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Con Lorenzo Montesi cresce la Capannina di Portonovo

di Carla Latini
 
20 maggio 2019 | 09:40

Con Lorenzo Montesi cresce la Capannina di Portonovo

di Carla Latini
20 maggio 2019 | 09:40
 

Classe 1986, grande sorriso, ricci ribelli, Lorenzo Montesi è lo chef de La Capannina di Portonovo da 4 anni. In armonia con Lorenza Jacopini e Beatrice Borghi, proprietarie di questo chalet.

La grande terrazza sulla spiaggia, ai piedi del monte Conero, invita a lunghi aperitivi serali e a cene sotto le stelle. All’interno un ampio salone con vetrate accoglie il sole sin dal mattino. La cucina si vede senza vetri da una grande bocca rettangolare dove ama affacciarsi lo chef. Di lato, un'altra grande bocca accoglie le pizze.

(Con Lorenzo Montesi cresce la Capannina di Portono)
Lorenzo Montesi

Fin da piccolo Montesi vuole fare lo chef. I suoi non sono contenti e così, per farlo disamorare, dopo la scuola, lo mandano a lavorare al Passetto ad Ancona, sotto la rigida guida del famossissimo chef Ideale. I genitori sono convinti che Lorenzo, stremato dai ritmi estivi, un giorno a l’altro getti ‘la toque’. Invece pende dalle labbra dello chef, apprende tecniche basilari per lavorare il pescato del giorno e, strada facendo, fa altre esperienze nella Baia, al Fortino Napoleonico con Paolo Antinori, da Giacchetti con Marco Giacchetti, al Laghetto con Marcello Nicolini. Breve tappa alla Casa Bianca di Numana e poi anche per lui arriva il momento di emigrare, a Orebro, in Svezia, e a Los Angeles dove, per conto di Giacchetti, avvia un concept italiano. Ritorna e lavora per sette anni al Cardeto di Ancona, poi incontra Lorenza e Beatrice: si piacciono e si ferma alla Capannina.

(Con Lorenzo Montesi cresce la Capannina di Portono)

In questi anni Lorenzo, con molta attenzione e discrezione, ha inserito nel menu, che vede sempre il goloso elenco di piatti tradizionali che ognuno di noi vorrebbe mangiare in riva al mare, ricette intelligenti, sfiziose, creative nella struttura e nei concetti. Come la Tartare di tonno con le cipolle di Tropea fritte e i celeberrimi paccasassi e la Seppia con piselli rivisitata: un antipasto bianco, rosso e verde che gioca con l’inganno di consistenze diverse nascoste in sapori diversi. La Capasanta con maionese di riccio, caviale di granseola e pepe del Madagascar osa con tre sapidità in equilibrio l’una con l’altra. Il Baccalà mantecato all’olio con pomodorini secchi e pane croccante rende omaggio ad un piatto ormai diventato un cult anche qui. Fra i classici primi con moscioli, vongole, allo scoglio, c’è uno Spaghettone mantecato con seppia e  il suo fegato. Un estremo e coraggioso boccone al dente.  La nostra richiesta di un piatto tipico del luogo viene accontentata da seppioline gratinate, cotte alla perfezione, con mollichine dorate e profumate di agrumi.

(Con Lorenzo Montesi cresce la Capannina di Portono)

Il nostro percorso termina con un dolce che sarà difficile dimenticare per la freschezza e il profumo di frutta e per la fragranza della frolla: Scrostata con crema di mele, limone e rabarbaro. La carta dei vini è marchigiana di livello, ma non mancano i fuori regione. Anche la carta degli Champagne ha un suo interessante perché. Perché scegliere di bere a tutto pasto una delle etichette che Lorenza e Beatrice hanno selezionato per noi, mangiando i piatti che vi abbiamo raccontato, è sicuramente un’ottima scelta. In alta stagione, conviene prenotare anche se volete fermarvi a pranzo.

Per informazioni: www.lacapanninadiportonovo.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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