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I Lunelli e la sfida del tempo Giulio Ferrari Collezione 2001

Presentate al ristorante Berton le più longeve bollicine di Cantine Ferrrari. Un grande vino che parte dalle sperimentazione del 1972 di Mauro Lunelli. Un Metodo Classico all'insegna dell'eleganza.

di Alberto Lupini
direttore
 
14 ottobre 2020 | 16:35

I Lunelli e la sfida del tempo Giulio Ferrari Collezione 2001

Presentate al ristorante Berton le più longeve bollicine di Cantine Ferrrari. Un grande vino che parte dalle sperimentazione del 1972 di Mauro Lunelli. Un Metodo Classico all'insegna dell'eleganza.

di Alberto Lupini
direttore
14 ottobre 2020 | 16:35
 

È la vittoria dell’alta spumantistica italiana che a Trento ha una delle sue storiche capitali. Ed è anche la vittoria dell’enologo trentino, Mauro Lunelli, che per primo in Italia nel 1972 lanciò la sua sfida per dimostrare che le bollicine di montagna Trentodoc potevano esprimere una straordinaria longevità, acquisendo nel tempo complessità senza nulla perdere in freschezza e finezza. I primi tentativi riguardavano Giulio Ferrari Riserva del Fondatore (con un affinamento allora di 8 anni), diventato nel tempo il simbolo di un grande Metodo classico italiano.

Giulio Ferrrari Collezione 2001 I Lunelli e la sfida del tempo

Ma per Cantine Ferrari e la famiglia Lunelli la sfida del tempo è andata sempre più avanti spingendo sempre più in alto l’asticella dell’affinamento, arrivando al record di superare i 18 anni. Un periodo che dà alla più longeva e prestigiosa etichetta di casa, il Giulio Ferrari Collezione che dopo i millesimi ’95 e ’97 e è giunto alla terza edizione col 2001 presentato al ristorante Berton  a Milano in abbinamento ad una cena perfettamente riuscita nel valorizzare un grande vecchio che sa esprimere intatta la freschezza e l’eleganza tipica dei vini più nobili.

I Lunelli e la sfida del tempo Giulio Ferrari Collezione 2001 Camilla, Alessandro e Matteo Lunelli con il cuoco Andrea Berton

Un’etichetta che con le sue sole 2001 bottiglie numerate porta per i nome Ferrrari, come ha ricordato il presidente Matteo Lunelli, “mito oltre il mito” perché «il Giulio Ferrari Collezione esprime la continua ricerca dell’eccellenza insita in ogni scelta in Casa Ferrari. È uno Chardonnay in purezza, che nasce da un vigneto unico quale quello di Maso Pianizza, posto in alta quota e interamente circondato da boschi», da cui è partita l’avventura di Giulio Ferrrari e delle sue bollicine».


UN'ANNATA IMPORTANTE PER AVERE FRESCHEZZA ED ELEGANZA

Il 2001 è stato un anno caratterizzato da un andamento regolare con una buona insolazione ed elevate escursioni termiche durante l’estate. La maturazione graduale delle uve ha permesso di individuare il momento ottimale per la raccolta di ogni partita, enfatizzando al massimo la vocazione del vigneto di Maso Pianizza alla creazione di grandi riserve. Ciò ha garantito un vino molto complesso, ma incredibilmente elegante, con sentori di pesca bianca e ananas  che poi cedono leggermente in bocca al gusto del caramello, per uno spessore ed una classe sicuramente degna di questa selezione.

Giulio Ferrrari Collezione 2001 I Lunelli e la sfida del tempo

Il Giulio Ferrari Collezione è stato prodotto come detto in soli 2001 esemplari numerati dedicati alle migliori enoteche e alla migliore ristorazione, e il suo acquisto dà l’accesso all’esclusivo Club dei Collezionisti Giulio Ferrari. Per la prima volta con l’annata 2001, il Giulio Ferrari Collezione sarà disponibile anche in formato magnum.

Giulio Ferrrari Collezione 2001 I Lunelli e la sfida del tempo
                                                Sogliola arrosto, crescione e daikonn di Andrea Berton

Ad accompagnare il battesimo di questa superbollicina, la cena, come detto, firmata da Andrea Berton. I piatti forti abbinati al Giulio Ferrrari Collezione 2001  sono stati in particolare degli eccellente ed equilibratissimi “Tortellini di gallina e brodo di funghi” (quest’ultimo da sorseggiare fino all’ultima goccia), un’intrigantissima “Sogliola arrosto, crescione e daikon” , all’insegna di un elegante stile nippo-meneghino” e una “Torta margherita” con il fiore ricostruito sopra la fetta di torta. Grande cucina per un grande vino.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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