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Zunica, ristorante da 140 anni Il titolare: «Senza tutele non riapro»

Daniele Zunica, il patron dell’omonimo albergo-ristorante di Civitella del Tronto (Te), racconta: «Senza un taglio dei costi, attività come la mia rischiano di chiudere». E annuncia: «Siamo pronti anche allo sciopero fiscale, serve una moratoria delle tasse fino alla fine del 2020» .

 
05 maggio 2020 | 14:00

Zunica, ristorante da 140 anni Il titolare: «Senza tutele non riapro»

Daniele Zunica, il patron dell’omonimo albergo-ristorante di Civitella del Tronto (Te), racconta: «Senza un taglio dei costi, attività come la mia rischiano di chiudere». E annuncia: «Siamo pronti anche allo sciopero fiscale, serve una moratoria delle tasse fino alla fine del 2020» .

05 maggio 2020 | 14:00
 

Uno dei Borghi più Belli d’Italia è anche un Borgo che ha vissuto una pagina storica non scritta dei giorni in cui si fece l’Unità d’Italia. Stiamo parlando di Civitella del Tronto (Te) all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Qui c’è la Fortezza Borbonica che rappresentò l’ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie: i Borboni resistettero contro i Piemontesi fino a tre giorni dopo l’incoronazione di Vittorio Emanuele II come Re d’Italia nel 1861. Poi la resa, ma mai la Fortezza fu espugnata.

Daniele Zunica - Zunica, ristorante da 140 anni Il titolare: «Senza tutele non riapro»

Daniele Zunica

Ed è in questo borgo fatato che dal 1880, quindi da 140 anni, con anniversario arduo da celebrare, esiste il ristorante albergo Zunica 1880. Andiamo in chat con il patron Daniele Zunica, tutta la sua vita protesa alla salvaguardia ed alla valorizzazione del suo borgo natio, della cucina teramana, e di questo territorio abruzzese confinante con il Piceno marchigiano.

V: Daniele caro, buongiorno. Non vorrei affliggerti ma lo scorso venerdì Primo Maggio mi è mancato molto il pranzo da te, che era oramai diventato una bella e ghiotta tradizione.
D: Ciao, Vincenzo, non dirlo a me, ti prego. Ho pianto a dover stare chiuso. Ma sai che alcuni clienti affezionati mi hanno chiesto di riaprire per l’occasione? Come se fosse dipeso da me! Ad ogni modo, io me le sono fatte da me a casa mia le virtù teramane, questa pietanza povera che racconta il costume e le tradizioni del mio amatissimo territorio. Le primizie primaverili frutto di un aprile gradevolmente caldo, mescolate con legumi, verdure, e parti di carne di maiale ed altro ancora. Sai bene, Vincenzo, che questo piatto “le virtù teramane” rappresenta simbolicamente l’inizio della primavera e la fine della stagione invernale. E allora che primavera sia, sebbene, simbolicamente parlando, io la fine dell’inverno la vedo molto lontana.

V: Ad ogni modo, tu riapri il primo giugno, vero?
D: Io in queste condizioni, non riapro.
 
V: Come sarebbe a dire che non riapri?
D: Noi, come ristorazione e come horeca in generale rappresentiamo una parte considerevole delle entrate dello Stato ma i nostri governanti sono sordi alle nostre richieste di aiuto. Abbiamo già annunciato lo sciopero fiscale fino al 31 dicembre 2020 non pagheremo più un euro di tasse. Pagheremo soltanto le bollette.
 
La sala del ristorante - Zunica, ristorante da 140 anni Il titolare: «Senza tutele non riapro»
La sala del ristorante

V: Daniele, ma c’è una situazione pandemica eccezionale, la salute va salvaguardata e va messa al primo posto.
D: In primis la salute ed io rispetto la questione sanitaria, ma poi viene l’economia perché se non si muore di coronavirus accadrà che le nostre aziende moriranno di miseria. Anche aziende come la mia, con 140 anni di attività e di tasse pagate, potrebbe chiudere per sempre. Non posso continuare ad esercitare un’attività per la quale non vedo ritorno. Mettiamo che il primo giugno torniamo al lavoro. Sai cosa significa? Significa che ci ripiombano addosso i costi al 100% e noi lavoreremo probabilmente al 30% dell’utenza potenziale. Si rompe il circuito virtuoso dei pagamenti in filiera: i clienti non vengono e di conseguenza non pagano, io non pago i fornitori, i fornitori non pagano a loro volta i loro fornitori… ma dove andremmo a finire? No, questo non possiamo permetterci che accada, sarebbe la fine. A ciò aggiungi che non sono ancora arrivati i 600 euro così tanto sbandierati ed i miei collaboratori ancora non hanno visto un soldo della cassa integrazione.

V: Quindi si presenta anche un problema di liquidità, di circolante.
D:  Certamente! Mi sa tanto che il Dpcm che promette soldi ai lavoratori ed alle aziende maggiormente colpite dalla crisi, sia soprattutto uno strumento salvabanche. Io come famiglia Zunica da 140 anni titolare di questa impresa, posso ben orgogliosamente affermare che gli utili sono sempre stati reinvestiti in azienda, sempre. Io ho, in sintonia con le affiatate brigate di cucina e di sala, una visione alta della nostra attività, noi ci mettiamo passione.
 
Lo chef Sabatino Lattanzi - Zunica, ristorante da 140 anni Il titolare: «Senza tutele non riapro»
Lo chef Sabatino Lattanzi

V:  Ti atterriscono le disposizioni che vincolano la ripartenza ?
D: Non è che mi atterriscono, ma non le vedo funzionali ad una ripresa serena dell’attività. Parliamoci chiaro, il ristorante vende emozioni. L’ospite che arriva qui, e sai che noi siamo ristorante di destinazione e non di vicinato, lo fa perché vuole vivere in convivialità una bella esperienza che consiste anche nel mangiare bene e nel bere bene, anche. Altrimenti uno potrebbe mangiare a casa. Ed allora a queste persone che escono da casa, si mobilitano e vengono fin qui, se noi gli mettiamo i paraventi di plexiglass, in pratica è come se rendessimo il ristorante un ingresso del pronto soccorso!

V: Effettivamente, devo convenire, non è un bel vedere!
D: Aspetta, e poi gli devo misurare la febbre, gli devo far trovare il gel sanificante, i camerieri devono dotarsi di guanti e mascherine. E per fare ciò, mi dovrei anche indebitare; eh sì, solo per riaprire servono almeno 15 mila euro di opere di adeguamento.

V: Daniele, ma la salute…
D: La salute, Vincenzo, è la prima cosa. Te lo ribadisco: è la prima cosa, ma a chi credi che faccia piacere contagiare e/o essere contagiato? Ma allora si devono fare i tamponi, le analisi. E allora diamoci una mossa ed in pochi giorni si potrebbe vedere l’Italia come sta. Se stai bene esci se stai male resti a casa.

V: Non te la prendere, ma quasi non ti riconosco, tu sempre così appassionato, con lo sguardo volto al futuro.
D: Aspetta, giusto per far vedere che leggo i tuoi articoli, te lo dico io a te: io sono un emigrante di prua . Tuttavia, sono demotivato. Sai chi mi sta dando forza?

V: Posso immaginarlo, ma dimmelo tu, chi altri sono gli emigranti di prua ?
D: Sono i miei giovani collaboratori, con una mente vivace più fresca della mia. Pensa, stanno studiando la sistemazione di spazi all’aperto con format di servizio più giovanili e menù meno impegnativi, più consoni agli scenari che si prospettano.

V: Ciò che mi dici, caro Daniele, mi commuove e mi trasmette ottimismo.
D: Sì, ti dico bene, ascolta. Pur lasciando aperto lo storico Zunica1880 in Piazza Filippi Pepe, i ragazzi stanno vedendo di occupare spazi caratteristici del centro storico al fine di progettare dei layout dinamici e moderni con una proposta snella di ristorazione, al massimo 6 grandi piatti: pizza fritta, arrosticini, panino gourmet, un primo con condimento di stagione, dessert; e da bere, buoni vini e buone birre

V: Ah, che bella notizia. E mi piace che nel dirlo, hai già cambiato tono di voce. Sai che la voce ha colore. Dalla voce color grigio, sei passato alla voce color rosa.
D: E dài, in definitiva è così. E’ o non è primavera dopotutto ? E tu lo dici spesso: primavera non bussa, lei entra sicura !

V: Ah, ecco, ho ritrovato Daniele Zunica, l’uomo abruzzese gagliardo, tenace e volitivo. Ne sono contento.
D: Vincenzo, al massimo perché io spero prima, però al più tardi tra 360 giorni devi essere qui, in tavola le virtù teramane.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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