Lombardia terra solo di industrie e terziario? Credenza da sfatare visti gli 870 alpeggi-malghe che occupano una superficie totale di 225.771 ettari, 9% del territorio regionale e a circa il 25% di quello montano.
Di fronte a questi dati il “Pirellone” ha approvato un provvedimento che detta nuove linee guida sull'assegnazione degli alpeggi con l'obiettivo di stoppare la speculazione e dare priorità alla gente del luogo.

La norma presentata dall’assessore all’Agricoltura
Fabio Rolfi è ora all’esame della commissione agricoltura per il parere di competenza. «Le malghe - ricorda Rolfi - si trovano a dover affrontare importanti sfide legate alla sostenibilità, alla multifunzionalità e alla conservazione del patrimonio agricolo e culturale».
La novità fondamentale è che i proprietari pubblici delle malghe, riconoscendone la valenza sociale e ambientale, provvedono alla loro concessione/affitto dando maggiore importanza al progetto qualitativo, che peserà fino all'80% dei punteggi nei bandi, favorendo chi vive in montagna e produce prodotti lattiero caseari. Insomma, i residenti stabili e non i vacanzieri. Saranno inoltre sostenute le attività d’alpeggio.
Infine, aspetto non secondario, viene potenziata la diffusione delle attività escursionistiche e dei nuovi mezzi come le biciclette elettriche. «Tutto ciò consentirà nel prossimo futuro - ha concluso l'assessore - anche una logistica più semplice per i turisti di montagna. Per questo sarà necessario promuovere la vendita diretta dei prodotti di malga e un rapporto sempre più stretto fra attività d'alpeggio e agriturismi. È giunto il momento di cambiare rotta perché troppe volte in passato si è assistito a speculazioni economiche sulla gestione degli alpeggi, che hanno contribuito al degrado delle strutture e delle infrastrutture delle malghe e ad un impoverimento delle praterie alpine».