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Sicilia verso il giallo? La paura dei ristoratori: -20% dei turisti

Anche Sardegna e Calabria in bilico, ma la situazione più grave è quella sicula col presidente Nello Musumeci che arranca nel tentativo di mettere qualche cerotto e salvare la stagione di hotel e ristoranti

 
17 agosto 2021 | 12:09

Sicilia verso il giallo? La paura dei ristoratori: -20% dei turisti

Anche Sardegna e Calabria in bilico, ma la situazione più grave è quella sicula col presidente Nello Musumeci che arranca nel tentativo di mettere qualche cerotto e salvare la stagione di hotel e ristoranti

17 agosto 2021 | 12:09
 

Le due isole, Sicilia e Sardegna sono a rischio zona gialla. In particolare è la Sicilia a rischiare di più il cambio di colore che potrebbe avvenire già il 23 agosto. La Sardegna, invece, potrebbe salvarsi. Una notizia che in termini pratici cambierà poco nello stile di vita dei siciliani e dei turisti (uniche variabili, obbligo di mascherina anche all'aperto e massimo 4 persone ai tavoli dei locali), ma che a livello psicologico inciderà e non poco anche perchè siamo abituati che il cambio di colore (in peggio) segna un declino quasi inesorabile.

Anche perchè la strategia adottata dal presidente della Regione, Nello Musumeci sembra far acqua da tutte le parti tra tentativo di far saltare fuori posti letto in ogni dove («abbiamo attivato 79 cantieri per riqualificare l’edilizia sanitaria, in sette mesi abbiamo creato centinaia di nuovi posti letto in terapia intensiva e subintensiva», ha detto) e adottare misure anacronistiche, come quella per cui serviva il green pass per accedere agli uffici pubblici, poi congelata su indicazione del Garante della Privacy.

I danni a ristoratori e bar con la Sicilia gialla Sicilia verso il giallo? La paura dei ristoratori:-20% dei turisti

I danni a ristoratori e bar con la Sicilia gialla

La difesa di Musumeci

Da parte sua il Governatore, fortemente critico con i no-vax, ha spiegato al Corriere della Sera: «La Sicilia ottiene quello che produce. Abbiamo registrato una crescita negli ultimi mesi dovuta essenzialmente da un lato alla diffusione della variante Delta e dall’altro al venire meno del sentimento di paura che aveva caratterizzato la prima fase della pandemia. C’è chi rispetta le regole e chi invece ritiene di potere partecipare a un matrimonio con 300 invitati senza che uno solo abbia una mascherina. Ci rendiamo conto? In questi ultimi due mesi abbiamo avuto due milioni di turisti che inevitabilmente contribuiscono alla promiscuità. Detto questo, noi abbiamo ripristinato il controllo di accesso negli scali aeroportuali, almeno per i passeggeri provenienti da quei Paesi dove era scattato l’allarme da parte del nostro ministero della Salute».

I turisti sono in ogni caso la variabile bollente che preoccupa turismo e ristorazione sull'isola nella torrida estate 2021 e di riflesso anche tutta l'Italia quando gli stessi torneranno dalle ferie. «Tutte le regioni a vocazione turistica rischiano di lasciare la zona bianca - commenta l’assessore alla Salute della regione Siciliana Ruggero Razza al Corriere della Sera - fino alla fine della stagione in Sicilia fra turisti e siciliani che tornano sull’Isola per le ferie avremo 2 milioni di presenze in più».

Sindacati in allarme

I sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs lanciano l’allarme e stimano un 20% di rinunce tra coloro che si apprestano a viaggiare in Sicilia. I sindacati chiedono al governo di intervenire «al fine di non compromettere irreversibilmente la stagione turistica siciliana che, dopo la ripartenza, stava iniziando da qualche settimana a registrare segnali di ripresa». In breve si teme «la prematura conclusione della stagione con le inevitabili nefaste ripercussioni sulle attività ricettive e non solo, soprattutto sulla tenuta dei livelli occupazionali».

 

La situazione e i rimedi

Una brusca frenata che può essere evitata solo se si riuscisse ad adottare una strategia politica più mirata e meno campata per aria anche se, a questo punto con la situazione in peggioramento, non si potrà fare molto. Servirà arginare i danni, rendere severi controlli e sanzioni e avviare una campagna di comunicazione rassicurante, senza però dimenticarsi di presentare la situazione sicula in tutta la sua realtà.

Attualmente il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid-19 nei reparti di malattie infettive, medicina interna e pneumologia in Sicilia e al 15% nei reparti ordinari e il 9% dei posti in rianimazione. In Sardegna è stata raggiunta, rispettivamente, l’8 e il 10% di saturazione dei letti. E anche la Calabria ha già il 13% dei posti letto nei reparti ordinari assegnati a pazienti Covid. Il rischio di nuove limitazioni alle attività di ristorazione è quindi dietro l’angolo per tutto il Sud Italia.

Confcommercio: No ad altre restrizioni

Confcommercio Palermo non ha nascosto la contrarietà rispetto alla zona gialla. «Meglio dirlo con anticipo. Nessuno pensi a future restrizioni che ci riguardino perché gli imprenditori, quelli ancora vivi ma agonizzanti, non sono più disposti a pagare il conto per tutti». Così Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, commentando l’ipotesi di un ritorno in zona gialla. «Lo abbiamo già fatto per oltre un anno e mezzo e ancora ci lecchiamo le ferite. Le istituzioni hanno il dovere di pensare con urgenza a qualsiasi soluzione per raggiungere l’immunità di gregge: accelerare la campagna di vaccinazione e intensificare i controlli contro gli assembramenti come in particolare quelli negli aeroporti, porti e stazioni, che ci risultano essere deficitari, per non parlare degli episodi di vita notturna fuori da ogni regola», aggiunge.


 

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