Inchini, gomitate, tocchi di piede L'Oms rivede il rito del saluto

Nel mondo il saluto è un’alta forma di rispetto verso il prossimo. In Italia il contatto sembra strettamente necessario, ma a oggi non è più consentito. Ecco i consigli dell'Oms in tempi di virus

05 marzo 2020 | 12:43
di Federico Biffignandi
Le buone norme emanate dall'Oms per ridurre il rischio di contagio da coronavirus mettono al bando ogni tipo di contatto fisico. Potranno tirare un sospiro di sollievo tutti quelli che mal sopportano le persone che quando ti parlano ti toccano, sfiorano, ti danno pacche, si appoggiano, si avvicinano ad un palmo di mano (magari anche urlando).


La vignetta che riassume i saluti alternativi dettati dall'Oms

Si prova a sdrammatizzare, almeno su alcune questioni, perché il clima è ormai soffocante da quando il coronavirus è penetrato nel Belpaese, noto nel mondo per essere la patria delle persone “affettuose” ad ogni costo, anche per un semplice saluto tra colleghi.

L’Oms ha utilizzato addirittura Tik Tok, l’astro nascente dei social network, per veicolare in modo efficiente ma simpatico il messaggio dopo che nei giorni scorsi avevamo indicato il Namastè come il saluto più "salutare". E poi è arrivato anche il tweet del direttore del settore epidemico dell’Oms, Sylvie Briand, che ha suggerito alcuni saluti alternativi. “The wave” prevede la più classica mano alzata, un cenno tanto chiaro quanto sobrio, tipico di chi saluta da lontano. “The Thai Wai” invece è più simile ad un rispettosissimo ed elegante inchino di stampo orientale. E poi “The Elbow”, un po’ più goliardico che altro non è che un tocco di gomito. Tra i più estrosi il "Footshake" che consiste in un calcetto, un misto tra contatto calcistico e balletto tipo tango.

Tutto utile, soprattutto in tempi in cui stiamo riscoprendo (sic!) buone norme che dovrebbero essere alla base di una convivenza civile. Tipo lavarsi spesso le mani, o rispettare gli “spazi vitali” del prossimo. Tipo salutarsi, appunto. Un suggerimento facile: usare la voce per dire “ciao” o “buongiorno” non costa nulla ed è pure sicuro. Magari stando comunque a 100 centimetri di distanza, giusto per rispettare i più schizzinosi.

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Alberto Lupini


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