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Dopo Visibilia anche Ki Group: la Santanchè non avrebbe pagato i contributi

Una trentina di ex dipendenti hanno bussato alla porta dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Enasarco per verificare se siano stati versati i contributi, compensi e Tfr. C’è il rischio è che rimangano a bocca asciutta

 
22 luglio 2023 | 16:22

Dopo Visibilia anche Ki Group: la Santanchè non avrebbe pagato i contributi

Una trentina di ex dipendenti hanno bussato alla porta dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Enasarco per verificare se siano stati versati i contributi, compensi e Tfr. C’è il rischio è che rimangano a bocca asciutta

22 luglio 2023 | 16:22
 

La saga Santanchè, che ha (finalmente) ricevuto l’avviso di garanzia, si infittisce. Perché ora nella galassia delle imprese della ministra del Turismo, oltre che da Visibilia (azienda di cui Santanchè non è più azionista di maggioranza) arrivano problemi anche da Ki Group Spa, l’azienda di alimentare biologico che la ministra la acquista nel 2006 insieme all’ex compagno Canio Mazzaro). E se da una parte per quanto riguarda Visibilia, la Santanchè è implicata in accuse di falso in bilancio, bancarotta e in ultimo un’ipotesi da esplorare di truffa ai danni dello Stato per i lavoratori in cassa Covid a zero ore, con Ki Group l’accusa è di non aver pagato i contributi.

Dopo Visibilia anche Ki Group: la Santanchè non avrebbe pagato i contributi

La ministra del Turismo Daniela Santanchè

Ki Group, i dipendenti della Santanchè aspettano contribuiti e Tfr

Così, una trentina di ex dipendenti di Ki Group hanno bussato alla porta dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Enasarco per accertarsi che siano stati versati i contributi, altri compensi e Tfr dal 2020. L’ultima a presentarsi, come riporta Il Fatto Quotidiano, è stata Raffaella Caputo, ex impiegata amministrativa di Ki Group, licenziata nel 2022, che aspetta 35mila euro di Tfr: «Abbiamo chiesto alla Guardia di Finanza di verificare se hanno versato almeno la quota dipendente che trattenevano in busta paga. Altrimenti sarebbe appropriazione indebita».

Ma, come detto, Raffaella Caputo non è l’unica: Marco Scotto, agente di vendita, ha accumulato crediti per 111.318 euro; Claudia Micucci, agente per il Lazio, deve avere 3mila euro; altri lamentano cifre più alte. Il problema è anche che non possono versarli da sé subito: devono passare due anni dalla dichiarazione di fallimento.

E c’è il rischio è che alla fine rimangano a bocca asciutta. Tutti i crediti, compresi quelli esecutivi in forza di decreti ingiuntivi, sono congelati dal 29 luglio 2022. Per dipendenti e creditori si era aperta la strada dell’istanza di liquidazione giudiziale. In 12, 7 agenti e 5 impiegati, la depositano al tribunale chiedendo 450mila euro di spettanze. Ma pochi giorni prima i legali di Ki avevano inviato alla seconda sezione civile una proposta di concordato semplificato liquidatorio che congela per la seconda volta le spettanze creditizie.

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