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Una chiave di svolta del turismo italiano? Il viaggiatore enogastronomico

Gli stati generali del turismo enogastronomico, organizzati dalla Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, hanno evidenziato la grande crescita del comparto e le strategie per conquistare i turisti

 
25 settembre 2021 | 10:02

Una chiave di svolta del turismo italiano? Il viaggiatore enogastronomico

Gli stati generali del turismo enogastronomico, organizzati dalla Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, hanno evidenziato la grande crescita del comparto e le strategie per conquistare i turisti

25 settembre 2021 | 10:02
 

Gli stati generali del turismo enogastronomico, organizzati dalla Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, hanno evidenziato la grande crescita del comparto, nel segno della vera ripartenza, anche in vista di Bergamo e Brescia Capitali della Cultura 2023. Fra gli operatori si respira un clima di ottimismo ed è sempre più evidente la necessità di unire le forze per fare rete in modo da valorizzare le eccellenze enogastronomiche.

Il turista è diventato sempre più attivo, esigente ed innovativo Una chiave di svolta del turismo italiano? Il viaggiatore enogastronomico

Il turista è diventato sempre più attivo, esigente ed innovativo


Il turista post pandemia sempre più indirizzato dal gusto

Gli stati generali del turismo enogastronomico sono, infatti, serviti per tracciare un bilancio e, nel contempo, rafforzare la sinergia con le istituzioni pubbliche, in modo da guardare al futuro con una progettualità condivisa e supportata anche a livello economico.


«Il turista è diventato sempre più attivo, esigente ed innovativo – ha analizzato Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico - I prodotti tipici rappresentano sempre più un elemento che influenza la meta del viaggio, all’insegna del gusto e del benessere. Dopo la pandemia i visitatori effettuano scelte selezionate ed evitano l’overtourism, con maggiore interesse per i territori limitrofi. Dovremo tener sempre più presente l’importanza di attività qualitative da proporre ai visitatori. Se nel 2016 soltanto il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio con principale motivazione legata a quest’ambito nei tre anni precedenti, con l’analisi 2021 siamo cresciuti al 55%».

 


Esperienze enogastronomiche importanti per il 71% dei viaggiatori

La presenza di esperienze legate all’enogastronomia è insomma sempre più importante quando scelgo la meta del viaggio, tanto che, se nel 2019 riguardava il 59% dei viaggiatori, nel 2021 è salita al 71%. Il turista enogastronomico si sposta sempre più volentieri in bicicletta: il 19% nel 2019 contro il 39% nel 2021.

Gli stati generali del turismo enogastronomico Una chiave di svolta del turismo italiano? Il viaggiatore enogastronomico

Gli stati generali del turismo enogastronomico


Puntare sulle tipicità

La promozione del territorio passa quindi dalle tipicità che raccontano la storia e le tradizioni di un territorio.
«In Italia abbiamo la fortuna di avere centinaia di prodotti di qualità, senza i quali non potremmo parlare di turismo enogastronomico – ha affermato Raoul Tiraboschi, vicepresidente nazionale di Slow Food - Valorizziamo i nostri presìdi, così come tutta la filiera, dai produttori ai ristoratori, che Slow Food unisce nei cuochi dell’Alleanza. Con il nuovo progetto Slow Food Travel promuoviamo itinerari dove si incontrano aziende e pubblici esercizi, lungo un itinerario che comprende anche l’ospitalità».

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Turista “infedele” che cerca sempre più esperienze simili

«Le strade del vino sono riconosciute a livello internazionale da wine lovers e amanti del turismo esperienziale e sostenibile – ha fatto presente Paolo Morbidoni, presidente della Federazione nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, nata ad aprile 2019, e presidente della Strada dell’Olio Dop dell’Umbria - In questo campo la competizione è determinata dalla crescita della qualità dell’accoglienza e dei servizi offerti. Oggi il turista è colto e maturo, per certi versi infedele, nel senso che si fidelizza meno ad una località, ma cerca sempre nuove esperienze. La missione delle strade consiste nell’offrire una chiave di lettura originale del territorio, basata sull’esperienza. La parola chiave è la suggestione data anche dal grande impatto mediatico che ha il cibo. Dobbiamo essere bravi a strutturare sul territorio le nostre strade, che vantano una bellezza intrinseca, tenendo presente che l’esperienza del mangiare non è riproducibile virtualmente. Tutti siamo impegnati nell’affrontare al meglio la sfida della promozione dei territori rurali, senza mai dimenticare il tema della sostenibilità».

Tagliato il traguardo dei 220 soci attivi

Enrico Rota, presidente della Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca ha sottolineato che «l’associazione ha portato avanti un grande lavoro e ha tagliato il traguardo dei 220 soci attivi fra realtà pubbliche e private». Durante l’incontro sono intervenuti anche Claudio Bolandrini, delegato della Provincia di Bergamo al turismo, il deputato Alberto Ribolla in rappresentanza del parlamento, Lara Magoni, assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda di regione Lombardia, Giovanni Malanchini, consigliere regionale segretario dell’ufficio di presidenza della Lombardia, Maria Paola Esposito, segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo e Robi Amaddeo per il Comune di Bergamo. All’incontro, moderato dal giornalista Giorgio Lazzari, hanno preso parte anche Gianni Boselli, presidente regionale delle Strade del Vino, Davide Casati, presidente della Strada del Moscato di Scanzo, Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo e Giovanna Prandini, presidente di Ascovilo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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