Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
giovedì 02 maggio 2024  | aggiornato alle 00:10 | 104907 articoli pubblicati

Roero
Salomon FoodWorld
Roero

L’Alto Adige chiude i ristoranti: vince la paura di non prendere i Ristori?

Dietro front della Provincia autonoma che abbassa le saracinesche di bar e ristoranti, ad oltranza, da domenica 31 gennaio. La giustificazione di Kompatscher: il rischio di ricorsi e di ricadute negative sull'economia.

 
27 gennaio 2021 | 10:56

L’Alto Adige chiude i ristoranti: vince la paura di non prendere i Ristori?

Dietro front della Provincia autonoma che abbassa le saracinesche di bar e ristoranti, ad oltranza, da domenica 31 gennaio. La giustificazione di Kompatscher: il rischio di ricorsi e di ricadute negative sull'economia.

27 gennaio 2021 | 10:56
 

I ristoratori trentini e veneti che vedevano nell’Alto Adige (rosso per il Governo, giallo soft per decisione "autonoma") il modello da seguire con i ristoranti aperti a cena su prenotazione hanno ricevuto una doccia fredda. Così come gli stessi ristoratori altoatesini che da domenica 31 gennaio saranno obbligati a chiudere. Ad annunciarlo il governatore Arno Kompatscher, che giovedì 28, firmerà l’ordinanza che dovrebbe restare in vigore per due settimane. 

Paura per i Ristori con i ristoranti aperti
Il presidente ha giustificato il cambio di rotta con il rischio di ricorsi e di ricadute negative sull'economia altoatesina, ovvero l'ipotesi di essere esclusi da eventuali ristori. E annuncia fondi per gli investimenti nelle aziende e sgravi sull'Imi. A ruota l’assessore al turismo, Arnold Schuler per cui non c’è niente da fare al momento: «Ho fatto di tutto per evitare le chiusure. Ma al momento, con-tinuare a tenere aperto non è una scelta sostenibile». Ma gli albergatori non ci stanno e sono sul piede di guerra.

Ma il cambio di rotta sembra quasi velatamente sottolineare che, visto il numero pari a zero di turisti e le paure dei cittadini di uscire di casa e chiudersi nei locali, è meglio chiudere (e aver accesso ai Ristori) nonostante i costi che ciò comporta (in media 5mila euro al mese per il classico ristorante italiano con 6 dipendenti) che tenere aperto. Un segnale socialmente e culturalmente non positivo, ma in tempi di crisi i ristoratori sono costretti a mettersi a tavolino e fare "i conti della serva" pur di restare in vita e aver l'opportunità di aprire quando la situazione sarà più gestibile e con la benedizione di Palazzo Chigi.

Tre milioni alle imprese
L’assessore Philipp Achammer ha anche annunciato nuove misure della Provincia di Bolzano a sostegno delle imprese colpite dalla crisi: «In giunta – spiega - abbiamo approvato le linee guida per la concessione dei contributi e dei relativi fondi a disposizione di micro e piccole aziende artigianali, industriali, commerciali e di servizi. In tutto, 3 milioni di euro, con priorità agli investimenti nel settore tecnologico».

Agevolazioni in arrivo anche sul fronte Imi per il 2020: le imprese hanno tempo fino a fine mese per presentare l’autocertificazione per gli sgravi. In particolare, l’imposta è dimezzata per bar, ristoranti, alberghi, affittacamere (e appartamenti), rifugi alpini e per i fabbricati destinati ad attività culturali, del tempo libero e attività sportive; all’esenzione, in caso di una riduzione di fatturato almeno del 20% rispetto a quello dell’anno precedente. Stesso criterio previsto per ottenere il dimezzamento dell’imposta per le aziende proprietarie di immobili destinati a industria, artigianato, commercio, agricoltura, servizi e attività professionali (uffici e studi privati).

Bar e ristoranti chiusi, ad oltranza, a partire da domenica 31 gennaio in Alto Adige - L’Alto Adige chiude i ristoranti Vince la paura di perdere i Ristori?

Bar e ristoranti chiusi, ad oltranza, a partire da domenica 31 gennaio in Alto Adige

Gli albergatori non ci stanno
Ma questo non basta a placare l’ira degli albergatori dell’Hgv: «Ancora una volta - tuona il presidente, Manfred Pinzger - viene colpito il settore gastronomico. E al contempo, la politica continua a non fornire risposte concrete riguardo alle misure di sostegno da destinare al settore». Per Pinzger, la stretta «non è per nulla condivisibile, anche alla luce dei fatti: finora, la chiusura di bar e ristoranti non ha portato a una notevole riduzione dei contagi. Che, evidentemente, avvengono altrove. A questo punto, sarebbe opportuno optare per un lockdown completo, con la chiusura di tutte le attività non indispensabili». Di più. «Simile decisione, dal punto di vista epidemiologico, è una beffa. Ora tante aziende si troveranno definitivamente a un bivio». 

Penalizzati dai troppi test
Ma il governatore continua sulla sua linea: «Siamo convinti che la nostra strategia di effettuare molti test, ben oltre la media nazionale e internazionale, sia la strada giusta, anche se questo ci penalizza nelle classificazioni - ha spiegato Kompatscher – sarebbe, infatti, giusto non solo contare i positivi, ma anche i test effettuati su 100mila abitanti».

Ma, in ogni caso, il contagio cresce e con numeri così elevati anche l’Alto Adige ha dovuto fare un brusco dietrofront: «La nostra strategia di testare - ha ribadito Kompatscher - è giusta, perché ci ha permesso di tenere aperte le scuole e le attività economiche» con una situazione piuttosto stabile negli ospedali.

Negozi e scuole resteranno aperti
Quanto al commercio, infatti, non dovrebbero esserci cambiamenti: i negozi resteranno aperti. Così come le scuole. Anche se qui, come ha annunciato Achammer, si svolgeranno test a tappeto su 25mila studenti delle superiori che attualmente rappresentano la maggioranza di casi nelle scuole.

Consigliate fortemente le mascherine Ffp2
Che la situazione odierna dell’Alto Adige desti preoccupazione lo si nota anche dalla «raccomandazione forte» che il governatore Kompatscher ha rivolto agli altoatesini sull’indossare le mascherine Ffp2 in contesti a rischio, come ad esempio i mezzi pubblici.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Longarone Fiere
Brita
Fonte Margherita
Union Camere

Longarone Fiere
Brita

Fonte Margherita
Molino Spadoni
Molino Dallagiovanna