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Manzoni è più utile del CTS Dalla storia non si impara mai

Un senatore (a vita) come lo fu Manzoni servirebbe. Lui che era stato testimone dell'unificazione italiana ora starà assistendo alla divisione del paese, sempre più spaccato dalla politica del governo e delle regioni. Forse bastava leggere i Promessi Sposi con più attenzione per evitare tutto questo.

di Alberto Lupini
direttore
 
01 novembre 2020 | 11:46

Manzoni è più utile del CTS Dalla storia non si impara mai

Un senatore (a vita) come lo fu Manzoni servirebbe. Lui che era stato testimone dell'unificazione italiana ora starà assistendo alla divisione del paese, sempre più spaccato dalla politica del governo e delle regioni. Forse bastava leggere i Promessi Sposi con più attenzione per evitare tutto questo.

di Alberto Lupini
direttore
01 novembre 2020 | 11:46
 

Chissà che fra i tanti meriti di Alessandro Manzoni non si scopra a breve anche quello della preveggenza. Le pagine dedicata alla peste, al disorientamento dei cittadini, alla mancanza di personale “sanitario” (pensiamo ai Monatti, coloro che dovevano occuparsi della raccolta dei cadaveri, insufficienti per le necessità) o la sfiducia e contestazione verso i medici di allora che, pure senza conoscenze precise sul morbo (un po’ come avviene in realtà oggi col Covid-19…), insistevano sui distanziamenti e sul ricoveri nei lazzaretti, descrivono una Milano del 1630 che sembra un po’ una fotografia ingiallita dell’Italia impaurita e senza certezze di oggi. Non tanto e non solo per le rappresentazioni che sono state fatte sull’uso delle “maschere” per proteggersi, allora come oggi, ma per il senso di impotenza dei cittadini-sudditi e dell’impreparazione delle istituzioni-autorità.

Dalla peste al covid, dal 1630 a Milano 2020


E che dire della rappresentazione degli untori, a cui, come fanno i negazionisti o complottisti di oggi, il “popolo” imputava l’epidemia. Manzoni cita due episodi emblematici di come il furore popolare fosse tragicamente in cerca di capri espiatori della peste: un vecchio che spolverava una panca in chiesa prima di sedervisi venne accusato di essere un untore, linciato senza pietà e trascinato in carcere dove probabilmente morì per le percosse; tre giovani francesi, nell'atto di osservare il duomo e di toccarne il marmo con una mano, subirono lo stesso trattamento da parte della folla e furono condotti al palazzo di giustizia, dove fortunatamente furono scagionati e liberati. E persino un illuminato fatto poi santo, come il cardinal Federico Borromeo, rischiava di credere a queste idiozie. Per restare a oggi basta ricordare da un lato il presidente statunitense Donald Trump che alimenta l’idea di un virus “cinese”, non per origine geografica del contagio, ma per fantasiosa creazione in laboratorio; e dall’altro i tanti luoghi indicati come le sedi di untori, magari involontari, anche se senza certezze scientifiche: le feste, le palestre, la movida, la scuola, ecc. E tutto senza considerare che, come indicava già il Manzoni, sono le masse, i gruppi, che favoriscono la diffusione del morbo-virus.

Nel Seicento poteva magari esserci la giustificazione dell’ignoranza a livello sanitario (la moderna medicina e la scienza erano ancora da inventare), ma oggi ciò non vale e l’allora giudizio di fatto sospeso del Manzoni, oggi non può che essere una condanna, inappellabile, per i politici (al Governo come nelle Regioni) che hanno dimostrato nei fatti l’incapacità di occuparsi dei problemi nel loro complesso, affrontandone uno per volta. In primavera, la priorità erano gli ospedali e i posti in terapia intensiva. È bastato un po’ di sole e di raggi UV che hanno attenuato la virulenza e tutto è stato rinviato (a partire dal mancato potenziamento degli ospedali e dei trasporti pubblici per la prevista Fase 2). Questi politici, degni di essere bannati dal primo all’ultimo con poche eccezioni, si sono limitati a polemiche sulle discoteche, sulle scuole o sul Mes (che è poi un prestito, sia pure quasi gratuito). E ora che il Covid-19 torna ad alzare la testa con forza, non sanno fare altre che incatenarci e spargere paura, incuranti che così si colpiscono al cuore migliaia di aziende (ristoranti, bar, palestre e negozi per primi) e, quel che è peggio, si condannano indirettamente a morte tanti italiani affetti da altre gravi malattie che non possono essere assistiti negli ospedali intasati da presunti “malati”. Non sapremo mai quanti sono stati i decessi a seguito di interventi e accertamenti sospesi o rimandati…

Manzoni è più utile del CTS. Dalla storia non si impara mai


E proprio l’intasamento degli ospedali senza personale, le fila delle ambulanze e l’assalto ai pronto soccorso di chi ha solo un raffreddore o poche linee di febbre ci riporta ad un’altra similitudine coi Promessi Sposi. Due anni prima della peste, il Manzoni descrive gli assalti ai forni del pane dei milanesi affamati per una carestia che sarebbe poi stata la base su cui avrebbe attecchito la peste. Allora c’era la paura di morire di fame per la mancanza di farina. Oggi c’è una paura di contagi che non si era mai registrata per altre malattie.

Presente ai disordini per la rivolta del pane, Renzo Tramaglino, da buon contadino, non si capacitava che si fosse potuti giungere a un tale livello di degrado umano e di incapacità di gestione del problema da parte delle autorità spagnole del periodo. Il Tumulto di San Martino sembra un po’ l’anticipazione di cosa potrebbe accedere nei nostri ospedali. E non solo in quelli, perché se la situazione dovesse peggiorare, potrebbe scarseggiare di tutto, trasformando la paura e il malcontento popolare in rabbia. Una rivolta ben più giustificata di quella scoppiata nelle scorse notti in varie cittá d'Italia, dove estremisti o anarchici o hanno soffiato sul fuoco dell’insoddisfazione di alcuni giovani per il blocco alla movida e creato sconti nelle pacifiche manifestazioni di proteste di baristi o ristoratori. Il tutto con infiltrazioni della criminalitá.

manzoni

Il Manzoni non approvava certo i moti di piazza perché portano a violenze sommarie e sono sostanzialmente controproducenti per il popolo. Ma allo stesso tempo giudicava il popolo, allora ignorante, come incapace di prendere decisioni in autonomia, soprattutto se trascinato dalla fame e dal bisogno. Invitava ad evitare quella situazione. E condannava al tempo stesso la miopia e l'incapacità di governo delle autorità milanesi, che coi loro insensati provvedimenti avevano scatenato la rivolta, per poi cercare di soffocarla col sangue e con altri provvedimenti che hanno aggravato in modo irreparabile la penuria. Speriamo di non vedere diventare attualità anche questa pagina di storia… Per ora possiamo solo prendere atto che non abbiamo ancora quelle difese adeguate (sanitarie ed economiche) che ci erano state promesse mentre Conte & Company sembrano solo giocare a chi chiude di più giorno dopo giorno.

«La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia»

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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