Essere figlio di uno dei più premiati sommelier, di un direttore di hotel e uomo di grande cultura come Gualberto Compagnucci per Alan è una grande opportunità. Cresce a Portonovo, nei pressi di Ancona, e quando può segue il padre nel suo lavoro. Dopo la scuola è ai fornelli dell’Hotel La Fonte di Portonovo. Determinante l’esperienza da Saraghino con Roberto Fiorini. Poi Londra da Giorgio Locatelli e Paolo Simioni, e una lunga permanenza a Lisbona. Seguono 5 anni alla guida dell’Hotel del Conero con banchettistica e grandi eventi. Ai suoi occhi si aprono nuovi orizzonti. Va in Umbria nello staff di Rodolfo Mencarelli, un catering molto attivo nella capitale.
Alan Compagnucci
I tempi sono maturi, cerca qualcosa per sé. Sembra quasi che
Villa Zani, a Latina, lo stia aspettando. Nel 2019 conta
più di 50 feste. Quasi tutte le preparazioni sono fatte in casa, dai pani alla pasta ai dolci. Gli altri prodotti artigianali sono tutti locali, come i meloni e i pomodori di Fondi, le olive itriane, le mozzarelle e il burro di bufala del Caseificio Lisi. Al momento della stesura del menu Alan è in grado di realizzare i desideri dei suoi clienti stimolandoli con marcata personalità. Ogni
banchetto porta la sua firma. Una garanzia di successo.
Da bambino cosa sognavi di diventare?
Un cuoco: tutto quello che poteva avere un approccio manuale e creativo mi ha sempre affascinato
Il primo sapore che ti ricordi.
Il sapore del latte
Qual è il senso più importante?
La vista, è il primo approccio che hai con quasi tutto
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Una crème caramel a 12 anni
Come hai speso il primo stipendio?
Un corso professionale di cucina a Venezia
Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Amatriciana, tartare e crème caramel
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Il guanciale
Qual è il tuo cibo consolatorio?
Una bella Amatriciana
Che rapporto hai con le tecnologie?
Eccellente, oggi è fondamentale sotto ogni aspetto in cucina
All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Insalata di pomodori verdi
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
I mei nonni, che non fanno più parte di questa terra
Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Più che un opera d’arte direi un artista, Banksy, che va dritto al punto senza troppi fronzoli
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“That’s Amore” di Dean Martin
Per informazioni:
villazani.it