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Anche chi soffre di intolleranze può gustare una cucina di alto livello

Chi soffre di intolleranze alimentari è convinto di dovere rinunciare a piatti ricercati e ricchi di gusto. Lo chef Francesco Pucci della Taverna La Riggiola di Napoli ha stupito i commensali con una cena memorabile

 
14 luglio 2017 | 17:40

Anche chi soffre di intolleranze può gustare una cucina di alto livello

Chi soffre di intolleranze alimentari è convinto di dovere rinunciare a piatti ricercati e ricchi di gusto. Lo chef Francesco Pucci della Taverna La Riggiola di Napoli ha stupito i commensali con una cena memorabile

14 luglio 2017 | 17:40
 

Confronto, da tanta viva curiosità permeato, tanta la voglia di conoscere e di capire, e di saperne in definitiva, con colleghi ed amici che - qui adopero la locuzione usuale - sono “intolleranti”. Accade a Napoli, nell’ultimo giorno dello scorso mese di giugno. Cena organizzata dall’Associazione “Il mondo delle intolleranze”, presieduta da Tiziana Colombo (una delle “firme” di Italia a Tavola), con un menu caratterizzato dai “senza”. E quindi senza lattosio, senza glutine e a basso contenuto di nichel. Pregevole la sede: il ristorante “Taverna La Riggiola”, chef il valente Francesco Pucci. Siamo in Vico Satriano a Napoli, tra il salotto buono della città, Piazza dei Martiri, e la Riviera di Chiaia.

Anche chi soffre di intolleranze può gustare una cucina di alto livello

Chi soffre di intolleranze alimentari necessita di uno stile di vita sano per nutrirsi quotidianamente con gusto e sicura leggerezza. E lo chef Francesco Pucci, con competenza ed entusiasmo, ha dimostrato sul campo come anche il mondo della ristorazione possa e debba andare incontro a chi si deve confrontare a tavola con problematiche di intolleranze.

Menu memorabile: Tagliatella di seppia con crema di piselli, Riso integrale con verdure, cicerchia fresca e polpo brasato. A seguire, Baccalà in casseruola con Pomodorino del Piennolo e Cipolla di Montoro. A chiudere, un delizioso quanto delicato Sformatino di frutta marinata. Molti dei prodotti, in duplice valenza di km 0 e di filiera corta, provengono dall’azienda agricola Micillo il cui titolare, Pietro Micillo, è il patron del ristorante.

Anche chi soffre di intolleranze può gustare una cucina di alto livello

Pietro palesa la sua mission: conservare e valorizzare la biodiversità, recuperando alcuni ortaggi che stavano del tutto scomparendo, quali la Torzella, la Cicerchia flegrea, il Fagiolo a Formella, la Papaccella riccia napoletana, la Zucca lunga napoletana, il Pomodorino giallo, la Borragine e il Fagiolino lungo.

La presidente Tiziana Colombo ci dice: «Promuovere l’associazione è una questione sostanziale se crediamo nella necessità dell’aiuto che possiamo offrire. Il nostro progetto Accademia è pronto ed è stato approvato dagli organi competenti. La mia determinazione e quella dell’ingegner Tania Bellani, che mi ha affiancato con la sua professionalità, ci ha portati alla meta: nella primavera 2018 saremo pronti con uno spazio di 300 mq attrezzato per formazione ed eventi a tema, un luogo di riferimento per chef ed esperti scientifici con grandi competenze sui fenomeni delle intolleranze alimentari, intorno ai quali ci sono ancora tanti temi controversi su cui confrontarsi».

Anche chi soffre di intolleranze può gustare una cucina di alto livello

A tavola, il luogo di elezione dell’amena e sana convivialità, siano gli intolleranti tolleranti con coloro i quali non soffrono di intolleranze, e siano facilitatori, verso costoro, dell’ampliamento delle esperienze di gusto ed anche cognitive ed emozionali che un menu dei “senza” come quello dello chef Francesco Pucci può così gioiosamente arrecare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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