Avere 120 anni e fare di tutto per dimostrarli. È il Ristorante Giannino 1899 di Milano che, rifatto ex novo, ammodernato con un restyling d'autore, torna agli antichi splendori.
Lo fa con una cucina tradizionale milanese - rivista - all'insegna delle materie prime di qualità. «Abbiamo voluto riportare in vita - dice il direttore,
Giuseppe Varrella - l'eleganza di un tempo attorno a due concetti chiave, Milano e tradizione».
Dai fasti della città da bere, appuntamento notturno d'obbligo per calciatori, vip e starlet, alla Milano delle startup, del salone del mobile, dei manager, dei turisti che amano la tranquillità della buona cucina senza salti nel buio e voli pindarici alla ricerca di improbabili gusti macrobiotici. A due passi dalla città del futuro, nata con l'Expo fra Porta Nuova e le stazioni Garibaldi e Centrale, nei pressi del bosco verticale, fra la biblioteca degli alberi e i grattacieli della Regione e di Unicredit, defilato,
Giannino 1899, in via Vittor Pisani ritorna, si consolida e rilancia il piacere per le cose buone. Parte con una cantina fornita di 150 etichette fra le migliori d'Italia e una brigata capitanata dall'executive chef Alessandro Rimoldi, cultore della cucina meneghina. Propone piatti della tradizione reinterpretati in chiave moderna e che punta tutto sulle paste di qualità, fatte in casa.
Due i primi piatti che abbiamo avuto modo di apprezzare; la Pasta al torchio con tonno rosso e pesto di basilico tonnarello e il Cappellaccio di bufala con crema di zucchine. Imperdibile il dolce Omaggio a Milano: Ciambella di cioccolato, panettone liquido, gelato al torroncino e la piccola pasticceria. Prezzi fra i 30 e i 50 euro a mezzogiorno, il doppio per il menu degustazione serale. Come si suol dire, la dimostrazione che la classe non è acqua - da vedere l'American Bar - e che sedersi fra marmi luccicanti, sotto antichi lampadari, è come tornare per qualche ora ai fasti della “Gran Milan”.
Per informazioni:
www.gianninoristorante.it