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La pizza crea dipendenza? Sì, e c'è una spiegazione scientifica

Un mix calibrato di grassi, zucchero e sale stimola il cervello e attiva l'amigdala, generando una sensazione di piacere simile a quella provocata da sostanze che creano dipendenza. Ecco cosa succede davvero

 
29 luglio 2025 | 08:30

La pizza crea dipendenza? Sì, e c'è una spiegazione scientifica

Un mix calibrato di grassi, zucchero e sale stimola il cervello e attiva l'amigdala, generando una sensazione di piacere simile a quella provocata da sostanze che creano dipendenza. Ecco cosa succede davvero

29 luglio 2025 | 08:30
 

È buona, fa gola solo a guardarla, mette d'accordo tutti e spesso ci basta sentirne il profumo per averne voglia. Non è solo questione di gusto: secondo diversi studi, come riportato da Humanitas Salute, la pizza è uno degli alimenti che più stimolano il cervello e attivano meccanismi molto simili a quelli della dipendenza. Merito - o colpa - della combinazione vincente tra grassi, zucchero e sale, una sinfonia di sapori che agisce direttamente su una parte del cervello coinvolta nel piacere, l'amigdala. Una spinta che non è solo fisiologica, ma anche sociale e culturale, se pensiamo al modo in cui questo piatto viene consumato e vissuto in compagnia, tra momenti di condivisione e relax.

La pizza crea dipendenza? Sì, e c'è una spiegazione scientifica

Perché la pizza dà dipendenza: cosa dice la scienza

La pizza ha caratteristiche che attivano i sensi in modo potente

Il mix di ingredienti che compone una pizza - dalla base lievitata al pomodoro, passando per il formaggio fuso - ha caratteristiche che attivano i sensi in modo potente. Il profumo che si sprigiona dalla cottura in forno, il colore rosso acceso della salsa, la croccantezza della crosta unita alla masticabilità del formaggio, tutto lavora in perfetto equilibrio per stimolare l'appetito. Il cervello risponde con un segnale di piacere, spingendoci a volerne ancora. È un'esperienza che coinvolge tutti i sensi e che, negli Stati Uniti, hanno perfino definito con un nome preciso: “pizza experience”.

Il valore nutrizionale della pizza

Dal punto di vista nutrizionale, ricordiamo, la pizza è un alimento completo, ma che richiede attenzione. Una Margherita standard fornisce circa 600-700 kcal, con una composizione media di circa il 73% di carboidrati, 19% di grassi e 8% di proteine. Se si aggiungono condimenti più ricchi, come formaggi extra o salse, le calorie possono salire anche oltre le 900, come nel caso della quattro formaggi. Inserita in una dieta equilibrata, la pizza non è da demonizzare, ma è bene limitarne il consumo a una volta a settimana, soprattutto in un regime ipocalorico.

La pizza crea dipendenza? Sì, e c'è una spiegazione scientifica

La pizza è un alimento completo, ma che richiede attenzione

Non mancano, comunque, le qualità. La salsa di pomodoro, ad esempio, è una fonte preziosa di licopene, un antiossidante associato a un ridotto rischio di tumore alla prostata. La sua biodisponibilità, cioè la capacità dell'organismo di assorbirlo, aumenta se si aggiunge un filo di olio extravergine di oliva a crudo. La scelta delle materie prime fa la differenza: una pizza con una base sottile, preparata con farine poco raffinate, magari semi integrali o integrali, ricche di fibre e micronutrienti come zinco, ferro e vitamine del gruppo B, è da preferire. Così come è importante il tipo di lievitazione, che dovrebbe essere lunga e naturale, con uso del lievito madre, e una guarnizione semplice, che dia spazio a verdure e ingredienti freschi.

La pizza è associata a momenti piacevoli

Alla fine dei conti, la pizza conquista per una combinazione ben orchestrata di gusto, sensazioni tattili, profumi e colori, ma anche perché la associamo a momenti piacevoli: una partita in tv, una serata tra amici, una cena in famiglia. È anche qui, d'altronde, che scatta l'automatismo, e forse anche la dipendenza. Ma se l'equilibrio sta nelle scelte e nella frequenza, goderne resta un piacere legittimo e, perché no, anche salutare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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