la bagnacauda, presentata in occasione del Bagnacauda Day. Qui la contaminazione virtuosa e lodevole con la specialità piemontese ha avuto un ghiotto epilogo con l’utilizzo originale della colatura di alici di Cetara, in procinto di conseguire la Dop. Luca è anche cuoco e le sue divagazioni ai fornelli talvolta, senza che ciò divenga norma, ampliano l’offerta, già di per sé saggiamente non sterminato delle pizze, a pochi piatti di estemporanea esecuzione.

(Doro, quando la pizza è gourmet E ne spunta una con la bagnacauda)

Nell’imminenza (gennaio) dei carri di Sant’Antuono, festività che l’Unesco potrebbe presto iscrivere tra i Patrimoni dell’umanità, Luca ci ha saputo deliziare con un piatto della cucina tipica del suo borgo: la Pastellessa, ovvero la pasta con le castagne lesse. E a chiudere, un dolce anch’esso tipico: loto e lode, costruito intorno al saporito spiccato del loto con aggiunta di ricotta. Buone le birre; ragguardevoli i vini con meritoria attenzione agli autoctoni del territorio, tra essi Pallagrello e Casavecchia di Vigne Chigi. Luca Doro è creativo e possiede grande tecnica: radioso il suo futuro!

Per informazioni: www.facebook.com/doroluca

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