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Turismo e attrattività: quanto pesa essere Capitale italiana della Cultura

I numeri dicono che il titolo, che esiste dal 2014 e viene assegnato dal Mibact, attrae turisti (+9%). L'obbiettivo a cui guardano Bergamo e Brescia, che lo saranno nel 2023, è riuscire a farli tornare negli anni successivi

di Gianluca Pirovano
 
04 febbraio 2022 | 13:19

Turismo e attrattività: quanto pesa essere Capitale italiana della Cultura

I numeri dicono che il titolo, che esiste dal 2014 e viene assegnato dal Mibact, attrae turisti (+9%). L'obbiettivo a cui guardano Bergamo e Brescia, che lo saranno nel 2023, è riuscire a farli tornare negli anni successivi

di Gianluca Pirovano
04 febbraio 2022 | 13:19
 

Essere Capitale italiana della Cultura fa bene al turismo. Lo dicono i numeri, che raccontano come dal 2014, anno in cui è stato istituito il titolo che viene assegnano dal ministero della Cultura (Mibact), si è registrato un +9% complessivo negli arrivi turistici delle città insignite (+8% delle presenze). Quest'anno tocca a Procida, anche se le prospettive sono per forza di cose ancora condizionate dalla presenza ingombrante del Covid. L'orizzonte di normalità diventa quindi, nella speranza di non essere di nuovo travolti dalla pandemia, il 2023, quando Capitale della Cultura saranno Bergamo e Brescia, che sono state premiate con la loro candidatura congiunta e che nei giorni scorsi hanno presentato il loro dossier che oltre a dare un assaggio di quel che sarà porta a galla alcuni nodi fondamentali per rendere l'appuntamento un volano importante sotto l'aspetto turistico. 

Bergamo sarà con Brescia Capitale della Cultura 2023 Turismo e attrattività: quanto pesa essere Capitale italiana della Cultura

Bergamo sarà con Brescia Capitale della Cultura 2023

Capitale della Cultura, chi lo è stato e chi lo sarà 

Pochi giorni fa il Mibact ha annunciato le dieci finaliste nella corsa per diventare Capitale della Cultura 2024: si tratta di di Ascoli Piceno, Chioggia (VE), Grosseto, Mesagne (BR), Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (GE), Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (SA), Viareggio (LU) e Vicenza. Nei prossimi mesi si sarà chi avrà avuto la meglio e succederà a Procida 2022 e Bergamo e Brescia 2023. 

Il titolo è stato istituito dallo stesso Mibact nel 2014 sul modello di quanto a livello europeo accade invece ormai dal 1985. In origine furono Ravenna, Cagliari, Siena, Perugia e Lecce a condividere l'esordio come Capitale della cultura italiana 2015. Nel 2016 toccò poi a Mantova, seguita nel 2017 da Pistoia e nel 2018 da Palermo. Nel 2019 l'iniziativa si prese una pausa, per lasciare spazio a Matera, eletta sì Capitale della Cultura, ma in Europa. Il 2020 era il turno di Parma. La pandemia però ha sconvolto giocoforza i piani. Così la città ducale è rimasta Capitale anche nel 2021. 

 

 

Parma e la sfortuna del Covid 

Per poter ragionare sull'impatto del titolo di Capitale della Cultura sul turismo è necessario partire dal caso di Parma, che rappresenta suo malgrado un'eccezione. Come detto infatti la città ducale è finita travolta dalla pandemia e di conseguenza i suoi numeri difficilmente possono rappresentare al meglio il quadro generale. Nel 2020 Parma ha registrato un -59% in materia di arrivi (223.600 in meno) e un -58% in termini di presenze (414.176 in meno). 

Turismo e Capitale della cultura: i dati 

Essere Capitale italiana della Cultura è un toccasana per arrivi e presenze. O meglio, lo è diventato. Per assurdo infatti, nel 2015, primo anno di nascita del progetto, furono ben pochi i segni "più" registrati. Cagliari chiuse con -8% negli arrivi e -5% nelle presenze. Discorso simile per Perugia (-3%e - 4%) e Ravenna (- 3% in entrambi i casi). Andò meglio a Siena, che perse in presenze (-7%) ma crebbe in arrivi (+4%). L'unica ad avere un boom fu Lecce, che registrò +11% negli arrivi e +15% nelle presenze. 

Il trend negli anni è però andato rafforzandosi e ha visto sempre una crescita costante. Il record sugli arrivi è di Pistoia, che nel 2017 è cresciuta del 22%, ma l'effetto della Capitale della Cultura ha portato enormi benefici anche a Mantova, passata da 99.786 arrivi a 119.443 e con una crescita delle presenze del 19%. Anche Palermo, pur in misura ridotta, nel 2018 crebbe il turismo (+10% e +8%). 

Matera Capitale europea della Cultura 

Nel quadro che porta a calcolare il già citato +9% nelle città Capitale della Cultura dal 2015 al 2020 è compresa anche Matera, che è però un caso sicuramente particolare. La città dei Sassi fu infatti nominata a livello europeo e questo ha portato nel 2019 a un boom incredibile, soprattutto in termini di presenze, che crebbero da poco meno di 500.000 a 730.434 (+33%). Il ruolo di Capitale europea della Cultura si inserì, questo è bene dirlo, in un momento già favorevole per la Basilicata e per Matera, meta turistica allora emergente sia a livello nazionale che europeo, ma ebbe un impatto molto forte sull'economia di città e regione. Si parla infatti di più di 200 milioni di euro di spesa turistica

Matera, che fu Capitale europea della Cultura nel 2019 Turismo e attrattività: quanto pesa essere Capitale italiana della Cultura

Matera, che fu Capitale europea della Cultura nel 2019

Bergamo e Brescia, gli obiettivi per il turismo 

Bergamo e Brescia saranno Capitale della Cultura nel 2023. Nei giorni scorsi hanno presentato il dossier sulla loro candidatura che presenta, tra le altre cose, chiari obiettivi dal punto di vista turistico. In primis, si parla di aumentare arrivi e presenze, tenendo come riferimento i dati pre pandemia, raggiungendo un delta compresa tra Matera (+33%) e Mantova (+20%). Il secondo obiettivo è invece riuscire ad aumentare la permanenza media dei visitatori. Il dato attuale dice che a Bergamo è di 1,9 giorni e a Brescia di 2,1. La speranza è riuscire ad arrivare a 2,1 per Bergamo (+10,09%) e a 2,2 per Brescia (+5,3%). 

Lo sguardo punta poi un po' più lontano. L'obiettivo più ambizioso è infatti riuscire a convertire una buona percentuale (10%) dei visitatori che giungeranno a Bergamo e Brescia nel 2023 in visitatori di ritorno, facendoli viaggiare di nuovo verso le due città negli anni successivi. In poche parole, fidelizzandoli. 

 

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