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Nosiola, vitigno a bacca bianca L’unico autoctono del Trentino

Il Nosiola è un vitigno di montagna, una varietà molto resistente, che gode di una bella esposizione. Dalle sue uve si ottiene anche il più famoso vino dolce della regione, il Trentino Vino Santo

 
26 marzo 2016 | 15:51

Nosiola, vitigno a bacca bianca L’unico autoctono del Trentino

Il Nosiola è un vitigno di montagna, una varietà molto resistente, che gode di una bella esposizione. Dalle sue uve si ottiene anche il più famoso vino dolce della regione, il Trentino Vino Santo

26 marzo 2016 | 15:51
 

Unico vitigno a bacca bianca autoctono del Trentino, Nosiola è coltivato particolarmente nella zona di Toblino e nella Valle dei Laghi, un territorio disseminato di otto laghi alpini, incastonati fra Trento, la Valle del Sarca, le Dolomiti di Brenta su terrazzi chiamati “frate‘”. Sembra che il suo nome sia da ricondurre alle note di nocciole presenti nel vino (dal termine dialettale “nosela”) oppure alla croccantezza e al colore dorato delle sue bacche.



Partecipa all’uvaggio di numerosi vini bianchi e dalle sue uve si ottiene anche il più famoso vino dolce della regione, il Trentino Vino Santo. I viticoltori della Valle dei Laghi indicano vitigno, uva e vino, col medesimo articolo: solo al femminile, quindi “la Nosiola”. Nelle altre zone invece dove ancora si coltiva, attorno a Rovereto, e nelle colline di Lavis, Nosiola ha l’articolo al maschile: “il Nosiola”.

Un vitigno di montagna, una varietà molto resistente, che in questo territorio può godere di una bella esposizione, un microclima di tipo submediterraneo dovuto all’Ora, un vento che spira dal lago di Garda per un vino da bere giovane dall’aromaticità delicata ed inconfondibile, con bassa gradazione alcolica, fresco, acido, fruttato e dissetante, ideale come aperitivo o in abbinamento alle più delicate ricette della tradizione trentina.

Intorno agli anni Cinquanta era un vitigno molto coltivato, poi dopo un periodo di quasi totale abbandono in cui si è preferito piantare soprattutto vitigni adatti alla spumantizzazione, all’inizio degli anni Settanta, alcuni viticoltori hanno deciso di valorizzarne la produzione. L’orgoglio della valle dei Laghi è il Vin Santo, la cui storia ha inizio nel corso del Rinascimento, il periodo più felice intorno all’Ottocento quando il Trentino era ancora annesso all'Austria, e il vino dolce presente sulle tavole delle corti di Austria, Germania e Russia.

Le uve Nosiola destinate alla produzione del Vino Santo sono allevate nella tradizionale forma di allevamento a “pergola trentina” ad unica ala oppure a spalliera. Dopo la raccolta i grappoli sono sottoposti ad appassimento sui graticci, localmente chiamati arele, in ambienti aperti e collocati nei piani alti delle case per assicurare una migliore ventilazione e un graduale appassimento fino al momento della pigiatura tradizionalmente durante la settimana Santa.

In seguito il mosto è travasato in piccole botti di rovere dove inizia naturalmente la fermentazione che, data l'elevatissima concentrazione di zuccheri, procede molto lentamente continuando per un periodo di 6 - 8 anni. Di colore giallo ambrato il Trentino Doc Vino sviluppa un profumo intenso e ampio, di passito, di frutta, dattero e fico secco, e un gusto piacevolmente dolce accompagnato da un’equilibrata gamma di sensazioni, che si concludono con una nota vellutata.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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