Il formaggio, alimento radicato nella nostra cultura gastronomica, offre una varietà infinita di sapori e consistenze. Tuttavia, il suo consumo eccessivo, soprattutto di formaggi stagionati, può risultare dannoso per la salute a causa dell'alto contenuto di grassi saturi e sale. Questo fenomeno può verificarsi anche perché molti formaggi, specialmente quelli freschi, vengono considerati magri e quindi consumati senza le dovute attenzioni. Ci sono formaggi che possono essere considerati magri? Quanto formaggio si può mangiare a settimana? Risponde Matteo Cozzi, biologo nutrizionista nei centri medici Humanitas Medical Care.

Ci sono formaggi che possono essere considerati magri?
Esistono i formaggi magri?
Attenzione, diciamolo subito, ad accostare la parola "magro" a "formaggio": può essere fuorviante, inducendo a un consumo eccessivo.
Classificazione dei formaggi:
- Magri (meno del 20% di grassi sulla sostanza secca): pochissimi, tendenzialmente solo quelli scremati.
- Leggeri (20-39% di grassi): ricotta, fiocchi di latte, mozzarella, stracchino, crescenza.
- Semigrassi (40-49% di grassi): fontina, groviera, emmental.
- Grassi (50-62% di grassi): provolone, scamorza, provola.
- Molto grassi (oltre il 62% di grassi): gorgonzola, taleggio, parmigiano reggiano.
Stagionatura:
- Freschi (fino a 15 giorni): maggiore contenuto di acqua, porzioni leggermente più abbondanti.
- Stagionati (oltre 15 giorni): minor contenuto di acqua, porzioni più ridotte.
Formaggi da preferire:
- Freschi: ricotta (10-20% di grassi), stracchino (10-15% di grassi), mozzarella (17-20% di grassi).
- Stagionati: parmigiano reggiano (32% di grassi), grana padano (32% di grassi).
Ora è bene ricordare che:
- Formaggi freschi: ricotta, stracchino, mozzarella. Contengono meno grassi e sale rispetto ai stagionati grazie alla maggiore percentuale di acqua.
- Ricotta: tra i latticini con minor contenuto di grassi e sale (10-20% a seconda del latte utilizzato).
- Feta: spesso considerata più salutare, in realtà ha valori nutrizionali simili ai formaggi freschi, con un contenuto di sale più elevato.
- Mozzarella, crescenza, scamorza, stracchino: circa 20-25% di grassi.
- Robiola: contrariamente al pensiero comune, ha un contenuto di grassi che può arrivare al 30%.
Formaggio: sì, ma con moderazione! Quanto mangiarne a settimana?
Il formaggio, elemento irrinunciabile della nostra dieta, è una ricca fonte di proteine, calcio e vitamina D. Tuttavia, l'eccesso di grassi saturi, sale e colesterolo contenuti in alcuni tipi di formaggio può rappresentare un rischio per la salute cardiovascolare.
Come consumare il formaggio in modo consapevole?
- Non come aggiunta ai pasti o spuntino, ma come alternativa alle proteine.
- Limitare il consumo a non più di 2 volte a settimana.
- Dosare le porzioni: 50-100 grammi.
- Inserire il formaggio in piatti unici come condimento per pasta, riso o cereali.
- Scegliere formaggi freschi o light con attenzione.
- Leggere l'etichetta nutrizionale e prediligere prodotti di qualità.
Formaggi light: attenzione alle insidie
I prodotti light, seppur con minor contenuto di calorie o nutrienti, possono indurre a un consumo eccessivo e spesso contengono additivi o composti chimici che ne peggiorano la qualità nutrizionale.
Chi dovrebbe limitare il consumo di formaggio?
- Intolleranti al lattosio: evitare formaggi freschi a pasta molle.
- Ipercolesterolemici e dislipidemici: prestare attenzione ai grassi saturi.
- Ipertensi: limitare il consumo per l'alto contenuto di sale.
In generale, il formaggio è un alimento da consumare con moderazione all'interno di una dieta sana ed equilibrata.
Ricordate:
- Scegliere formaggi freschi o light con moderazione.
- Limitare la porzione a 50-100 grammi.
- Consumare il formaggio come parte di un pasto completo e non come spuntino.
- Prestare attenzione all'etichetta nutrizionale e scegliere prodotti di qualità.