Nelle officine si riparano motori ovvero, a dirla diversamente, si provvede a che organi meccanici riprendano il loro funzionamento, dopo manutenzione oppure dopo riparazione. Ed in questa Officina del quartiere Appio Latino, un pub nel tempo passato ed oggi in riposizionamento di offerta come ristorante e pizzeria, si viene volentieri, allegro e civettuolo l’ambiente, per sottoporsi ad un tagliando di piacevolezza gastronomica. Collaudi periodici per essere certi che quel motore delicato e magico che si chiama organismo sia sempre ghiottamente rombante.
Due sale comunicanti e spazio all’aperto per un totale di circa ottanta posti. Tavoli e sedie originali talvolta creativamente ricavati da pezzi di carrozzeria di automobili italiani che concorsero alla mitica prima motorizzazione dell’Italia felice degli anni del boom economico. Due fratelli, ben affiatati, i patron: Alfredo e Mario Arcangeli. Vistosa e gradita ai tanti clienti, la loro competenza e la loro passione.
Oculata la scelta dei fornitori. La carne proviene dalla macelleria Sartor di Testaccio, la pasta è del pastificio Mancini, il pane è di Bonci. Piccoli ed affidabili fattorie laziali per i quotidiani approvvigionamenti di uova e verdure. La pizza, molto buona, è cotta in forno a gas.
E per la pizza i fratelli Arcangeli si sono affidati alla consulenza di Marco Lungo, noto esperto del settore. Casuale quanto gradita la sua presenza, cliente tra clienti e ne approfittiamo: «Per Officina ho realizzato una pizza i cui condimenti siano ben accompagnati dalla birra ma che abbiano anche quell’importanza qualitativa che distingua comunque il prodotto nel panorama romano. Quindi, nessun compromesso a livello di materie prime, a partire dalla Farina Gatti, una Tipo 1 italiana certificata senza additivi, al fiordilatte che viene realizzato con una mia ricetta in un caseificio nella zona agerolese, al pomodoro San Marzano di una piccola azienda agricola, all'uso della Biga Lungo per realizzare un impasto indiretto, fino alla ricerca degli abbinamenti che rendano la pizza spesso più digeribile di quanto possa sembrare in prima istanza. I condimenti non sono sempre comuni e sono descritti con semplicità, in quanto odio le descrizioni roboanti degli ingredienti con nomi e marchi sovente ingannevoli. Di più. A questa pizza non do neanche una definizione del tipo "classica", "romana", "napoletana" o altro; è la pizza che a me piace come idea di pizza moderna, e che mi auguro piaccia così anche al pubblico di Officina». Dichiarazione impegnativa quanto meritoriamente responsabile questa di Marco Lungo.
Naming simpatico ispirato alla meccanica. Solo meditati assaggi e citiamo la pizza Martello con topping costituito da fiordilatte, porcini e tartufo, la pizza Vite (cipolla, fiordilatte, gorgonzola, guanciale, parmigiano-reggiano, patate) e la pizza Sfiammata, per gli amanti del peperoncino. Quello adoperato per la Sfiammata è il Carolina Reaper, il peperoncino più piccante al mondo.
Dal reparto pizzeria al reparto ristorante. Ottime le Mezze maniche alla gricia, di precisa esecuzione i Tonnarelli cacio e pepe con scampi e lime, gradevolissimi gli Gnocchi di patate con pesto di pistacchi e burrata. Saporiti e preparati con vera competenza i burger, qui non solo di carne ma anche di pesce e di verdure. Ampia scelta di birre, oculate proposte di buoni vini. Dulcis in fundo, un eccellente tiramisù servito in barattolo di vetro. Insomma una scoperta piacevole ed interessante, questa Officina che coccola, roda e manutiene il più prezioso dei motori!