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Bar in rivolta: in una zona di Milano torna il coprifuoco. Ma contro il rumore

Dopo che il Tar ha accolto il ricorso del condominio di corso Garibaldi, Sala ha firmato un’ordinanza che fissa alle 22 il divieto di asporto e il divieto di usare il dehor dalla mezzanotte alle sei, tutti i giorni

 
19 giugno 2021 | 15:31

Bar in rivolta: in una zona di Milano torna il coprifuoco. Ma contro il rumore

Dopo che il Tar ha accolto il ricorso del condominio di corso Garibaldi, Sala ha firmato un’ordinanza che fissa alle 22 il divieto di asporto e il divieto di usare il dehor dalla mezzanotte alle sei, tutti i giorni

19 giugno 2021 | 15:31
 

Zona bianca e via il coprifuoco? Macché! A Milano, tra corso Garibaldi e largo la Foppa, uno dei luoghi preferiti della movida meneghina, il coprifuoco c’è eccome! Ma non dipende dal Covid! “Colpa” dei residenti del condominio di corso Garibaldi 104, che da anni denunciano l’inquinamento acustico provocato dalla movida sotto casa. E così, a seguito di una sentenza del Tar, il sindaco, Beppe Sala, con un’ordinanza, ha fissato alle 22 il divieto di asporto di cibo e bevande nel tratto di corso Garibaldi, compreso tra via Moscova e via Marsala e in largo La Foppa, a cui si aggiunge il divieto di usare gli spazi esterni, per qualunque tipo di attività, dalla mezzanotte alle sei, tutti i giorni della settimana. Un danno, ovviamente, per i bar, circa 15 locali fra i quali spiccano Radetzky Cafe e Princi, che speravano di poter lavorare dopo un anno e mezzo disastroso. E che si ribellano.

Coprifuoco in corso Garibaldi. Bar in rivolta a Milano Bar in rivolta: in una zona di Milano c’è ancora il coprifuoco

Coprifuoco in corso Garibaldi. Bar in rivolta a Milano


Calo del fatturato notevole

«Fra l'asporto vietato dalle 22 e lo stop ai servizi al tavolo su suolo pubblico da mezzanotte – spiega Carlo Squeri, segretario de Epam, l’Associazione dei pubblici esercizi di Milano di Confcommerci, al Libero Milano - il calo di fatturato è notevole».

Un problema serio che si aggiunge alle conseguenze derivate dalle chiusure, anche perché i ristori non salvano un’attività che non può lavorare. Così, come spiega a Libero Milano Niccolò Iannetti, titolare di Radetsky, «aspettiamo con ansia la pronuncia del Consiglio di Stato, prevista per il 16 luglio. Abbiamo ricevuto l'ordinanza a cose fatte, senza poterci difendere né avere il tempo per trattare con il condominio che ha scatenato la vicenda. Noi siamo disponibili a dialogare, ma lavorare in queste condizioni sta diventando molto complicato. Rischiamo di perdere clientela e fatturato. Senza veder riconosciuti i nostri diritti».

Locali pronti a nuove proposte per salvare la serata

Nell’attesa, lunedì il consiglio direttivo dell'associazione dei commercianti di largo La Foppa e Corso Garibaldi si ritroverà per tirare le somme di questo fine settimana bianco per tutta la città ma non per loro. L’obiettivo sarà mettere a punto le strategie per aggredire sia l'ordinanza sia la sentenza del Tar, giudicate dal condominio addirittura troppo morbide. E da qui l'ordinanza del Comune con regole più stringenti per i locali.

I locali: Le norme sono rispettate. A rischio tutta la città

A cui nessuno sembra aver pensato: «Sull'asporto siamo sempre stati molto disponibili a trattare - afferma il segretario dell'Epam - ma sul coprifuoco un po' meno. Quando l'ordinanza e la sentenza del Tar parlano di inquinamento acustico sbagliano, perché le norme vengono rispettate. Per occupare il suolo pubblico ci sono leggi ben precise. È chiaro che il tema in questione è il disturbo della quiete pubblica. E su questo ne discuteremo lunedì. Sui decibel superati tutta la città è fuori norma, basta fare un giro in circonvallazione».

E da qui la paura dei commercianti che l'ordinanza del Comune possa produrre un effetto domino, colpendo anche altre zone della città. Così esercenti e associazione di categoria hanno già messo a punto le carte per i ricorsi, sia contro l'ordinanza che la pronuncia del Tar.

Steward per regolare il flusso della movida?

Tante le idee sul tavolo come la chiusura dei locali nel fine settimana, fra l’una e le due del mattino, l'impiego mirato di steward per regolare il flusso della movida fuori dai locali e limitare l'asporto, per tutti gli esercizi presenti nella zona.

Ma soprattutto, basterebbe attuare i controlli, con la presenza delle forze dell’ordine, e far rispettare le regole. Perché come afferma Squeri «Il problema, ormai sono i luoghi d'incontro in quanto tali. Il disturbo della quiete pubblica, però, non può essere usato per bloccare il commercio». E soluzione al problema non posso essere mini coprifuochi e continue ordinanze.

A Venezia consumazione di alimenti e bevande esclusivamente al tavolo

Ordinanze che non scattano solo a Milano, o meglio in alcune zone di Milano: Venezia rinnova anche per questo weekend l’ordinanza anti-movida che prevede la somministrazione e la consumazione di alimenti e bevande esclusivamente al tavolo dei locali in alcune zone del centro urbano, per evitare assembramenti che aggravino la diffusione di Covid 19.

Fino a domani, dalle ore 15 alle 24. «ferma restando la possibilità di somministrazione e consumazione al banco - è scritto nell’ordinanza - nel rigoroso rispetto del distanziamento interpersonale di un metro tra cliente e cliente, è consentita la somministrazione e la consumazione di alimenti e bevande esclusivamente al tavolo».


 

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