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Su 73mila aziende chiuse, 17mila non riapriranno. E 5mila sono ristoranti...

Un bollettino pesante emerge dal report Istat sulle imprese di fronte al Covid. Molto colpiti i servizi ricettivi: il 43,5% delle imprese dichiara assenza di fatturato; il 26,7%, invece, dei ristoranti.

 
14 dicembre 2020 | 13:02

Su 73mila aziende chiuse, 17mila non riapriranno. E 5mila sono ristoranti...

Un bollettino pesante emerge dal report Istat sulle imprese di fronte al Covid. Molto colpiti i servizi ricettivi: il 43,5% delle imprese dichiara assenza di fatturato; il 26,7%, invece, dei ristoranti.

14 dicembre 2020 | 13:02
 

C’era da aspettarselo, questo è certo. Ma messi nero su bianco i numeri fanno ancora più paura. Il Coronavirus ha chiuso 73mila imprese italiane e 17mila non riapriranno. Tra giugno e ottobre, inoltre, oltre due terzi delle aziende hanno avuto riduzioni di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019.

Tra i settori più colpiti, manco a dirlo, quello ricettivo: il 43,5% delle imprese dichiara assenza di fatturato o una diminuzione superiore al 50%, il 43% un calo del 10-50%. Il comparto della ristorazione, allo stesso modo, registra il prevalere di flessioni, anche se con un'intensità inferiore rispetto a quello ricettivo: il 26,7% non registra fatturato o subisce riduzioni di oltre il 50%, il 56,3% tra il 10-50%. Gli alberghi, dopo le attività sportive e di intrattenimento, presentano la più alta incidenza di chiusura. Una quota significativa di imprese attualmente non operative si riscontra anche nel settore della ristorazione (circa 30mila imprese di cui 5mila non prevedono di riprendere).

Chiusi 30mila ristoranti di cui 5mila non prevedono di riprendere - Istat, 17mila aziende non riaprono 5mila sono ristoranti

Chiusi 30mila ristoranti di cui 5mila non prevedono di riprendere

Questo è il triste bollettino che emerge dal report Istat sulle imprese di fronte al Covid nel quale sono state intervistate oltre un milione di aziende tra ottobre e novembre con riferimento al periodo giugno-ottobre.

Su 73mila imprese chiuse 17mila non riapriranno
Nel dettaglio emerge che il 68,9% delle imprese è in piena attività nonostante l'emergenza sanitaria, il 23,9% è parzialmente aperta, svolgendo la propria attività in condizioni limitate in termini di spazi, orari e accesso della clientela, mentre il 7,2% è chiusa.

Circa 73mila imprese, che pesano per il 4% dell'occupazione, hanno dichiarato di essere chiuse: 55mila prevedono di riaprire e 17 mila no (l'1,7% delle imprese pari allo 0,9% degli occupati).

L'85% delle unità produttive "chiuse" sono microimprese
I quattro quinti delle imprese oggetto di indagine (804 mila, pari al 78,9% del totale) sono microimprese (con 3-9 addetti in organico), 189mila (pari al 18,6%) appartengono al segmento delle piccole (10-49 addetti) mentre sono circa 22 mila quelle medie (50-249 addetti) e 3mila le grandi (250 addetti e oltre) che insieme rappresentano il 2,6% del totale.

Più della metà delle imprese è attiva al Nord (il 29,3% nel Nord-ovest e il 23,4% nel Nord-est), il 21,5% al Centro e il 25,9% nel Mezzogiorno.

L'85% delle unità produttive "chiuse" sono microimprese e si concentrano nel settore dei servizi non commerciali (58 mila unità, pari al 12,5% del totale), in cui è elevata anche la quota di aziende parzialmente aperte (35,2%).

Maggior indice di chiusura per alberghi e attività sportive e di intrattenimento
Oltre alle attività sportive e di intrattenimento, agli alberghi, ai ristoranti e alle case da gioco sono 7mila i negozi al dettaglio chiusi. Il 28,3% degli esercizi al dettaglio chiusi non prevede di riaprire rispetto all'11,3% delle strutture ricettive, al 14,6% delle attività sportive e di intrattenimento e al 17,3% delle imprese di servizi di ristorazione non operative.

Più colpito il Mezzogiorno
Tra le imprese attualmente non operative, quelle presenti nel Mezzogiorno sono a maggior rischio di chiusura definitiva: il 31,9% delle imprese chiuse (pari a 6 mila unità) prevede di non riaprire, rispetto al 27,6% del Centro, al 23% del Nord-ovest e al 13,8% del Nord-est (24% in Italia).

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