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lunedì 15 dicembre 2025  | aggiornato alle 09:20 | 116318 articoli pubblicati

Che cos’è il bergamotto e perché fa bene: proprietà e utilizzi

Ricco di flavonoidi, vitamine e composti bioattivi, è al centro di numerosi studi per il possibile supporto al controllo del colesterolo, dei trigliceridi e della salute cardiovascolare, fra alimentazione e integrazione

 
15 dicembre 2025 | 07:30

Che cos’è il bergamotto e perché fa bene: proprietà e utilizzi

Ricco di flavonoidi, vitamine e composti bioattivi, è al centro di numerosi studi per il possibile supporto al controllo del colesterolo, dei trigliceridi e della salute cardiovascolare, fra alimentazione e integrazione

15 dicembre 2025 | 07:30
 

C’è un agrume che più di altri riesce a tenere insieme profumo, salute e cucina, senza mai alzare la voce. Il bergamotto è così: discreto, complesso, profondamente legato a un territorio eppure capace di parlare al mondo. Lo si associa spesso alla profumeria o a una nota aromatica elegante, ma dietro quella scorza ruvida e intensamente profumata c’è una storia lunga, una composizione nutrizionale interessante e un utilizzo gastronomico che negli ultimi anni ha trovato nuove strade. Conoscerlo davvero significa andare oltre il cliché e restituirgli il ruolo che merita.

Che cos’è il bergamotto e perché fa bene: proprietà e utilizzi

Tutto quello che c’è da sapere sul bergamotto

Una storia ancora parzialmente irrisolta

Dal punto di vista botanico, il bergamotto è il frutto del Citrus bergamia, appartenente alla famiglia delle Rutaceae. Le sue origini restano in parte avvolte nell’incertezza: secondo l’ipotesi più accreditata deriverebbe da un incrocio naturale tra arancio amaro e limone o cedro, mentre il nome potrebbe rimandare sia alla città di Bergamo, dove l’essenza venne commercializzata in epoca moderna, sia al termine turco beg armudi, “pera del signore”.

Quello che è certo è il legame strettissimo con la Calabria, e in particolare con la fascia costiera della provincia di Reggio Calabria, dove il bergamotto ha trovato condizioni climatiche ideali e una vocazione produttiva unica. Qui si coltivano le tre varietà principali - femminello, castagnaro e fantastico - che ancora oggi rappresentano quasi la totalità della produzione mondiale. Un dato che dice molto di quanto questo agrume sia, prima di tutto, una questione di territorio.

Cosa c’è dentro il bergamotto

Dal punto di vista nutrizionale, come riportano gli esperti di Humanitas Saluteil bergamotto è composto per circa l’80% da acqua e ha un apporto energetico contenuto: un frutto medio fornisce circa 42 calorie. La quota principale è rappresentata dai carboidrati, pari a 10,7 grammi, di cui 8,48 grammi sono zuccheri naturali, mentre 1,4 grammi sono fibre alimentari, utili per la regolarità intestinale. Le proteine sono presenti in quantità modesta, 0,65 grammi, mentre i grassi risultano quasi trascurabili: 0,25 grammi totali, con 0,031 grammi di grassi saturi, 0,052 grammi di polinsaturi e 0,048 grammi di monoinsaturi.

Sul fronte dei micronutrienti, il bergamotto si distingue soprattutto per il contenuto di vitamina C, che copre circa il 36% del fabbisogno giornaliero in una dieta da 2000 calorie, e per la presenza di vitamina A, pari all’11% del fabbisogno quotidiano. Non manca il contributo minerale: 133 mg di potassio, utili per l’equilibrio idrosalino e la funzione muscolare, a fronte di un contenuto di sodio molto basso, appena 2 mg. Sono presenti anche calcio, che copre circa il 3% del fabbisogno giornaliero, e ferro, in misura più contenuta, pari all’1%. A completare il profilo nutrizionale ci sono acido citrico, magnesio e soprattutto flavonoidi, composti bioattivi su cui si concentra gran parte dell’interesse scientifico legato a questo agrume.

Benefici potenziali e attenzioni da avere

È proprio lo studio dei flavonoidi ad aver acceso i riflettori sul bergamotto in ambito salutistico. Diverse ricerche hanno messo in relazione l’assunzione di estratti di bergamotto con una possibile riduzione del colesterolo LDL e dei trigliceridi, suggerendo un ruolo di supporto nella protezione cardiovascolare. In alcuni casi, l’efficacia osservata è stata paragonata a quella delle statine, pur con meccanismi diversi.

Va però chiarito un punto spesso trascurato: molti dei benefici citati non derivano dal consumo diretto del frutto fresco, quanto dall’uso di estratti e, soprattutto, dell’olio essenziale ricavato dalla buccia. È proprio quest’ultimo a trovare applicazione in aromaterapia e cosmetica, ma richiede attenzione, perché può aumentare la fotosensibilità della pelle e interagire con alcuni farmaci. Un aspetto da considerare con cautela, soprattutto quando si passa dall’alimentazione all’uso topico.

Stagionalità e spazio in cucina

Il bergamotto è un frutto stagionale, disponibile indicativamente da ottobre a marzo. La sua natura amaricante ne ha limitato a lungo l’utilizzo diretto a tavola, ma negli ultimi anni la cucina ha imparato a trattarlo con maggiore consapevolezza. La scorza, usata con misura, è diventata una risorsa aromatica per dolci, creme, lievitati e confetture, mentre il succo trova spazio in salse, marinature e bevande. Non mancano gli impieghi nel mondo del tè, basti pensare all’Earl Grey, e nella mixology, dove il bergamotto viene utilizzato per dare profondità e freschezza senza risultare invadente. In cucina funziona quando viene rispettato, dosato e inserito in un equilibrio più ampio.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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