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Come cambia l'aperitivo milanese Prenotazioni e locali meno modaioli

Nel capoluogo i giovani riscoprono posti prima meno frequentati per allontanarsi dagli assembramenti e ricercare più tranquillità. Alcuni dei locali richiedono anche venga effettuata la prenotazione.

 
23 maggio 2020 | 11:01

Come cambia l'aperitivo milanese Prenotazioni e locali meno modaioli

Nel capoluogo i giovani riscoprono posti prima meno frequentati per allontanarsi dagli assembramenti e ricercare più tranquillità. Alcuni dei locali richiedono anche venga effettuata la prenotazione.

23 maggio 2020 | 11:01
 

A causa dell’emergenza coronavirus e delle conseguenti disposizioni anti assembramento anche la movida cambia radicalmente. La Fipe con un appello alla vigilia del primo weekend di aperture aveva raccomandato ai gestori dei locali massima responsabilità e una promozione della “sana” movida. Il bisogno di distanziamento e la volontà di evitare assembramenti consente ad alcuni locali meno in voga prima del covid di rilanciarsi.

Come cambia l'aperitivo milanese Prenotazioni e locali meno modaioli

Movida milanese post-covid

Più tranquillità, meno folla con l’idea di far prenotare anche l’aperitivo oltre al pranzo e alla cena come ormai quasi obbligatorio dappertutto. Il Papagayo di via Savona che ha scelto questa strada: «Ho preferito la modalità della prenotazione in tre fasce orarie, dalle 18 alle 21, per garantire il massimo di tutele agli avventori; al massimo si siedono dieci persone per volta», spiega Enzo, il patron.

Poi il Mint di via Casati, simbolo di un buon numero di locali che hanno riaperto nel rispetto delle regole (qui i posti da 70 sono diventati 32, di cui 18 all’esterno): «Noi non abbiamo mai fatto parte della movida, è un ritrovo per persone che cercano la tranquillità, la buona musica e apprezzano i fiori», precisa al Corriere Lucia, anima del locale.

Nella grigia Milano, si riscopre però anche il “verde”, che anche solo psicologicamente riesce a dare maggiore serenità alla clientela. Il Tranvai a ridosso del giardino di Cascina de’ Pomm propone l’aperitivo con vista Martesana e non è un caso che nel primo venerdì sera post-lockdown sia stato il più gettonato con una coda (ordinata) all’ingresso.

«Prima della chiusura avevo a disposizione cento tavoli ora sono 40 con i distanziamenti corretti - dice al Corriere Max, il titolare - qui il relax e la sicurezza non mancano». La Bovisa - come riporta il Corriere - invece resta la grande assente della ripresa: la maggioranza dei titolari hanno scelto di ristrutturare (La Ribalta) o di aspettare ancora qualche tempo come il Rob de Matt e lo Spirit de Milan.

Ha invece ripreso utilizzando alcuni tavoli all’esterno il Millemisture all’Isola (via Ugo Bassi 20) un ex ristorante che ha privilegiato la strada da purista con una lista cocktail da abbinare a varianti di club sandwich. A Nolo invece sono aperti lo storico Bar Tender e la Caffineria, entrambi in piazza Morbegno, nucleo del quartiere a nord di Loreto, su cui si affacciano altri locali come il Ghe Pensi Mi. Tranquillità garantita, anche perché molti degli adepti del Nolo Social district (quasi 10mila) per il momento continuano a incontrarsi su Facebook.

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