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Dai campi da rugby alla cucina A Roma tre amici aprono "Almatò"

Al ristorante aperto da tre giovani rugbisti, lo chef Tommaso Venuti propone piatti secondo la regola dei tre elementi, ovvero non più di tre ingredienti nel piatto. In carta un'ottantina di vini.

di Mariella Morosi
 
27 gennaio 2020 | 12:20

Dai campi da rugby alla cucina A Roma tre amici aprono "Almatò"

Al ristorante aperto da tre giovani rugbisti, lo chef Tommaso Venuti propone piatti secondo la regola dei tre elementi, ovvero non più di tre ingredienti nel piatto. In carta un'ottantina di vini.

di Mariella Morosi
27 gennaio 2020 | 12:20
 

Ci vogliono passione e un grande amore per la cucina per decidere di aprire un ristorante. Lo hanno fatto tre giovani rugbisti, Tommaso Venuti, Alberto Martelli e Manfredi Custurieri, uniti anche dal fascino della palla ovale, ben consapevoli di una sfida tutta da affrontare e dividendosi ruoli e responsabilità. È nata così nel quartiere Prati la nuova insegna Almatò, che altro non è che la sintesi dei loro nomi.

Manfredi Custurieri, Tommaso Venuti e Alberto Martelli (Una cucina che vuole stupire da Almatò, in zona Prati a Roma)

Manfredi Custurieri, Tommaso Venuti e Alberto Martelli

Lo chef è Tommaso Venuti, già con un bagaglio di tutto rispetto: Alma, la Scuola internazionale di Cucina italiana, la frequestazione di grandi maestri della cucina come Marcus Wareing a Londra, Antonino Cannavacciuolo del Villa Crespi Relais & Châteaux (Orta San Giulio, No) e Heinz Beck (La Pergola, Roma).

«Nei quattro anni trascorsi a La Pergola - dice il giovane chef - posso dire di aver imparato il mestiere di cuoco, inteso non solo come filosofia culinaria ma anche come gestione di una cucina e di un ristorante». E così ad un cento punto, sostenuto dagli altri due soci, Martelli e Custurieri, che si sono assunti rispettivamente i ruoli di sommelier e di responsabile di sala, ha capito che poteva finalmente esprimersi secondo la sua idea di cucina, valorizzando al massimo la materia, estraendone tutto il gusto e presentando il piatto con equilibrio e leggerezza, ma anche con armonia di forme e di colori. Limitato nel piatto il numero di ingredienti, al massimo tre, sempre riconoscibili singolarmente seppure con cotture diverse e complessità di esecuzione.

Ravioli di coda (Una cucina che vuole stupire da Almatò, in zona Prati a Roma)
Ravioli di coda

Contenuto, in tutte le sue voci, è il menu, con un massimo di cinque proposte. Importante per lo chef è il rapporto con il commensale: ha in mente di coinvolgerlo in una specie di gioco, ingannando il suo palato, sul genere "niente è come sembra" sul contenuto del piatto. «Vorrei fare una piccola provocazione - dice - quasi un momento di rottura tra ciò che l'occhio immagina e la reale percezione del sapore, tra quello che sembra e quello che è davvero. È una delle piccole pillole che vorrei mettere in programma per sollecitare l'attenzione sul nostro modo di fare cucina».

Questi i piatti del menu che abbiamo provato all'inaugurazione del locale: Cappuccino in tazza con polpo e patate abbinato a un Franciacorta Brut Camillucci; Scampi radicchio e radici con un Riesling Trocken Bassermann Jordan; leggerissimi Ravioli di coda con un Bourgogne Roncevie Domaine Arlaud; Anatra, patata viola, cipollotto e lavanda con un Chianti Classico Gran selezione Villa Rosa; infine un'interpretazione di Tiramisù con un Verdicchio Passito dei Castelli di Jesi Garofoli.

L'arredo del locale è minimal, con colori sobri (Una cucina che vuole stupire da Almatò, in zona Prati a Roma)
L'arredo del locale è minimal, con colori sobri

Altri piatti, in carta, spaziano dalla terra al mare come Polpo con zucca, semi e caprino; Tartare di manzo con sfoglia, puntarelle e alici; Foie gras con arancia e rosmarino; Risotto nero, seppie, timo e limone candito; Cacio e pepe, gamberi rossi e arancia bruciata; Fagotti di baccala, fagioli neri, guanciale e castagne; Spigola con biete, alloro e liquirizia, e Wellington 2019.

Possono essere gustati in varie proposte: in una veloce pausa pranzo (20 euro), in un lunch tasting, (3 portate, 30 euro) e in due percorsi di degustazione, di 5 o 7 portate (50 e 70 euro). Bevande escluse. La carta dei vini messa a punto da Alberto Martelli propone un'ottantina di etichette, italiane, estere, bollicine italiane e Champagne. Varie anche le proposte al calice, per i migliori abbinamenti.

Anatra, patata viola, cipollotto e lavanda (Una cucina che vuole stupire da Almatò, in zona Prati a Roma)
Anatra, patata viola, cipollotto e lavanda

L'arredo del locale è minimal, con colori sobri. Per realizzarlo i tre soci si sono impegnati direttamente e materialmente, senza chiamare architetti o arredatori. La mise en place è altrettanto semplice ed elegante, ma con qualche tocco di classe come il burro fatto in casa, servito in un sasso scavato accanto alla ciotolina dell'olio e al pane sempre caldo. Agli attuali 28 coperti interni se ne aggiungeranno, nella bella stagione, un’altra dozzina.

foto: Alberto Blasetti

Per informazioni: www.almato.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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