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Al Fogher di Piazza Armerina Tappa siciliana d’obbligo

di Gianni Paternò
 
16 aprile 2019 | 16:33

Al Fogher di Piazza Armerina Tappa siciliana d’obbligo

di Gianni Paternò
16 aprile 2019 | 16:33
 

Non si può visitare la Sicilia senza visitare Piazza Armerina (En) con la sua Villa romana del Casale e i suoi mosaici e non si può andare a Piazza Armerina senza gustare la cucina del ristorante Al Fogher.

È il 1992 quando Angelo Treno torna al suo paese e rileva un vecchio casello di una ferrovia in disuso, alle porte della città in un paesaggio fatto di boschi di eucalipto. Negli anni lo va restaurando fino alla compagine attuale in un ambiente fatto di pietra, di legno, dai colori caldi, intimi con un coreografico camino che ne accentua l’aria domestica e che ha suggerito il nome.

(Al Fogher di Piazza Armerina Tappa siciliana d’obbligo)
Angelo Treno

Angelo inizia la sua attività come barman e maître finché non approda in cucina negli anni Settanta; gira l’Europa, impara e fa esperienza, ma specialmente ha l’opportunità di applicare un estro esclusivo, una capacità tecnica spiccata, una passione instancabile. Studia macrobiologia, il comportamento e la trasformazione dei prodotti in cottura, approfondisce e sperimenta, tanto da diventare un vero e proprio precursore dei tempi. Già nel 1986, per esempio, s'inventa un Cappuccino di ceci, oppure nel 1992 gli Spaghetti al cioccolato. Da ammirare il suo enorme coraggio di aprire un ristorante gourmet nella provincia di Enna, la più povera d’Italia, dove la parola gourmet non esisteva nel vocabolario. Angelo si fa contagiare dalle tante dominazioni che hanno governato sull’isola, ciascuna lasciando influenze gastronomiche particolari; le sue pietanze ne assorbono l’essenza e l’ispirazione; i suoi piatti sono ricchi, quasi barocchi in qualche caso, gustosissimi e densi di profumi, “sono come una musica ora jazz, ora blues, ora rock, ora funk”, come ama definirli.

(Al Fogher di Piazza Armerina Tappa siciliana d’obbligo)
Ernesta Tudisco Treno

Ha inoltre la fortuna negli anni ‘80 di conoscere e sposare Ernesta Tudisco che si fa contagiare volentieri, passando dalla sala alla pasticceria in cui rivela competenza ed intuito; il suo motto: “la cucina è scienza, la pasticceria è fantascienza”, le sue preferenze: i dolci al cioccolato in tutte le sue variazioni e la mousse di ricotta, un must del ristorante.

Se fate una ricerca sul web, scoprirete un’infinità di nomi e di immagini dei piatti di Angelo, in quanto in quasi 30 anni di gloriosa attività sono tante le sue opere d’arte, che cambiano di anno in anno, poiché lo chef ama mettersi in gioco continuamente. Il menu è stagionale, con alcune proposte che riscuotono più successo di altre, presenti quasi di continuo. Noi ne abbiamo assaggiate alcune, di cui riportiamo le invitanti immagini e i ghiotti ingredienti senza commentarli singolarmente. Possiamo però dire che tutti hanno rivelato gusti, abbinamenti, fantasia da coinvolgerci piacevolmente e da farci capire perchè tanti sono i clienti che affrontano un viaggio di 300 chilometri per gustare l’ambiente, la cucina e i vini di Al Fogher.

Dopo un paio di amuse bouche, gli antipasti:
  • Battuta di merluzzo con verdello fermentato, cremoso di patate, capperi, olive e fiori
  • Schioppetti di vitello con verdure croccanti, caprino, basilico e gocce di erborinato al marsala

I primi:
  • Cannelloni di Sicilia ripieni di falsomagro e verdure di stagione su vellutata di piacentino Dop
  • Minestra con ristretto di crostacei, fagioli borlotti, muscoli di mare, frammenti di capelli d’angelo e profumi di terra

I secondi:
  • Reale di manzo a lenta cottura su insalata di fagiolini e patate, uovo bio in camicia, salsa di rucola e pinoli
  • un assaggio di Filetto di coniglio servito croccante su cremoso di tenerezze
  • Pollo Bresse ruspante, pesche, distillato di mosto, crema di peperoni gialli

Per dessert:
  • Mousse di ricotta al moscato con croccantino e caramello al miele d’eucalipto, semifreddo di latte condensato e mandorle
  • Pezzo duro (storica torta-gelato siciliana) con riduzione di arance.

Insomma tutta la Sicilia con i suoi colori, sapori e profumi nel piatto. La carta dei vini è da record, comprende non solo siciliani e italiani, anche una vasta selezione dei migliori stranieri, francesi in particolare, fino ad arrivare a Chateau Petrus 2007, una chicca.

(Al Fogher di Piazza Armerina Tappa siciliana d’obbligo)

È nel 2011 che le indiscrezioni davano per scontata per Al Fogher la stella Michelin, che però non è mai arrivata, purtroppo senza alcuna spiegazione. A quanto pare, allora come ogni anno, gli ispettori della guida rossa si sono distratti, penalizzando così la cultura, la passione, la competenza e la fantasia quarantennali di Angelo, e la dedizione, nonché professionalità, di Ernesta.

I prezzi chiaramente risentono della classe e della particolarità di tutta l’offerta, ma alla fine non sono affatto elevati, l’eccellente menu degustazione costa 75 euro ed è una vera cavalcata nella cucina sicula dei Treno. Chiuso la domenica sera e il lunedì.

Per informazioni: www.alfogher.sicilia.restaurant

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