Ambrosia, parietaria, muffe e acari: le insidie autunnali per gli allergici
I sintomi sono comuni a quelli della primavera: starnuti, naso che cola, prurito e congestione nasale, lacrimazione e fotosensibilità, bruciore, arrossamento e prurito agli occhi. Bisogna intervenire con una terapia mirata
16 novembre 2020 | 11:39
Orami è noto, le allergie non colpiscono solo in primavera. Con l’autunno, infatti, insieme alle temperature che calano e alle foglie che cadono, si diffondono alcuni allergeni.
Alessandra Piona, responsabile di Medicina Generale di Humanitas San Pio X, in un articolo apparso su Humanitas Salute che pubblichiamo, spiega quali sono questi allergeni, i loro sintomi e gli esami da fare per una corretta diagnosi.
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Acari, muffe, ambrosia, parietaria…
Questo è il periodo in cui proliferano l’ambrosia, la parietaria e in minor misura le graminacee, ma anche le allergie alle muffe e agli acari. Questi ultimi, presenti tutto l’anno, è però con l’abbassamento delle temperature dopo il periodo di caldo estivo che si diffondono maggiormente, mentre le muffe aprono le loro spore con il caldo e le diffondono nell’aria fino all’autunno.
Si tratta di allergie che possono presentarsi prevalentemente con disturbi respiratori simili a un forte raffreddore persistente, ma da non sottovalutare. Una diagnosi corretta, specie se il “raffreddore” si ripresenta ogni anno in questo periodo, è importante per valutare a quali allergeni si è allergici e porvi rimedio, evitando che i sintomi si ripresentino.
Quali sono i sintomi?
I sintomi delle allergie autunnali sono comuni a quelli dell’allergia primaverile, o in generale delle altre stagioni: starnuti ripetuti, naso che cola, prurito e congestione nasale, lacrimazione e fotosensibilità, bruciore, arrossamento e prurito agli occhi.
Nei casi più gravi l’allergia può sfociare in asma allergico, ma possono essere presenti anche allergie a più allergeni, come nel caso dell’allergia all’ambrosia che spesso è associata anche ad allergie ad altri pollini o agli acari. In alcuni casi, possono insorgere le cosiddette reazioni crociate con alcuni alimenti, spesso a seguito dell’ingestione di frutta o verdura, che si manifestano come reazioni allergiche, con prurito alla gola, talvolta, gonfiore a labbra, lingua o palpebre.
Quali gli esami per la diagnosi?
Con i sintomi di allergia è consigliato rivolgersi allo specialista per effettuare gli esami per la diagnosi e successivamente intervenire con una terapia mirata. Gli esami per la diagnosi, eventualmente anche di allergia crociata agli alimenti, sono eseguiti in ambulatorio con due esami specifici, il prick test e il dosaggio delle IgE specifiche.
Si tratta di esami che non richiedono alcuna preparazione specifica da parte del paziente, sono indolore e rapidi nell’esecuzione. In particolare, il prick test prevede la perforazione della cute con un aghetto che permette la penetrazione di una piccola quantità di allergene sotto la cute: se dopo 20 minuti compare un ponfo rosso e caldo intorno al punto dell’iniezione, allora il paziente è sensibile all’allergene iniettato. In alcuni casi, il risultato del prick test è supportato dalla ricerca delle IgE specifiche nel sangue, esame che si effettua con un prelievo di sangue venoso.
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In autunno proliferano l’ambrosia, la parietaria e in minor misura le graminacee
Alessandra Piona, responsabile di Medicina Generale di Humanitas San Pio X, in un articolo apparso su Humanitas Salute che pubblichiamo, spiega quali sono questi allergeni, i loro sintomi e gli esami da fare per una corretta diagnosi.
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Acari, muffe, ambrosia, parietaria…
Questo è il periodo in cui proliferano l’ambrosia, la parietaria e in minor misura le graminacee, ma anche le allergie alle muffe e agli acari. Questi ultimi, presenti tutto l’anno, è però con l’abbassamento delle temperature dopo il periodo di caldo estivo che si diffondono maggiormente, mentre le muffe aprono le loro spore con il caldo e le diffondono nell’aria fino all’autunno.
Si tratta di allergie che possono presentarsi prevalentemente con disturbi respiratori simili a un forte raffreddore persistente, ma da non sottovalutare. Una diagnosi corretta, specie se il “raffreddore” si ripresenta ogni anno in questo periodo, è importante per valutare a quali allergeni si è allergici e porvi rimedio, evitando che i sintomi si ripresentino.
Quali sono i sintomi?
I sintomi delle allergie autunnali sono comuni a quelli dell’allergia primaverile, o in generale delle altre stagioni: starnuti ripetuti, naso che cola, prurito e congestione nasale, lacrimazione e fotosensibilità, bruciore, arrossamento e prurito agli occhi.
Nei casi più gravi l’allergia può sfociare in asma allergico, ma possono essere presenti anche allergie a più allergeni, come nel caso dell’allergia all’ambrosia che spesso è associata anche ad allergie ad altri pollini o agli acari. In alcuni casi, possono insorgere le cosiddette reazioni crociate con alcuni alimenti, spesso a seguito dell’ingestione di frutta o verdura, che si manifestano come reazioni allergiche, con prurito alla gola, talvolta, gonfiore a labbra, lingua o palpebre.
Quali gli esami per la diagnosi?
Con i sintomi di allergia è consigliato rivolgersi allo specialista per effettuare gli esami per la diagnosi e successivamente intervenire con una terapia mirata. Gli esami per la diagnosi, eventualmente anche di allergia crociata agli alimenti, sono eseguiti in ambulatorio con due esami specifici, il prick test e il dosaggio delle IgE specifiche.
Si tratta di esami che non richiedono alcuna preparazione specifica da parte del paziente, sono indolore e rapidi nell’esecuzione. In particolare, il prick test prevede la perforazione della cute con un aghetto che permette la penetrazione di una piccola quantità di allergene sotto la cute: se dopo 20 minuti compare un ponfo rosso e caldo intorno al punto dell’iniezione, allora il paziente è sensibile all’allergene iniettato. In alcuni casi, il risultato del prick test è supportato dalla ricerca delle IgE specifiche nel sangue, esame che si effettua con un prelievo di sangue venoso.
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