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Andrea Ribaldone battezza le cene a quattro mani del “Sette”

di Mariella Morosi
 
18 maggio 2019 | 09:37

Andrea Ribaldone battezza le cene a quattro mani del “Sette”

di Mariella Morosi
18 maggio 2019 | 09:37
 

Andrea Ribaldone dell'Osteria Arborina di La Morra (Cn) è stato l'ospite d'onore del ristorante Sette, al 7° piano del Radisson Blu Hotel, condividendo cucina e menu con il resident Giuseppe Gaglione.

L'appuntamento a quattro mani ha inaugurato la serie delle sei cene evento previste fino a novembre con chef stellati selezionati tra i migliori interpreti della cucina contemporanea. Il progetto intende valorizzare la cucina dei territori con tutto il suo valore culturale e i prodotti di un agroalimentare di eccellenza frutto di un saper fare antico, valorizzato da tecniche moderne.

(Andrea Ribaldone battezza le cene a quattro mani del Sette)

Massima è l'attenzione ai singoli ingredienti, frutto di sistemi produttivi artigianali, preferibilmente biologici e di minimo impatto. Sono valori che accomunano i due chef che si sono amichevolmente sfidati nella composizione di un menu di otto portate accompagnate dagli eccellenti vini bianchi del Collio dell'azienda Gradis'ciutta.

(Andrea Ribaldone battezza le cene a quattro mani del Sette)

Andrea Ribaldone ha proposto i sapori piemontesi e il suo stile che, elaborando la migliore materia con talento e fantasia, arriva a risultati di alto livello. All'Osteria Arborina è arrivato due anni fa, dopo aver lasciato "I due Buoi" di Alessandria, ma ancora prima era a "La Fermata", nella stessa città, con lo chef Riccardo Aiachini che considera il suo maestro di vita e di lavoro. È passato attraverso formative avventure professionali, tra i protagonisti di Milano Expo e impegnato a Identità Golose Milano, primo hub internazionale della ristorazione, è consulente e F&B Director per JSH Hotel&Resorts. Altrettanto talentuoso è Giuseppe Gaglione, di origine campana, che propone piatti dai profumi e sapori mediterranei con un tocco fusion della gastronomia contemporanea internazionale.

(Andrea Ribaldone battezza le cene a quattro mani del Sette)

È stato lui ad aprire la serie dei piatti in degustazione con una Sfera di mozzarella co gazpacho di pomodoro e lamponi, abbinata ad un Bianco Friulano. Poi,nel piatto firmato Ribaldone, è stato subito Piemonte con carne cruda, nocciole e robiola di Roccaverano. A seguire l'omaggio al territorio laziale con Il Carciofo, tanto amato dai romani, ma impreziosito da un'intrigante salsa in cui entrava l'esotico latte di cocco. In una golosa alternanza di stili e di idee è stata poi la volta dello Spaghetto Milano, esattamente con la stessa ricetta creata da Ribaldone per l'esposizione del 2015. La pasta Felicetti era avvolta da un ragù di ossobuco e da una gremolata di riso frullato con zafferano.

Con lo stesso riso, l'Acquerello, si è espresso Giuseppe Gaglione con il profumo dei suoi limoni campani e polvere di piselli. Piatto forte dello chef piemontese è stato il Baccalà in oliocottura con yogurt, crema di patate e olive nere. Un fresco e profumato intervallo con sorbetto di fragole e rose ha predisposto i palati alla portata più dolce e conclusiva: il dessert Nespole e cioccolato, preparato dalla pasticcera del Sette, Veronica BIanchi, servito con il passito Re Bu Gradis'ciutta. Robert Princic, succeduto nel '97 al padre e al nonno nella gestione dell'azienda di San Floriano, ha raccontato i suoi vini nati dai territori del Collio, da sempre vocati tanto che l'area era chiamata Monsvini o Monvinoso. «Il vino - ha detto - si può conoscere attraverso il gusto, il profumo e ancor prima dal colore. Ma è la storia di chi l'ha fatto e del suo terroir a dargli il maggior valore. Dietro un vino ci sono delle idee e anche dei sogni».

(Andrea Ribaldone battezza le cene a quattro mani del Sette)

Le marne arenarie stratificate e tutta una serie di altri elementi contribuiscono a dare ottimi risultati in cantina. Princic coltiva con profondo rispetto della natura vitigni autoctoni come la Ribolla Gialla e il Friulano (che una volta poteva chiamarsi Tocai) esaltandone l'identità con la vinificazione in purezza. Ma anche i vitigni internazionali introdotti 150 anni fa sono perfettamente ambientati nel loro terroir più adatto. I bianchi costituiscono l'85% della produzione, tutta Doc. Si fanno anche tre rossi: Cabernet franc e Merlot e, in uvaggio, il Collio rosso Riserva. In seguito gli ospiti delle altre cinque cene in programma potranno conoscere altri territori vitivinicoli e i loro protagonisti.

Questi gli altri chef stellati che Giuseppe Gaglione accoglierà nella sua cucina: lunedì 17 giugno arriverà da San Salvo Marina (Ch) Nicola Fossaceca del ristorante Al Metrò, che con la sua interpretazione del mare nel piatto ha ottenuto la stella Michelin nel 2013. Martedì 16 luglio sarà la volta di Francesco Brutto dell'Undicesimo Vineria di Treviso. Appassionato di erbe e del mondo vegetale è stato, l'anno prima della stella, Miglior Giovane Chef italiano. A seguire, il 16 settembre verrà Alessandro Dal Degan de la Tana di Asiago (VI). Attento ricercatore, dal ricco medagliere e premiato dalla Rossa 2015. Il 21 ottobre sarà la volta di Mauro Buffo dei 12 Apostoli di Verona, che sa fondere nei suoi piatti tecnica, eleganza e territorio, risultato di una lunga esperienza in giro per il mondo. A concludere la serie di cene a quattro mani è Davide Caranchini di Materia di Cernobbio (Co). Di recentissima stella (2019), citato da Forbes come tra i migliori under 30, vanta tante esperienze, da Gordon Ramsey a Rene Redzepi. Coltiva personalmente in serra una gran quantità di erbe. Un suo menu tutto green è stato elogiato dal New York Times.

Il Radisson Blu es. Hotel Roma è di fronte alla stazione ferroviaria di Roma Termini, su un'area archeologica visibile sotto una pavimentazione di cristallo. Ha 232 camere e suites, due ristoranti, il Sette e il Zest che propongono cucina gourmet e un assortimento di piatti italiani e internazionali. Ha due piscine, un attrezzato centro benessere e una sala congressi.

Per informazioni: www.radissonblu.com/it/eshotel-roma

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