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Negrar, cantine e aziende insieme per sostenere la Villa Romana

L'idea è della Cantina Valpolicella di Negrar, che ha riconosciuto l'importanza del sito archeologico scoperto un secolo fa alle porte di Verona. Riscoperti tra i filari mosaici risalenti al II e III secolo.

 
30 maggio 2020 | 16:05

Negrar, cantine e aziende insieme per sostenere la Villa Romana

L'idea è della Cantina Valpolicella di Negrar, che ha riconosciuto l'importanza del sito archeologico scoperto un secolo fa alle porte di Verona. Riscoperti tra i filari mosaici risalenti al II e III secolo.

30 maggio 2020 | 16:05
 

Una cordata di cantine e imprese del territorio per sostenere il sito archeologico di Negrar, alle porte di Verona. È questa l'idea lanciata dalla Cantina Valpolicella di Negrar, nei giorni in cui sta facendo il giro del mondo la notizia della riscoperta, proprio in mezzo ai filari di vigneti, di una serie di mosaici risalenti al II e III secolo d.C. appartenenti alla Villa Romana scoperta un secolo fa.

Uno scorcio dei reperti trovati in provincia di Verona - Negrar, sotto i vigneti affiorano mosaici romani del II e III secolo

Uno scorcio dei reperti trovati in provincia di Verona

«Per noi rappresenta una grande gioia il riconoscimento unanime dato alla riscoperta di questo sito archeologico, di cui Cantina Valpolicella Negrar aveva già intuito nel 2011 il grande valore, immortalandone nome e reperti in un progetto vinicolo dal valore culturale che ha dato come risultato 5 vini Amarone, uno per ogni vallata della Valpolicella classica», spiega Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar. «Tra questi – continua – l'Amarone Villa Espressioni, la cui etichetta riproduce un mosaico della villa romana custodito nel museo civico di Verona e che viene prodotto anche con uve provenienti dalla vigna della famiglia Giacopuzzi-Bronzo, socia della cantina, interessata dai recenti scavi archeologici».

Renzo Bighignoli - Negrar, sotto i vigneti affiorano mosaici romani del II e III secolo
Renzo Bighignoli

L'eco suscitata dal ritrovamento è, in qualche modo, un'ulteriore conferma della bontà del progetto culturale condotto per oltre un decennio dall'azienda vinicola di Negrar nei vigneti della Valpolicella classica per scoprirne le diversità e le originalità territoriali, suggellandone l'importanza con nomi ed etichette riconducibili alla storia del territorio d'origine. «Il nostro obiettivo rimane sempre quello: produrre l'Amarone identificativo di un territorio che, nel suo Dna, porta con sé secoli di storia», commenta Daniele Accordini, dg ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar.

I social network si sono rivelati provvidenziali per dare maggiore visibilità alla bellezza e al valore culturale di una residenza rurale romana, ritrovata per caso nel 1887 a Villa, frazione di Negrar, durante dei lavori agricoli e che fino ad oggi era sconosciuta ai più, come testimonia il post della pagina ufficiale del Comune di Negrar di Valpolicella, scritto per colmarne le lacune conoscitive e divulgare con successo al mondo che, «dopo innumerevoli decenni di tentativi falliti, finalmente è stata riportata alla luce parte della pavimentazione e delle fondamenta della Villa romana ubicata a nord del capoluogo, scoperta dagli studiosi oltre un secolo fa» e che ora il sindaco di Negrar, Roberto Grison, spera di poter celebrare realizzando in un paio d'anni un sito in grado di accogliere i visitatori.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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