Un vademecum di salute alimentare (utile anche nella prevenzione dei tumori) segmentato in quattro fasce d’età (dai 4 ai 17 anni) messo a punto da Unione italiana food e dall’ospedale pediatrico di Roma Istituto Bambino Gesù per la salute del bambino e adolescente. Un planning che prevede anche 56 merende settimanali con l’obiettivo di aiutare i genitori a organizzarsi al meglio (già in occasione della giornata della merenda lo avevamo accennato).
Tra i cinque pasti di giornata c'è la merenda
«Alla base di una corretta alimentazione in tutte le età e in particolare in quella pediatrica - ha spiegato nel corso della presentazione milanese
Giuseppe Morino, responsabile Unità operativa Educazione alimentare Bambino Gesù - vi è la varietà, che per le merende può essere rappresentata da proposte dolci alternate a quelle salate, diverse ogni giorno, almeno nell’arco di una settimana. Due merende giornaliere varie e nutrizionalmente adeguate rappresentano un contributo necessario a una crescita armonica, senza favorire il sovrappeso o patologie metaboliche a esso correlate».
Dagli abbinamenti suggeriti dall’Istituto emerge come la frutta, fresca e secca, sia il caposaldo della merenda e vada consumata tutti i giorni. Fondamentale anche l’alternanza degli alimenti, dolci e salati, come yogurt, pane, dolci fatti in casa o confezionati, panini con formaggi, salumi e verdure, gelato e frullati, biscotti e cioccolato. Tra le novità anche alcune proposte adatte a uno stile alimentare vegetariano.
Mario Piccialuti e Giuseppe Morino
«La merenda - ha ricordato
Mario Piccialuti, direttore generale Unione italiana food - rientra nei cinque pasti in cui si articola la nostra giornata alimentare. E la merendina, che non è uno snack, è un’interpretazione della nostra arte dolciaria, la tradizione della merenda casalinga riproposta dalle aziende, un prodotto esclusivamente italiano dal peso inferiore ai 35 grammi. Negli ultimi 10 anni, è bene sottolinearlo, la presenza di grassi saturi nelle merendine è diminuita del 20%, quella di zuccheri del 30% e il contenuto calorico ha perso 21 punti percentuali. Risultati frutto di ingenti investimenti in ricerca da parte di un comparto, l’industria dolciaria da forno, che vale 5 miliardi e 300 milioni di euro, di cui 1 miliardo rappresentato dal mercato delle merendine».
Merenda sì, ma senza esagerare. La porzionatura dei dolci confezionati in questo senso si rivela utile in quanto permette di avere un contenuto calorico prestabilito indicato in etichetta
Per informazioni:
www.merendineitaliane.it
www.unioneitalianafood.it