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Il cibo degli italiani nel 2020? Sano, vegetale e naturale

Una ricerca francese ha evidenziato che in Italia l'attenzione all'alimentazione sana sta crescendo negli ultimi due anni. Aumenta l'acquisto critico osservando la filiera e i metodi di produzione.

 
01 dicembre 2020 | 12:16

Il cibo degli italiani nel 2020? Sano, vegetale e naturale

Una ricerca francese ha evidenziato che in Italia l'attenzione all'alimentazione sana sta crescendo negli ultimi due anni. Aumenta l'acquisto critico osservando la filiera e i metodi di produzione.

01 dicembre 2020 | 12:16
 

Il cibo deve essere naturale, medicale e vegetale, non per tutti i consumatori ma sicuramente per tutti quelli più attenti e sensibili alle innovazioni, culturali oltre che tecniche. A rivelarlo è Sial Insights, uno studio internazionale commissionato dal salone francese Sial che racconta come sta cambiando l'approccio al cibo nei principali mercati occidentali.

Cibo sostenibile sempre più di tendenza -

Cibo sostenibile sempre più di tendenza

In Italia il 62% degli italiani ha cambiato il modo di mangiare in due anni
Il rapporto mira a delineare le tendenze internazionali comuni ma, soprattutto, individua le peculiarità di ogni Paese, partendo proprio da preferenze, esigenze e scelte prese dai consumatori. In Italia, dove il concetto di alimentazione è fortemente radicato, lo scenario è in realtà in forte evoluzione, a partire dal primo dato di fondo: negli ultimi due anni 62 italiani su 100 hanno cambiato le loro abitudini di consumo. Una percentuale elevata ma comunque inferiore a quella degli altri principali paesi europei, tra cui spicca la Francia con il 75% di abitanti che dichiarano di aver approccio al cibo nel corso dell'ultimo biennio. Un divario forse riferito proprio alla cultura che ogni Paese ha quando si siede a tavola.

Tre italiani su quattro hanno scelto l'alimentazione sana
Il cambio di abitudini tende, chiaramente, al meglio verso il concetto di alimentazione sana. In tre casi su quattro i nostri connazionali hanno adottato un'alimentazione che riduce ad esempio i consumi di carne e su questo fronte ci battono solo gli spagnoli (83%) mentre per tedeschi, inglesi e francesi questo tema è meno rilevante. Cruciale in Italia il tanto acclamato concetto di territorio, tra i Paesi europei è quello che ci bada di più; il 65% dei consumatori ha dichiarato di aver acquistato più cibo locale/regionale, quasi in linea con quanto accaduto in Francia (64%) e Spagna (63%) ma ben distanti dal 29% della Gran Bretagna. Il terzo grande asse di cambiamento in Italia è stato l'attenzione alla composizione degli alimenti: il 45% dei consumatori ammette di aver prestato più attenzione alla lista degli ingredienti, preferendo comprare quelli privi di coloranti o conservanti o scegliendo il biologico. Un comportamento che ci accomuna ai francesi, che è massimo tra gli spagnoli (56%) e che risulta, invece, meno diffuso tra tedeschi (36%) e inglesi (33%).

L'impatto ambientale del cibo ha un peso
Inevitabile che la voglia di mangiare sano abbia un riflesso anche nella maggiore attenzione all'impatto che il cibo (con tutte le sue componenti) ha sull'ambiente. In particolare si tiene d'occhio il packaging che sia leggero e riciclabile: negli ultimi due anni l'attenzione è cresciuta per il 40% degli italiani, secondi dietro gli storici ecologistici tedeschi (44%) e a ben dieci punti di distanza dagli inglesi. Dunque, molti più alimenti salutisti, più prodotti locali/regionali e più tempo dedicato all'analisi della lista degli ingredienti e alla valutazione della sostenibilità di quel che si compra e si porta in tavola. Così è evoluta la lista della spesa negli ultimi 24 mesi. Quel che spicca è che quasi metà degli italiani che hanno cambiato il loro approccio al cibo lo ha fatto in modo radicale sulla spinta di temi “alti”, come l'etica lungo la filiera (con il 47% degli italiani che dichiara di preferire i prodotti del commercio equo), l'attenzione alla sostenibilità e alla naturalità (ad esempio, boicottando alcuni ingredienti o brand). Morale: per il 73% degli italiani scegliere cosa comprare e mangiare è a tutti gli effetti un atto civile, che impatta sulle caratteristiche del mondo in cui si vuole vivere.

Le aziende seguono il trend, i consumatori apprezzano
Le imprese si stanno attivando sempre di più per andare di pari passo (o dettare, in alcuni casi...) con i gusti dei consumatori, scegliendo dunque una produzione sempre più green. E nel 79% dei casi gli italiani ritengono positive queste politiche perché improntate a migliorare la qualità alimentare, in particolare sui fronti della tracciabilità e della sicurezza alimentare. Soddisfazione sì, ma la strada è ancora lunga. Dove gli italiani si aspettano di più è sul fronte dell'equo compenso per agricoltori: il 92% ritiene che dovrebbero essere pagati meglio e, tra questi, il 44% crede che non sia stato fatto nessun sforzo per arrivare a quest'obiettivo. Secondo grande tema è la riduzione dell'inquinamento dell'aria e dell'acqua: 91 italiani su 100 la ritengono prioritaria, e di essi il 39% pensa che quanto fatto sia molto insufficiente. Anche sul terzo fronte caldo, la tutela della biodiversità, indicato dal 90% dei consumatori, oltre un intervistato su tre è deluso dalla mancanza di azioni concrete da parte degli operatori della filiera alimentare.

Ma le aziende riescono ad accontentare i consumatori con nuovi sapori?
L'analisi di Sial dice che il lavoro fatto nell'ultimo anno dalle aziende di food è soddisfacente perchè ha puntato sul piacere, proponendo sapori nuovi e abbinamenti originali, e assecondando il trend dominante a livello mondiale, anche se in Italia si esprime in modo più debole (43,8%, cinque punti in meno del valore globale). Un altro 42,7% dei nuovi lanci è stato rappresentato da alimenti salutistici: un dato decisamente più alto rispetto alla media mondiale (32,4%), grazie all'alto numero di nuovi prodotti vegani o ricchi di nutrienti ritenuti benefici, in particolare fibre e proteine.

Nel paniere della spesa healthy in Italia l'innovazione è stata particolarmente sostenuta per i prodotti presentati come naturali (16,3% delle innovazioni contro il 15,0% mondiale), medicali (14,4% versus 8,7%) e vegetali (12,0% contro l'8,0% globale).
Quanto alle categorie più innovative in Italia dominano l'area del primo piatto (10,6%), seguita dagli snack, dalle bevande analcoliche, dai piatti pronti e da salse/condimenti. In Francia al primo posto per tasso d'innovazione ci sono le carni, in Germania e Gran Bretagna le bevande analcoliche, in Spagna i surgelati gourmet e in Russia i formaggi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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