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Ristoratori, altre proteste In 100 da Conte per le riaperture

13 gennaio 2021 | 16:23
 

Ristoratori, altre proteste In 100 da Conte per le riaperture

13 gennaio 2021 | 16:23
 

I ristoratori non ci stanno più e si mobilitano autonomamente sempre per far sentire le proprie ragioni. Abbiamo raccontato della mobilitazione che è nata sotto l’hashtag #ioapro mentre adesso è il turno di cento ristoratori campani che - con il nome di "Movimento spontaneo italiano" - si sono messi in auto sulla Napoli-Roma e procedono a 50 all’ora bloccando la circolazione. La meta? Palazzo Chigi per parlare con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Le ragioni che hanno portato i ristoratori a intraprendere questa azione sono state riassunte in una lettera scritta di loro pugno rivolta allo stesso Conte.

«Le scriviamo - si legge nel comunicato - per sottoporre alla sua autorità di Presidente del Consiglio dei Ministri e rappresentante del potere esecutivo,il moto spontaneo di forte disagio della categoria Horeca. Nella piena consapevolezza della necessità di affrontare l’evolversi della pandemia in atto, con la completa adesione a tutti i presidi suggeriti dalle autorità, ci troviamo oggi senza il dovuto, necessario sostegno sia legislativo sia economico".

«Ad oggi - continuano i cento ristoratori - possiamo senza ombra di dubbio affermare che la penalizzazione della nostra categoria non ha influenzato minimamente l’andamento della curva epidemiologica, con l’unico risultato certo della chiusura definitiva di diverse imprese. Obiettivo comune è quello di fare fronte a due grandi questioni: la pandemia e la crisi economica che purtroppo sono sullo stesso piano, a tale scopo».

Da qui, l'elenco delle richieste da presentare al presidente Conte:

1) Apertura degli esercizi, già da tempo adeguati alle norme di sicurezza Covid, fino alle 24 incluso il sabato e domenica.

2) Un abbattimento delle imposte e tasse di tutto il 2020 e per tutto il 2021.

3) Annullamento degli oneri fiscali, tributari, contributivi e condoni degli anni precedenti, il cui onere non può ricadere sui prossimi esercizi che vedranno una forte contrazione del mercato.

4) Il reale accesso al credito bancario agevolato e finanziamenti a fondo perduto.

5) Il riconoscimento di un indennizzo immediato per i costi fissi di impresa (fitti e componenti energetiche).

6) L’assorbimento degli oneri contributivi del personale, da parte dello Stato per i prossimi tre anni.

7) Allargamento della fascia protetta anche per gli over 30.

8) Accettazione obbligatoria per i proprietari del credito di imposta per i canoni di locazione.

9) Riconoscimento di un indennizzo minimo anche per le attività aperte dal primo gennaio 2019, indipendentemente dal fatturato, e finora escluse da qualsiasi ristoro.

10) Riconoscimento di ristori anche per fondamentali indotti del settore, quali le aziende vinicole e casearie.

In alternativa, seguendo l’unico modello che ha dato certezza del raggiungimento dell’obiettivo prefissato (ossia: la discesa curva epidemiologica), i ristoratori chiedono la chiusura di tutte le attività, non solo quelle del comparto Horeca, con erogazione anticipata sui conti correnti dei costi fissi delle aziende. Necessaria, infine, la programmazione di questi provvedimenti con esponenti delle varie categorie coinvolte.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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