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Un cuoco di successo non ha bisogno dell'analista: "l'esempio sbagliato" di MasterChef

Dopo l'eliminazione di Francesco Girardi, che ha criticato i giudici e dichiarato di andare dallo psicologo, si riapre la polemica intorno al troppo stress per cuochi e ai messaggi sbagliati che questi reality veicolano

di Jenny Maggioni
 
10 gennaio 2023 | 14:49

Un cuoco di successo non ha bisogno dell'analista: "l'esempio sbagliato" di MasterChef

Dopo l'eliminazione di Francesco Girardi, che ha criticato i giudici e dichiarato di andare dallo psicologo, si riapre la polemica intorno al troppo stress per cuochi e ai messaggi sbagliati che questi reality veicolano

di Jenny Maggioni
10 gennaio 2023 | 14:49
 

I social hanno peggiorato le cose e spesso non bastano, ad esempio, i post Instagram vs realtà per farci tornare con i piedi per terra. Abbiamo perso il confine di ciò che è vero e cosa è “abbellito”? Così anche per la “vecchia” cara tv che, da sempre, al di là del “bello della diretta” ci mostra ciò che vuole. È in questo labile confine che è esplosa la polemica intorno a Masterchef 12, quando, alla sua eliminazione nella puntata del 5 gennaio, l’ormai ex concorrente Francesco Girardi (34 anni, fotografo trentino residente a Cesena) è sbottato contro i giudici: «E voi ricordatevi, ogni tanto, che avete davanti non solo degli aspiranti chef ma anche delle persone». Da li si è scatenato il dibattito sul web, dimenticando forse che, probabilmente, tutto è “pilotato” dai registi di Sky che altrimenti avrebbero tranquillamente tagliato la scena. Lo stesso interessato, al Corriere della Sera, ha leggermente abbassato i toni, specificando che «non mi sono mai sentito trattato da loro (i giudici Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli, ndr) in modo non rispettoso, nutro per tutti e tre grande stima». Però, ha aggiunto: «La pressione, interna ed esterna al programma, è tanta. Diciamo che questa uscita anticipata da MasterChef mi è costata qualche seduta dall’analista». Ed è forse su questo che dobbiamo riflettere. Perché, al di là del fatto che, appunto, non stiamo parlando di cuochi professionisti, ma di amatori, e che c’è anche lo zampino della tv, questo può farci pensare alla pressione che c’è, oggi, intorno al mondo della cucina, dove, sì, tutto deve essere perfetto (buono e sano), ma in ciò vanno anche incluse le condizioni di lavoro dei cuochi e dei camerieri. Condizioni che spesso sono la causa della mancanza di personale nella ristorazione nonostante il sogno di moltissimi giovani aspiranti… MasterChef!

Basta con i cuochi stressati, dentro e fuori dalla tv Un cuoco di successo non ha bisogno dell'analista:

Basta con i cuochi stressati, dentro e fuori dalla tv


Basta ai cuochi stressati, fuori e dentro la tv

In questo senso, dunque, possiamo guardare a cosa sta accadendo a MasterChef, che ha preso un nuovo corso da scuola di cucina con prove molto tecniche e severità diffusa, e traslarlo alla vita vera dei cuochi, tali o aspiranti tali, che non deve più fare rima con stress esagerato che li porta sui lettini degli psicologi (e in alcuni casi, purtroppo, a fare uso di droghe e alcol) se non, addirittura, lasciare la tanto amata professione. Vedi il caso Noma che chiude, oltre che per i costi (relativi anche a quelli per pagare adeguatamente il personale) anche per i ritmi insostenibili.

 


La tv come “modello” della vita vera

Perché, se, certo siamo consapevoli, che i piatti lanciati nelle vecchie edizioni dall’ex giudice Joe Bastianich, come lui stesso ha detto, sono «intrattenimento», show, «un conto è gestire una brigata vera», è comunque innegabile che nelle cucine vere serve un cambiamento.

Un cuoco di successo non ha bisogno dell'analista: &quote;l'esempio sbagliato&quote; di MasterChef

Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli e Bruno Barbieri

Cambiamento che per, molti aspetti, sta già avvenendo (di esempi sempre più virtuosi ne stanno nascendo tanti)  e che può (e anzi deve) risollevare la fiducia di cuochi e camerieri, che finalmente possono ricominciare a sperare di poter lavorare con meno stress, una paga adeguata e con orari di lavoro umani.

E questo messaggio deve passare proprio anche dalla tv. Proprio da quei cuochi che sono le star per i giovani che vogliono fare questo mestiere.

 


Il cambio di corso deve essere reale

Quindi ben venga la polemica intorno a MasterChef e simili. Ben vengano le risposte degli chef star che, tolti dal ruolo del giudice televisivo, ci tengono a veicolare il messaggio che è ora di dire basta a questo atteggiamento vessatorio. «L’idea dell’umiliazione non fa parte della mia filosofia di vita – ha detto Locatelli - Lo chef è una persona: noi veniamo da cucine in cui siamo stati umiliati, ma non vogliamo perpetuare questo modello, non funziona». «A casa mia se non finivo il cibo a pranzo me lo ritrovavo a cena, figuriamoci se nei miei ristoranti qualcuno lancia i piatti – aggiunge Cannavacciuolo - E men che meno in tv. Da quando ci sto io nessuno è mai stato preso di mira»: «Il rispetto è la base», conclude Barbieri.

E speriamo che sia così e non… The Show Must Go On.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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30/01/2023 17:43:13
1) gli chef super star.. hanno le stelle ma son rimasti cuochi
sono nato in un albergo ed ho fatto per 50 anni l albergatore. La prima sofferenza della giornata ,alle sei di mattina di ogni giorno di ogni stagione estiva o invernale era affrontare il cuoco ( molto spesso mediocre e più mediocre era più era ricattatorio....sempre con la mano sulle fettucce del grembiule per scioglierle e lasciar cadere a terra il grembiule a mo di sfida ..." se non le va bene cosi...io me ne vado...!" Non so per quali ragioni , non so da quali traumi nascesse la carica aggressiva dei cuochi, Certo lo stress del servizio.,.l attenzione a decine di pentole in cottura,..il far memoria dei rifornimenti sono tutte ottime ragioni per capirne una parte di questa tensione ..L' astio con i camerieri da parte dei cuochi e della cucina in genere è antico quanto è antica la ristorazione...E' ingrata e incomprensibile questa loro cattiveria verso coloro che sono il terminale del loro lavoro che sono la spugna che assorbe ed ammortizza i loro errori.i loro lavori mal riusciti ..Un classico delle tante puttanate ordite dai cuochi per i camerieri ( ricordo nel 1966 al palace hotel di Merano) era l impanatura degli stracci di juta che usavano per pulire la piastra della "macchina" e la frittura per servirci poi " le cotolette a pranzo" Ioero un giovanissimo commins debarasseur e ne ho viste per cosi di queste performance ...le fragole sul pass della pasticceria riempite di pepe di cajenna..sapendo che ogni tanto in attesa di un dolce ti "rubavi una fragola "..Al verokay club di Cortina un mio caro amico e stato trafitto sulla mano destra dal forchettone di un cuoco innervosito dl suo picchiettare sul pass in attesa di un piatto ...A skt moritz dove negli inverni degli anni 70 il termometro stava sotto zero tutto l inverno ..i cari Cuochi ci ungevano con i "torcioni" intrisi di olio le vetrate di 3 metri di h che noi poi dovevamo pulire in condizioni disastrose..ha fatto bene .Il fotografo Trentino a riemtterli in fila e la signora imprenditrice ripresa da quel nano di Barbieri avrebbe dovuto buttargli una pallettata di farina addosso per l insolenza con la quale l 'ha ripresa ...Gli alberghi vengono valutati da barbieri se hanno il topper che lui reclamizza ..e le uova bavose .....Tante stelle e una faccia di bronzo ma sempre cuochi e nulla piu .
claudio delvai



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