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Frantoi, oliveti, musei e piatti tipici Il turismo può ripartire dall’olio

Con la legge sull’oleoturismo in corso di approvazione, l’Italia scopre un altro potenziale fino ad ora poco sfruttato. Il 69% degli italiani vorrebbe fare una vacanza incentrata sull'olio. La sinergia con vino ed enoturismo permetterebbe ai due settori di viaggiare a braccetto sostenendo il mondo dell'accoglienza.

di Mariella Morosi
05 agosto 2020 | 08:30
Frantoi, oliveti, musei e piatti tipici 
Il turismo può ripartire dall’olio
Frantoi, oliveti, musei e piatti tipici 
Il turismo può ripartire dall’olio

Frantoi, oliveti, musei e piatti tipici Il turismo può ripartire dall’olio

Con la legge sull’oleoturismo in corso di approvazione, l’Italia scopre un altro potenziale fino ad ora poco sfruttato. Il 69% degli italiani vorrebbe fare una vacanza incentrata sull'olio. La sinergia con vino ed enoturismo permetterebbe ai due settori di viaggiare a braccetto sostenendo il mondo dell'accoglienza.

di Mariella Morosi
05 agosto 2020 | 08:30
 

Oleoturismo ed enoturismo, il turismo dell'olio e del vino, le due grandi identità del nostro Paese, sono state finalmente equiparate dal punto di vista normativo dalla Legge di Bilancio 2020. Ora anche il settore dell'oro verde, tre anni dopo quello del vino, potrà godere degli incentivi previsti per i produttori dei mille territori olivicoli del nostro Paese. Sia i turisti del vino (in Italia sono 3 milioni con un giro d'affari di 4,5 milioni) che quelli dell'olio hanno voglia di calarsi nella realtà dei nostri territori, una straordinaria esperienza di incontri e culture.

Oleoturismo, nuova frontiera di business - Frantoi, oliveti, musei e piatti tipici Il turismo può ripartire dall’olio

Oleoturismo, nuova frontiera di business

Nessuna competizione tra i due settori, uniti da un legame che va potenziato e valorizzato. Inoltre non c'è regione italiana che non produca vino e contemporaneamente olio, per antica tradizione e seppur con quantità e tipologie diverse. Già in alcune regioni si incrociano iniziative come nelle strade del vino e dell'olio, e nel prossimo futuro, grazie alla nuova legge, la collaborazione sarà maggiore. Manca però ancora l'ultimo passo per completare l'iter normativo e a darle operatività sarà il decreto attuativo, illustrato al Senato e presentato al ministero delle Politiche Agricole e Forestali.



I contenuti hanno impegnato a lungo il senatore Dario Stefàno, da sempre attento ai temi dell'agroalimentare, e l'Associazione Nazionale Città dell'Olio, che dal 1994 riunisce 330 soci tra comuni, province, comunità montane e Camere di Commercio di territori a vocazione olivicola. Il documento precisa e qualifica il livello dell’accoglienza nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato e promuove l’oleoturismo quale settore dotato di specifica identità, garantendo anche la valorizzazione delle produzioni olivicole. Soprattutto contiene le linee guida e i requisiti e standard minimi di qualità per lo svolgimento dell’attività oleoturistica. L'impianto normativo, su temi come qualità, sostenibilità, formazione e promozione, avrà valenza nazionale per evitare il rischio - come ha sottolineato il senatore Stefàno - che sullo stesso tema le regioni deliberino in modo differenziato lasciando delle griglie troppo ampie, come è avvenuto nel settore agrituristico.

Frantoio antico - Frantoi, oliveti, musei e piatti tipici Il turismo può ripartire dall’olio
Frantoio antico

Sarà anche necessaria la nascita di un osservatorio per ottenere dati aggiornati ed elementi statistici essenziali per programmare politiche economiche. Tutti gli elementi raccolti sarebbero poi trasferiti in un report annuale. Per oleoturismo si intendono così tutte quelle attività finalizzate alla conoscenza dell’olio d’oliva, espletate direttamente presso i luoghi di produzione e i frantoi, con il vantaggio di promuovere un rapporto diretto tra consumatori e produttori, facilitando la conoscenza dei processi produttivi e delle qualità organolettiche dell’extravergine. Per questo sono già in atto e verranno sviluppate ulteriormente, le sinergie tra l'Associazione Nazionale delle Città dell'Olio e il Movimento Turismo del Vino, attivissimo dal 1993 che diede il via a manifestazioni di successo come Cantine Aperte e Calici sotto le stelle.

Ma ancora prima, nel 1987 era nata l'Associazione Nazionale delle Città del Vino, altrettanto attiva nella promozione dei territori enoici. Anche l'oleoturismo è un'esperienza personale di esplorazione e scoperta, oltre che di degustazione. Il modo di concepire il viaggio, sempre più green, oggi ha favorito il successo di questo fenomeno. Negli ultimi anni è diventato infatti un vero e proprio modo di fare vacanza, generalmente più breve che in passato. Si fa in ogni momento dell’anno, e soprattutto nei tempi legati alle attività agricole, come vendemmia o raccolta delle olive ed è finalizzata, più che al relax, alla scoperta di nuovi luoghi attraverso esperienze particolari ed emozionali. Non basta gustare un prodotto, ma si vuole far parte del contesto sociale e territoriale ed in più consente di potenziare il turismo in località e borghi poco conosciuti.

Secondo la ricerca che l'Associazione delle Città dell'Olio per il suo 25° anniversario commissionò alla presidente dell'Associazione Italiana turismo Enogastronomico Roberta Garibaldi , il 69% dei turisti italiani desidera prendere parte ad un’esperienza basata sulla produzione dell’olio ma solo il 37% vi ha effettivamente partecipato. Inoltre, al 61% piacerebbe partecipare alla raccolta delle olive e anche produrre il proprio olio. Sono dati confermati ed approfonditi nel nuovo rapporto elaborato dalla stessa autrice sul tema delle esperienze turistiche legate all'olio, dal titolo "Turismo dell'olio, profilo, comportamento di viaggio e desideri". Secondo la ricerca, illustrata al Senato in occasione della presentazione del decreto attuativo, a differenza del turismo del vino fortemente incentrato sulle visite alle cantina, i turisti dell'oro verde hanno a disposizione un maggior numero di opportunità, come le visite ai frantoi per vedere la lavorazione dell'olio o per acquistarlo.

Roberta Garibaldi, Dario Stefano, Donato Taurino, MIchele Sonnessa - Frantoi, oliveti, musei e piatti tipici Il turismo può ripartire dall’olio
Roberta Garibaldi, Dario Stefano, Donato Taurino, Michele Sonnessa

Ma c'è anche l'interesse per i frantoi ipogei e storici e quello per tutto un mondo correlato. Ci sono le visite agli oliveti e agli olivi centenari, alle dimore storiche che hanno produzione di olio, alle enoteche e ai musei dedicati all'olio. Si possono fare le cene tra gli ulivi molto apprezzate anche con le regole sul distanziamento imposte dal dopo pandemia, o attività didattiche come assistere alla raccolta delle olive. Tante le attività che ruotano intorno alla degustazione e alla commercializzazione anche nei ristoranti, dove se ne possono degustare varie qualità abbinate a diversi piatti. I dati dimostrano quanto il tema della narrazione di un prodotto sia centrale.

«Secondo gli elementi acquisiti, il tema del valore del nostro patrimonio agroalimentare - ha detto Roberta Garibaldi - dovrà essere maggiormente sviluppato nel prossimo futuro, anche grazie al digitale che apre possibilità prima impensabili. Stiamo anche collaborando con la Spagna per un'analisi comparativa delle rispettive offerte oleoturistiche per approfondire il livello delle loro strutturazioni in termini di tipologie ed esperienze, impatto economico dei servizi turistici e profilo dei visitatori».

La prima regione italiana ai vertici produttivi è la Puglia per cui l'olio, come il vino e agli altri prodotti della terra e dell'allevamento, un forte elemento di attrattività anche per la continua crescita sul versante qualitativo. Può vantare nel suo territorio 50 milioni di olivi, 50 varietà di olive, 5 Dop e 900 frantoi, come sottolinea Donato Taurino, presidente del Movimento Turismo dell’Olio Puglia. Il prodotto tipico vino o olio diventa così occasione per conoscere e valorizzare un territorio e favorirne lo sviluppo, in un panorama contemporaneo e la nuova legge tanto attesa potrà contribuire alla promozione dei mille territori che caratterizzano la nostra produzione olivicola.

Ma la Puglia produce anche ottimi vini e gran parte delle aziende punta anche sull'olio, con risultati economici importanti. «I terreni sono gli stessi - dice Sebastiano De Corato, vicepresidente del Movimento Turismo del Vino e responsabile del Progetto Olio - ed entrambi i prodotti e il nuovo interesse che suscitano, insieme a quello delle tante biodiversità del nostro paniere agroalimentare, possono costituire un grande fattore di crescita per tutti i territori italiani».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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