Tra le infezioni più comuni c’è la salmonellosi dovuta all’ingestione di acqua e cibi contaminati dalla salmonella. Si tratta di un genere di batteri che vivono nel tratto intestinale di uomini e animali: la sua trasmissione è per via oro-fecale. «Nella maggioranza dei casi, la salmonellosi è un’infezione che si “autolimita” e si risolve in pochi giorni», ricorda la dottoressa Beatrice Salvioli gastroenterologa di Humanitas.
Le fonti di infezione sono l’acqua non potabile e diversi alimenti: le uova, responsabili del 50% delle epidemie di salmonellosi, ricorda l’Istituto superiore di Sanità, la carne cruda e il latte non pastorizzato. Anche i derivati delle carni, soprattutto se poco cotti, o i preparati che contengono uova crude, come il gelato, le salse e i condimenti, possono trasmettere l’infezione.
Ma alcune regole applicate con continuità possono abbassare enormemente il rischio. Innanzitutto va limitato al massimo il consumo di questi cibi crudi: la cottura, infatti è in grado di eliminare il battere. La prevenzione della salmonellosi passa attraverso semplici regole comportamentali e di igiene, tra cui: lavarsi le mani prima e dopo aver manipolato alimenti crudi; lavare accuratamente frutta e verdura prima di passare alla preparazione dei pasti; pulire per bene gli utensili utilizzati in cucina e usarne diversi per gli alimenti crudi e cotti; separare i cibi crudi da quelli cotti; bere latte pastorizzato.
L’infezione si manifesta con sintomi tipici del tratto gastrointestinale come vomito, nausea, diarrea, ma anche crampi muscolari e febbre. Le forme più gravi di salmonellosi si verificano soprattutto in soggetti più a rischio come gli anziani, i bambini e i soggetti immuno-compromessi. Anche le donne in gravidanza rientrano fra le categorie più a rischio.
«Generalmente - spiega la dottoressa Salvioli - la terapia è di “supporto”, ovvero con la somministrazione di soluzioni orali reidratanti per ripristinare l’acqua e i sali persi con il vomito e la diarrea, e con probiotici. Si sconsiglia di utilizzare antidiarroici, come la loperamide, in quando la diarrea è il meccanismo di difesa usato dall’organismo per espellere i germi. L’utilizzo degli antibiotici è sconsigliato poiché potrebbe allungare i tempi di persistenza dei batteri nell’organismo. L’ospedalizzazione e l’uso di antibiotici sono indicati solo in casi gravi e nei neonati al di sotto dei tre mesi di età».
«Infine - conclude la specialista - durante le fasi acute di infezione da Salmonella è consigliabile bere molta acqua a temperatura ambiente; una dieta in bianco, ovvero cibi non conditi con sughi, senza frutta e verdura almeno fino a che non scompare la dissenteria; evitare latte, creme e dolci».