Il Parlamento europeo, ad ampia maggioranza (452 voti a favore, 170 voti contrari e 76 astensioni), ha approvato una risoluzione non legislativa con le sue raccomandazioni per la nuova strategia Farm to Fork. Farm to Fork (F2F) è la strategia volta a garantire entro il 2030 alimenti sani e sostenibili anche dal punto di vista economico e sociale in tutti i Paesi della Ue.

F2F è sorta di strategia dal produttore al consumatore
Dal produttore al consumatore è la strategia
F2F è sorta di strategia “dal produttore al consumatore", in quanto sottolinea l'importanza di regimi alimentari sostenibili, sani e rispettosi degli animali per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo, anche in materia di clima, biodiversità, inquinamento zero e salute pubblica.
Stiamo andando a rilento
Stiamo andando, seppure faticosamente e lentamente verso la realizzazione di un sistema alimentare sostenibile, equo, sano, rispettoso degli animali, più regionale, diversificato e resiliente.
Si scopre e si auspica che ciò divenga il comune sentire del cittadino europeo, la fondatezza dei legami inscindibili tra persone sane, società sane, animali sani e il pianeta sano.
Serve collaborazione in tutta la filiera
Si tratta, onde l’attuazione della strategia F2F non rimanga obiettivo velleitario, di garantire una maggiore sostenibilità alimentare, ambientale e sociale, in ogni fase della filiera alimentare. Ma ciò diverrà possibile solo se saranno resi attivi i ruoli di tutti gli attori della filiera, dall'agricoltore al consumatore.
Insomma, si tratta di assimilare in profondità e con grande onestà intellettuale, che il valore alto della sostenibilità è tale quando è olistico nelle sue tre inscindibili componenti: ambientale, economica, sociale.
Ruolo chiave la ristorazione
Nell’attuazione di questa strategia molto attivo e diligente dovrebbe essere il ruolo della ristorazione di qualità.
E tutto sommato, se l’impostazione dell’azienda ristorante è già quella giusta, quella che interpreta la vision della nuova ristorazione, il cammino non è neanche disagevole e difficoltoso.
Si tratta di attenersi con diligenza e con passione autentica ai principi basilari della filiera corta (cosa ben diversa dal nefasto km zero), della tracciabilità, del rispetto (reciproco) verso gli stakeholders, dell’utilizzo consapevole degli strumenti digitali.
La ristorazione è chiamata a questo dovere etico dalla nuova generazione dei cittadini della Ue. Ne va del benessere di figli e nipoti e non ci si può esentare dall’essere responsabili nello svolgimento attivo del proprio ruolo.