L’incontro tra la pancina di maialino e il Vigna del Cristo di Cantine Cavicchioli si basa su un equilibrio di contrasti e affinità che rendono questo abbinamento particolarmente riuscito. La ricchezza della carne, ammorbidita dalla lunga cottura e completata dalla croccantezza della cotenna soffiata, trova nel sorso del Lambrusco di Sorbara una freschezza vibrante e una piacevole acidità in grado di alleggerire il palato e bilanciare la componente grassa del piatto.
Preparazione
La preparazione della pancina di maialino con finocchi marinati all’aceto di lamponi inizia dalla carne, che va rifilata con cura, lasciando la cotenna e incidendola leggermente in superficie per favorire la cottura e la successiva “soffiatura”.
La pancina viene massaggiata con sale, pepe, aglio schiacciato, rosmarino, timo e una foglia d’alloro, quindi sigillata sottovuoto e cotta a bassa temperatura per dodici ore a 75°C. Questo passaggio lento e delicato consente al grasso di fondere dolcemente, rendendo la carne morbida e succulenta.
Terminata la cottura, si raffredda la pancina sotto pressa per compattarla e ottenere porzioni regolari. Poco prima del servizio, si taglia in cubi e si “soffia” la cotenna, ovvero si espone la superficie a un calore intenso - al grill o in olio bollente – per farla diventare croccante e leggera.
Nel frattempo, si prepara la guarnizione di finocchi marinati. I bulbi, affettati finemente con una mandolina, vengono immersi in una miscela composta da aceto di lamponi, zucchero, sale, qualche grano di pepe rosa schiacciato e scorza di limone.
Lasciati riposare per almeno un’ora, i finocchi si ammorbidiscono e assorbono una nota agrodolce che richiama il frutto rosso e dona freschezza al piatto.
Per accompagnare la carne, si realizza un fondo bruno a partire da ossa di maiale e vitello, precedentemente tostate in forno fino a doratura.
Le ossa vengono poi unite a un soffritto di cipolla, carota e sedano, con l’aggiunta di concentrato di pomodoro e una foglia di alloro.
Il tutto cuoce lentamente in acqua per diverse ore, fino a ottenere un fondo ricco e saporito, che viene poi filtrato e ridotto fino a consistenza vellutata.
A completare il piatto è una salsa verde a base di erbe spontanee di campo - come tarassaco, ortica, cicoria e prezzemolo - sbollentate brevemente e poi frullate con uno spicchio d’aglio, brodo vegetale, sale, pepe e un filo d’olio extravergine. Il risultato è una crema aromatica, brillante e fresca, che bilancia la grassezza della carne e armonizza i contrasti.
Al momento dell’impiattamento, ogni elemento trova il suo equilibrio: la pancina, calda e croccante in superficie, è accostata ai finocchi marinati che aggiungono croccantezza e acidità, mentre il fondo bruno e la salsa alle erbe portano profondità e vivacità vegetale.
Allo stesso tempo, le note fruttate dell’aceto di lamponi usato per marinare i finocchi creano un ponte ideale con i profumi del vino, che richiama piccoli frutti rossi come il lampone e la fragola. È un dialogo sottile ma efficace tra le sfumature aromatiche del piatto e quelle del bicchiere, che si rafforzano a vicenda senza sovrapporsi.
La struttura asciutta e snella del Vigna del Cristo sostiene la complessità del piatto - che unisce elementi dolci, grassi, acidi ed erbacei - senza appesantire, mentre il finale leggermente sapido aggiunge un’ulteriore tensione gustativa, pulendo il palato e invitando al boccone successivo. Ne risulta un abbinamento elegante, contemporaneo, dove ogni componente trova il suo spazio e contribuisce a un’armonia d’insieme.