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Tutela del Made in Italy Regole e pene severe

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
 
11 giugno 2019 | 10:19

Tutela del Made in Italy Regole e pene severe

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
11 giugno 2019 | 10:19
 

L'agroalimentare italiano è un'eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e spesso, come tale, è oggetto purtroppo di truffe o illegalità alle quali è ora di dire basta.

Chi non ricorda l’affascinante film animato della favola di Cenerentola? La fiaba fa spesso riferimento a quelle situazioni di vita reali dove emergono differenze tra l’essere figlio o figliastro; ciò non si esprime solo in termini di “status”, ma si spiega misurando soprattutto da quanto si riceve. Questo parametro di considerazione sostanzialmente è applicato, a mio modesto avviso, anche in situazioni di politica europea, specie in quelle situazioni di convivenza economica tra gli Stati membri.

L'Italia agroalimentare come Cenerentola... (Tutela del Made in Italy Regole e pene severe)
L'Italia agroalimentare come Cenerentola...

Recentemente l'Unione europea è scesa in campo contro i “falsi” nel settore agroalimentare, dove il suo diritto, in termini commerciali, vieta l'uso di segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento all'origine di un prodotto alimentare Dop, ciò può costituire un'illegale evocazione del marchio a discapito di altri aventi i titoli. Tutto è scaturito da il ricorso presentato dai produttori di Dop contro una società spagnola che commercializza formaggi (non Dop) utilizzando etichette che raffiguravano disegni e simboli molto simili al marchio dell'ente incaricato di gestire e proteggere i beni a Denominazione di origine protetta.

Si tratta certo di un importante ed efficace passo “normativo” in avanti, verso la trasparenza e la tutela dei prodotti di nicchia dell’intero agroalimentare, ma che lascia un inequivocabile amaro in bocca a noi italiani. Agli amici produttori “spagnoli” è bastato, come si suole dire, sollevare il problema e presentare una denuncia alla Corte di Giustizia Europea, affinché l’Ue subito si attivasse per una sentenza storica. Ciò mi fa pensare a noi italiani come Cenerentole, dove nella favola ci sono panni e piatti da lavare, mentre per il nostro comparto miliardi e miliardi “svaniti” per incanto, come la carrozza a mezzanotte nella fiaba.

Per quanto se ne parli e si dibatta, anche ad alti livelli politici, il problema rimane sempre ed aumenta a nostro discapito: l'imitazione, la contraffazione e le etichettature evocative non conformi di prodotti italiani fa perdere 60 miliardi di euro all’anno (dati: Confagricoltori). Tre beni alimentari su quattro non sono autentici: Salame tipo Milano, ma provenienti dal Brasile, Gorgonzola tedesco, Chianti americano o Barbera rumeno sono solo alcuni dei prodotti “italiani” che vengono proposti sui mercati esteri. Sono solo alcuni esempi, ma potrei divulgarmi quasi all’infinito.

È quindi fondamentale ed urgente una strategia seria ed efficace finalizzata alla tutela legale del Made in Italy, dei marchi, dei processi produttivi delle aziende del comparto agroalimentare italiano. La Federazione italiana cuochi mette in campo i suoi professionisti, primi a bandire dalle proprie cucine merci e prodotti non conformi e di provenienza illegale, ma ciò non basta per sanare l’intero mercato fraudolento. Le leggi ci sono, anche di buone, sia interne al nostro Stato che a livello europeo, forse troppe a mio avviso, ma che necessitano di essere supportate da controlli seri ed efficaci e soprattutto continuativi, affinché le nostre produzioni possano avere, sempre, il lieto fine, come nella favola di Cenerentola.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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