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Video, shopping, big data e menu La ristorazione al passo con i tempi

Il mondo della ristorazione, e diversamente non potrebbe essere, sta evolvendo; lentamente, ma comunque evolve. Si sta finalmente cominciando a comprendere l'importanza dei dati dei clienti. Siano essi reperiti online o offline, diverranno nel breve tempo risorsa fondamentale.

di Vincenzo D’Antonio
03 febbraio 2018 | 09:37
Video, shopping, big data e menu 
La ristorazione al passo con i tempi
Video, shopping, big data e menu 
La ristorazione al passo con i tempi

Video, shopping, big data e menu La ristorazione al passo con i tempi

Il mondo della ristorazione, e diversamente non potrebbe essere, sta evolvendo; lentamente, ma comunque evolve. Si sta finalmente cominciando a comprendere l'importanza dei dati dei clienti. Siano essi reperiti online o offline, diverranno nel breve tempo risorsa fondamentale.

di Vincenzo D’Antonio
03 febbraio 2018 | 09:37
 

Il mondo della ristorazione, e diversamente non potrebbe essere, sta evolvendo; lentamente, ma comunque evolve. Si sta finalmente cominciando a comprendere l'importanza dei dati dei clienti. Siano essi reperiti online o offline, diverranno nel breve tempo risorsa fondamentale.

Il loro scopo sta nel comprendere e governare le tendenze e per generare relazioni personalizzate.

(Video, shopping, big data e menu La ristorazione al passo con i tempi)

Insomma, dalla community always on, con le sue sfaccettature dovute anche alle appartenenze generazionali, non si potrà prescindere se si vuole trarre articolata soddisfazione e non solo mera sopravvivenza dall’essere ristoratori. Analizziamo quali possono essere gli strumenti, qui in numero di quattro, con i quali entrare necessariamente in confidenza, ovvero conoscerli ed adoperarli senza soggezione e senza ritrosia, onde dare incremento di efficacia alla propria attività.

Il primo strumento da prendere in considerazione è il video. Ovvero la capacità, che diverrà naturale proprio con la sopraggiunta confidenza, di fare video atti a trasmettere, a distanza, surrogati di esperienze che poi vorranno essere vissute on site dalla clientela. Pensiamo al video girato quando ci si reca a fare la spesa al mercato, quando ci si incontra con i produttori (filiera corta), quando si lavora in cucina nella preparazione delle linee e quando, sempre in cucina, si dà seguito alla comanda e si prepara quel piatto per quel cliente. Ed anche in sala, suvvia, basta con le televisioni ed avanti con gli schermi che raccontano in real time quanto sta avvenendo in cucina e, talvolta, ripropongono immagini salienti di attività vissuta, dolci emozioni facendo emergere.

Secondo strumento: shopping on site, ovvero acquisti effettuati nel locale. Vivere l’intera piacevole esperienza del pranzo o della cena e pensare ad un “just tailored remake” consistente nella riproposizione parziale di questa esperienza in domestica convivialità. Si tratta allora di approvvigionarsi di “quegli” ingredienti (e non altri succedanei) e di quella bottiglia. Per il ristoratore si tratta di sapersi (e volersi) attrezzare al riguardo sia come spazi e logistica, sia come nuovi agreement con alcuni dei propri fornitori.

Terzo strumento: i big data. L’acquisizione e la collazione di dati sia endogeni che esogeni, l’analisi dei quali agevola la corretta visione dello scenario e contribuisce a prendere le decisioni corrette e vincenti. Ne sortisce il “dashboard”, di cui abbiamo già trattato. Si arriverà, ma ciò è scenario del “dopodomani” ad una condivisione di dati, prese le debite precauzioni, tra più ristoratori, in ambiente di trust economy, che capiranno l’ulteriore valore ed i conseguenti ulteriori benefici scaturenti dall’analizzare dati di ancor più ampio spettro.

Quarto strumento: il menu, qui inteso sia come offering, a sua volta frutto di specifica visione d’impresa, sia come supporto che non può e non deve essere solo cartaceo. Menu sempre visionabile su più device e, di certo, sempre aggiornato. Si arriverà a menu frutto di contributi collaborativi tra cuochi e clienti. Si pensi, e vuole essere solo un esempio, alla formulazione condivisa del menu del sunday lunch.

Si direbbe, senza facezia: strumenti, pochi ma buoni (!) e, soprattutto, strumenti con i quali, lo si ribadisce, entrare in confidenza, ovvero da adoperare con la naturalezza, e con la gioia aggiungeremmo, con la quale ci si sa muovere, atteso il possesso delle skills, in sala ed in cucina.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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