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Alberghi di catene italiane in crescita Sono 1.600 nel 2018, +6,5% sul 2017

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
12 febbraio 2019 | 19:00

Alberghi di catene italiane in crescita Sono 1.600 nel 2018, +6,5% sul 2017

di Gabriele Ancona
vicedirettore
12 febbraio 2019 | 19:00
 

Una giornata di approfondimento di alto profilo a Milano nell’ambito della Bit-Borsa internazionale del turismo, con il rapporto 2019 Hotels & Chains Italy realizzato da Horwath Htl con Confindustria Alberghi.

Una giornata di approfondimento di alto profilo che ha visto confrontarsi sullo stato dell’arte e sull'evoluzione della ricettività alberghiera made in Italy protagonisti di importanti gruppi alberghieri italiani insieme a grandi player della distribuzione e del turismo online. In questa giornata si sono confrontati sullo stato dell’arte e sull'evoluzione della ricettività alberghiera made in Italy protagonisti di importanti gruppi alberghieri italiani insieme a grandi player della distribuzione e del turismo online.

L’incontro “Catene alberghiere made in Italy: risultati e prospettive per il 2020” è stato moderato da Magda Antonioli, professore di Economia Sda Bocconi. Al tavolo dei relatori si sono alternati Giorgio Palmucci, presidente Associazione italiana confindustria alberghi ed Enit, Alessandro Belli, Cassa depositi e prestiti Investimenti Sgr, Zoran Bacic e Giorgio Ribaudo, Horwath Htl, Enzo Casati, direttore generale Starhotels, Nardo Filippetti, amministratore delegato Lindbergh Hotels, Furio Gianforme, Google, Giovanni Moretto, Expedia, Domenico Pellegrino, presidente Aidit-Associazione italiana distribuzione turistica, Nicola Risatti, presidente Blu Hotels e Sofia Gioia Vedani, amministratore delegato Planetaria Hotels.

«Il comparto alberghiero è un’industria nell’industria - ha spiegato Giorgio Palmucci -un settore in continua e rapida trasformazione che sta vivendo una congiuntura di domanda in crescita. Basti pensare che nonostante le varie crisi a livello mondiale il turismo vale 1 miliardo e 400 milioni di viaggiatori, trend in espansione».

(Alberghi di catene italiane in crescita Sono 1.600 nel 2018,  6,5% sul 2017)

Seguendo questi orientamenti la Cassa depositi e prestiti sta da tempo consolidando rapporti di partnership ben strutturati e sostenibili con gli operatori di questo universo per supportarne la crescita.

Giunta alla sesta edizione, la ricerca di Horwath Htl, a cui hanno collaborato 80 catene e che dal 2020 si strutturerà in “osservatorio permanente” sempre più focalizzato sui dettagli, ha fotografato in modo chiaro il mercato alberghiero italiano. Un comparto che a livello macro vede diminuire le strutture marginali e crescere quelle più solide per numero e dimensioni.

Un mercato in fermento che negli ultimi cinque anni si è orientato e consolidato verso strutture corporate. Nel 2018 il numero di alberghi di catena ha raggiunto quota 1.600 unità (+6,5% rispetto al 2017) per un totale di circa 172mila camere (+4,7%), pari al 15,8% dell’offerta totale. La crescita dei gruppi made in Italy è stata più veloce di quella degli internazionali: nel lungo periodo, dal 2013, gli hotel di catene italiane sono cresciuti del 28% contro l’8% degli internazionali. Nel 2018 l’incremento delle camere appartenenti a catene è stato del 15,8% e dal 2013 sono nate 276 unità alberghiere (+21%). Un settore che nel “lusso” nell’ultimo anno è cresciuto dell’8%. Nel nostro Paese sono presenti 240 brand.

Nell’universo 5 stelle il 50% è rappresentato da hotel di catena, segmento che vede quelle italiane detenere il 66%. In crescita Sardegna, Puglia, Lombardia e Sicilia, mentre la classifica per numero di camere di catena vede al vertice Roma con 20.782 unità (dati al 31 dicembre 2018), seguita da Milano (15.061), Venezia (5.955), Firenze (4.967) e Bologna (3.441).

(Alberghi di catene italiane in crescita Sono 1.600 nel 2018,  6,5% sul 2017)

«Un’industria sana - ha sottolineato Giorgio Ribaudo - con un’offerta di camere in crescita, ma più lentamente rispetto alla domanda. Dalla fotografia dei dati dichiarati per il futuro si prevede uno sviluppo dei 4 stelle in affitto e tra il 2019 e il 2022 118 nuovi hotel di catena offriranno 15.651 camere».

Per quanto riguarda il 2017 e solo riferito all’Italia, Starhotels guida la graduatoria dei primi dieci gruppi italiani, comparto che vale il 20% del totale delle camere di catena e che ha fatturato 864 milioni di euro. Per il 2020 si prevede abbatterà il muro del miliardo.

«Starhotels - ha puntualizzato Enzo Casati - tra il 2014 e il 2018 ha acquisito 7 nuovi alberghi, per un investimento complessivo, comprensivo anche delle ritrutturazioni, di oltre 200 milioni di euro. Oggi il gruppo conta 29 strutture, di cui 17 premium, per un totale di 4.100 camere».

Un andamento virtuoso che nei prossimi mesi ha in cantiere la ristrutturazione dell’hotel Helvetia & Bristol Firenze e nel 2020 l’inaugurazione di 200 camere in prossimità di Fico Eataly World Bologna e di residenze di lusso a Milano.

La domanda, come accennato, è consistente e gli operatori fanno bene a investire e diversificare l’offerta. Soprattutto alla luce delle tendenze che emergono da fonti che oggi vanno analizzate a fondo. «L’Italia - ha spiegato Furio Gianforme di Google - è la prima destinazione al mondo cercata globalmente. Con i dispositivi mobili è cambiato tutto. Negli ultimi due anni la ricerca di “hotel tonight” e “hotel 2 days” ha fatto segnare un incremento di oltre il 150%. La domanda c’è, ma bisogna attrezzarsi come operatori d’hotel anche sotto questo profilo. La sfida è importante: l’utente è diventato più difficile e super demanding. Quando entra nel sito di un hotel, se dopo 3 secondi non riesce a navigare bene, nel 50% dei casi lo abbandona a favore di un altro».

(Alberghi di catene italiane in crescita Sono 1.600 nel 2018,  6,5% sul 2017)

Domenico Pellegrino, presidente Aidit-Associazione italiana distribuzione turistica, ha evidenziato il fatto che in base ai suoi dati il 30% delle prenotazioni avviene tramite un contatto diretto con l’hotel, mentre il 3% attraverso il sito web delle catene.

«Nel 2018 - ha sottolineato - abbiamo registrato 800 mila prenotazioni, di cui il 68% in strutture italiane. Il 28% dei pernottamenti ha riguardato Roma e Milano. A seguire, Torino, Napoli e Firenze. Queste cinque città rappresentano il 38% della domanda e il 47% del fatturato. Il 72% delle prenotazioni è per strutture 4-5 stelle e il 35% delle richieste di prenotazioni riguarda le catene».

Un altro osservatorio privilegiato è rappresentato da Expedia, motore di ricerca specializzato che nel mondo interagisce con oltre un milione di strutture ricettive. «Oggi - ha annotato Giovanni Moretto - stiamo diventando sempre più partner dell’universo ospitalità in base al feedback fornito dalle catene. Expedia può offrire un pacchetto di funzioni e una tecnologia dedicata che permette agli albergatori di offrire alla clientela anche l’acquisto del volo in parallelo a quello della camera. Una collaborazione ad ampio raggio».

La giornata si è conclusa con l’intervento creativo di Sofia Gioia Vedani, amministratore delegato della catena di famiglia Planetaria Hotels: 10 alberghi, 700 camere, 300 dipendenti. Parafrasando i brani andati in scena al recente Festival di Sanremo ha illustrato il rapporto ospite-albergo. Ecco allora il valore aggiunto dell’attenzione nei confronti della clientela: “Niente è più grande delle piccole cose”, verso tratto da “Abbi cura di me” di Simone Cristicchi che è il preludio di “Aspetto che torni” (Francesco Renga). Loredana Bertè e Ultimo con “Cosa ti aspetti da me” e “I tuoi particolari” sono un’ulteriore paradigma del binomio domanda-offerta, mentre Nek (“Mi farò trovare pronto”) e Arisa (“Mi sento bene”) sono stati scelti da Sofia Gioia Vedani per interpretare l’impegno e la soddisfazione dell’operatore alberghiero nella cura dell’ospite e nell’attenzione a soddisfare tutte le sue esigenze.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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