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Niente cassa integrazione in deroga L'Inps latita e le banche ... pure

Una circolare dell'Abi dovrebbe avrebbe sbloccato l'iter che finora era fermo perche l'INPS non ha approvato i decreti. A oggi solo 7mila persone sono state pagate. Senza l'obbligo del modello SR41 si dovrebbe recuperare il pauroso ritardo di Regioni e Inps. In caso contrario il ministro del Lavoro si deve dimettere.

di Alberto Lupini
direttore
 
29 aprile 2020 | 08:30

Niente cassa integrazione in deroga L'Inps latita e le banche ... pure

Una circolare dell'Abi dovrebbe avrebbe sbloccato l'iter che finora era fermo perche l'INPS non ha approvato i decreti. A oggi solo 7mila persone sono state pagate. Senza l'obbligo del modello SR41 si dovrebbe recuperare il pauroso ritardo di Regioni e Inps. In caso contrario il ministro del Lavoro si deve dimettere.

di Alberto Lupini
direttore
29 aprile 2020 | 08:30
 

L’Abi, l’associazione delle banche, ha avvertito da giorni le banche che così non va bene: basta melina sull’anticipo della cassa integrazione in deroga (Covid-19). Va pagata subito senza allungare i tempi e senza chiedere documenti, come l'introvabile modello SR41. Ma cosa hanno fatto finora le banche? Praticamente nulla, continuano a tergiversare, così come prendono tempo sui finanziamenti alle piccole medie imprese a cui in alcuni casi chiedono anche garanzie personali su moduli in cui non si accenna neanche alle garanzie dello Stato previste dai decreti governativi. Per carità in qualche caso c'è un qualche segnale positivo, ma nella maggior parte dei casi, poichè la responsabilità penale su eventuali mancati rimborsi dei finanziamenti ricade su di loro (anche se garantisce lo Stato), molti istituti di credito vanno coi piedi di piombo e si affidano ad istruttorie di tipo tradizionale che comportano tempi lunghi ...



Eppure, accelerare i tempi e permettere l’accredito in conto corrente da parte delle banche della cig (in deroga) in sostituzione dello stipendio dei lavoratori, stante il pauroso ritardo di Regioni e Inps, sarebbe un modo per cercare di alleggerire le preoccupazioni di centinaia di migliaia di famiglie che lavorano nei pubblici esercizi e nei servizi. Un adempimento reso complicato anche dal fatto che le banche restano a ranghi ridotti nelle filiali, dove non c’è praticamente nessuno, se non sono addirittura chiuse. Un servizio essenziale che però lavora poco, e questa è una delle tante cose che non sono comprese nel nuovo decreto di Conte.

Ma torniamo alla circolare dell’Abi che è del 23 aprile. Questa chiariva un aspetto importante per velocizzare l’accredito sul conto corrente dei lavoratori richiedenti l’anticipo della cassa integrazione Covid-19. Le banche associate ora non devono più richiedere al lavoratore il modello SR41, che dovrebbe essere trasmesso all’Inps dal datore di lavoro, in cui sono rendicontate le ore effettive di sospensione dal lavoro, nonché per comunicare i dati per il pagamento diretto dall’ente previdenziale. La richiesta delle banche del modello SR41, va ricordato, era assolutamente legittima perché era prevista nella convenzione stipulata il 30 marzo 2020 da Abi, Governo e sindacati, ma assurda vista i tempi paurosi con cui lavorano Regioni ed Inps.

Purtroppo l’Inps rilascia il modello SR41, solo dopo aver ricevuto il decreto e l’elenco dei beneficiari dalla Regione (nel caso della cassa integrazione guadagni in deroga). Ora a sostituire il modello SR41 sarà una dichiarazione firmata dal lavoratore contenente l’impegno di indicare nell’SR41 gli estremi del conto corrente per il pagamento diretto.

Cassa integrazione in deroga

Domande decretate dalle Regioni pervenute (23 aprile)

81.152

Domande autorizzate

36.855

Domande pagate

4.120

Beneficiari

8.463

La questione vera è che questo blocco delle banche si aggiungeva in coda alla sostanziale immobilità dell’Inps sulla cassa integrazione in deroga. Un dato per tutti. Dai 4.149 lavoratori che al 23 aprile dovrebbero avere ricevuto l’indennità (il condizionale resta d’obbligo), a oggi dovremmo essere passati a 7072 persone in tutta Italia, di cui non una sola in Lombardia.  Dato che in un’altra tabella, peraltro, sempre dell’Inps (e sempre nella stessa pagina), si rettifica a 8.463. E già questo da un'idea della estrema inefficienza di questa gestione.

Qualche piccolo passo, quasi impercettibile sembra essere stato fatto, ma in verità la platea degli aventi diritto è vastissima e a questi ritmi nemmeno a Natale potrebbero essere state approvate tutte le pratiche. Va bene l’emergenza, e va bene l’incapacità di alcune strutture regionali a fare fronte a un lavoro ordinario, figuriamoci in una situazione straordinaria e drammatica come questa, ma ora davvero la pazienza si sta esaurendo per tutti. È tempo di regolarizzare queste situazioni o di dimettersi, in Regione come all'Inps. In caso contrario c'è una sola soluzione: le dimissioni del ministro del Lavoro e del presidente dell 'Inps. Che siano compagni di partito, e sodali in incompetenza, è solo un'aggravante.


Cassa integrazione in deroga ripartita per singole regioni

Numero

Regione

Domande Decretate Regione

Domande Autorizzate INPS

Domande Pagate

Beneficiari Pagati

Primo invio flusso

33192

EMILIA ROMAGNA

3449

2622

64

142

10/04/2020

33192

LOMBARDIA

765

260

0

0

21/04/2020

33192

VENETO

6972

2444

104

179

10/04/2020

33193

ABRUZZO

113

36

0

0

14/04/2020

33193

BASILICATA

577

399

154

330

09/04/2020

33193

CALABRIA

1731

614

32

59

14/04/2020

33193

CAMPANIA

8999

6039

921

1987

09/04/2020

33193

FRIULI VEN. GIULIA

387

306

95

187

03/04/2020

33193

LAZIO

30840

5977

633

1282

02/04/2020

33193

LIGURIA

3790

2223

62

119

14/04/2020

33193

MARCHE

6411

4913

599

1242

14/04/2020

33193

MOLISE

102

74

3

8

08/04/2020

33193

PIEMONTE

704

465

28

59

10/04/2020

33193

PUGLIA

2111

1451

483

1029

08/04/2020

33193

SARDEGNA

428

252

0

0

23/04/2020

33193

SICILIA

13

0

0

0

22/04/2020

33193

TOSCANA

2836

1401

100

181

07/04/2020

33193

UMBRIA

937

675

133

248

09/04/2020

33193

VALLE D'AOSTA

453

274

16

20

15/04/2020

 

ITALIA

71.618

30.425

3.427

7.072

 

fonte: INPS - aggiornamento del  27 aprile

 

 

 

 

 

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