Cosa c’è di meglio di ripartire dopo il lockdown con una certezza ai fornelli, all’ombra delle Due Torri, come Massimiliano Poggi? Cercando di riprendere, con le necessarie cautele, le buone abitudini di concedersi una cena fuori casa coccolati dai manicaretti di uno chef di livello, con Poggi si è davvero in buone mani. Per la sua biografia ci vorrebbero spazi ben più ampi di questa rubrica; diciamo solo che, insieme a Mario Ferrara e pochi altri, rappresenta il gotha creativo (e didattico) della scuola bolognese di haute cuisine.

Massimiliano Poggi
Un finto burbero, generoso e sempre disponibile a fare squadra, a suggerire soluzioni e segreti, senza reticenze, a colleghi e collaboratori. Dopo gli anni passati come chef-patron di “Al Cambio” a Bologna, l’apertura del nuovo locale che porta semplicemente il suo nome, a Trebbo di Reno, nella primissima campagna bolognese, rappresenta il punto di svolta della lunghissima carriera di uno chef per il quale risulta davvero incomprensibile la miopia della Guida Michelin a non attribuirgli almeno una stella (ne meriterebbe anche due).
I suoi piatti cambiano con le stagioni, la disponibilità della materia prima e l’instancabile estro creativo. Dal menu vi segnaliamo piatti in bilico fra la via Emilia e il mondo, come i mitici Tortellini in brodo, l’Artusi 495 (ovvero l’Anguilla all’uso di Comacchio), la Lumaca bolognese in salsa alla mugnaia e il Porro bruciato con burro bianco e ragù di mandorle salate.
Artusi 495 (ovvero l’Anguilla all’uso di Comacchio)
Nella cornice rurale di una cascina sorta su una taverna medievale, arredata con gusto e dotata di intimo dehors esterno, Max coadiuvato dal giovane e valente sous chef Marco Canelli propone menu degustazione a 55, 65 e 80 euro (rispettivamente da 3, 5 e 8 portate). Carta dei vini ricercata, attenta alla territorialità e capace di sorprendere. Un’esperienza che, almeno per un paio d’ore, riconcilia davvero col mondo.
Per informazioni:
www.mpoggi.it