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Come la Russia finanzia la guerra: il caso dei frutti di mare e del falso made in China

Nonostante le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea, la Russia non ferma il conflitto in Ucraina. Grazie a una serie di società ombra con prestanome appartenenti ad altre nazionalità, Mosca sta continuando a portare avanti i propri investimenti esportando prodotti ittici col marchio made in China

di Luca Bassi
11 aprile 2022 | 19:08
Come la Russia finanzia la guerra: il caso dei frutti di mare e del falso Made in China
Come la Russia finanzia la guerra: il caso dei frutti di mare e del falso Made in China

Come la Russia finanzia la guerra: il caso dei frutti di mare e del falso made in China

Nonostante le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea, la Russia non ferma il conflitto in Ucraina. Grazie a una serie di società ombra con prestanome appartenenti ad altre nazionalità, Mosca sta continuando a portare avanti i propri investimenti esportando prodotti ittici col marchio made in China

di Luca Bassi
11 aprile 2022 | 19:08
 

Ce l'hanno detto per settimane: la Russia a forza di sanzioni alzerà bandiera bianca. È la guerra 2.0 che il resto d'Europa e gli Stati Uniti starebbero combattendo nell'ombra, a fianco dell'Ucraina. Ma i giorni passano e le bombe continuano a piovere sui civili ucraini: la fine del conflitto, per ora, non si vede neanche col binocolo. Esistono numerose strategie con cui un Paese può aggirare le sanzioni e continuare a guadagnare come se niente fosse, per esempio costruendo una ragnatela internazionale di cosiddette "società-ombra", con prestanome appartenenti ad altre nazionalità, così da far continuare il proprio business senza particolari intoppi. Ed è proprio quello che la Russia sta facendo. Ce lo dice la cronaca americana di questi giorni, che parla di pesce e frutti di mare che continuano ad arrivare dalla Russia negli Stati Uniti in barba a ogni tipo di sanzione. Come? Dopo complesse operazioni pensate per farli apparire come prodotti made in China. Spariscono così le tracce della provenienza originaria e il mercato – che continua a richiederli – li può utilizzare senza problema alcuno.

Come la Russia finanzia la guerra: il caso dei frutti di mare e del falso Made in China

Il tracollo economico della Russia può aspettare...

Ma i giorni passano e le bombe continuano a piovere sui civili ucraini. E il tracollo economico della Russia? È già acqua passata? Troppo presto per dirlo, ma la cosa certa è che le sanzioni arrivate nelle scorse settimane contro Putin e soci sono state molto meno efficaci di quel che ci si poteva aspettare.

D'altronde, Mosca continua a ricevere pagamenti in valuta pregiata per la vendita di gas e petrolio, fondi più che sufficienti per continuare a comprare armi e procedere all'invasione ucraina senza battere ciglio, scongiurando ogni rischio di bancarotta sovrana.

 

 

Per danneggiare la Russia si dovrebbe aumentare la pruduzione petrolifera

Detto che le sanzioni fanno la loro parte, un'idea valida potrebbe essere quella di rendere ancor più pesanti questi colpi a Putin favorendo un aumento della produzione petrolifera da parte dei paesi Opec. Questo comporterebbe una rapida discesa dei prezzi dell'energia e taglierebbe una grossa fetta di fondi a Mosca per comprare nuovi armi da impiegare in guerra. Ma, c'è un ma: gli Stati Uniti, storici rivali di Emirati e Arabia Saudita, non possono contare sull'appoggio di chi comanda il cartello petrolifero dell'Opec.

Tradotto: i soldi alla Russia continuano ad arrivare nonostante le tanto pubblicizzate sanzioni.

L'introito occulto sul quale può contare Mosca

La vendita di gas e petrolio, non sono l'unico grande introito su cui Mosca può contare anche in questi tempi di guerra.

Esistono numerose strategie con cui un Paese può aggirare le sanzioni e continuare a guadagnare come se niente fosse, per esempio costruendo una ragnatela internazionale di cosiddette "società-ombra" con prestanome appartenenti ad altre nazionalità, così da far continuare il proprio business senza particolari intoppi.

Ed è proprio quello che la Russia sta facendo. Ce lo dice la cronaca americana di questi giorni, che parla di pesce e frutti di mare che continuano ad arrivare dalla Russia negli Stati Uniti in barba a ogni tipo di sanzione. Come? Dopo complesse operazioni pensate per farli apparire come prodotti made in China. Spariscono così le tracce della provenienza originaria e il mercato – che continua a richiederli – li può utilizzare senza problema alcuno.

Tutto questo, però, ha un costo ben preciso, quello che stanno pagando in termini di vite umane in terra ucraina. Perché nel terzo millennio anche una porzione di caviale può contribuire a far pendere l'ago da una parte o dall'altra della bilancia quando si tratta di guerra. Anche se può sembrare davvero assurdo.

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