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Vino novello, armonico e di pronta beva Si ottiene dalla macerazione carbonica

Il vino novello più famoso è il francese Beaujolais Nouveau, ma anche in Italia se ne producono diversi. Si produce utilizzando la macerazione carbonica, con cui il mosto fermenta in contenitori chiusi ermeticamente

di Enrico Rota
Quattroerre Group di Torre dè Roveri
 
08 luglio 2017 | 18:09

Vino novello, armonico e di pronta beva Si ottiene dalla macerazione carbonica

Il vino novello più famoso è il francese Beaujolais Nouveau, ma anche in Italia se ne producono diversi. Si produce utilizzando la macerazione carbonica, con cui il mosto fermenta in contenitori chiusi ermeticamente

di Enrico Rota
Quattroerre Group di Torre dè Roveri
08 luglio 2017 | 18:09
 

La macerazione carbonica è una tecnica che viene applicata per ottenere i vini novelli, poco acidi, molto armonici, limpidi, fruttati, delicati, con un buon colore e un profumo vinoso, subito maturi e inadatti all’invecchiamento, e consiste nel macerare l’uva intera. Il vino novello più famoso è il francese Beaujolais Nouveau, ma anche in Italia se ne producono diversi. Per tutelarne la produzione, soprattutto di qualità, si sono istituiti, nelle zone con maggior attitudine a questa produzione, degli istituti di tutela del vino novello.

Vino novello, armonico e di pronta beva Si ottiene dalla macerazione carbonica

Le uve idonee per la macerazione carbonica devono essere raccolte e trasportate con cura, messe in vasche entro le quali viene immessa anidride carbonica e lasciate mediamente per due settimane (5-20 giorni); è anche necessario procedere ad una solfitazione per evitare ossidazioni. Durante questo periodo l’alcol estrae dall’interno tutte le sostanze aromatiche della polpa e dell’epidermide. Lo schiacciamento progressivo dell’uva sotto il proprio peso, facilitato dall’indebolimento della buccia, libera gradualmente del liquido nel serbatoio.

Al termine di questa fermentazione si completa la pigiatura dell’uva e si lascia che l’eventuale residuo zuccherino venga trasformato in alcol nel modo convenzionale. La temperatura viene mantenuta intorno ai 30°C, in modo da favorire l’“autofermentazione” all’interno delle cellule degli acini, con produzione di numerosi composti come glicerina e sostanze aromatiche le quali, come le sostanze coloranti, migrano anche dalla buccia verso la polpa.

La fermentazione seguente sarà molto breve (2-3 giorni). Infatti è una fermentazione alcolica intracellulare a carico degli zuccheri, dovuta all’assenza di ossigeno, che costringe le cellule dell’uva a passare al metabolismo anaerobico. Durante la macerazione si ha quindi la trasformazione degli zuccheri in alcol etilico e un consumo elevato di acido malico, poiché la cellula continua la sua respirazione consumando l’acido malico presente; in più si ha un alto grado di glicerina, a differenza da una normale fermentazione alcolica.

Diversamente dai cugini francesi, nel nostro Paese si utilizzano un po’ tutti i vitigni (sono circa 60 quelli previsti dai vari disciplinari) con prevalenza di Merlot, Cabernet Sauvignon e Sangiovese, ma a fare la parte del leone è soprattutto il Nord, con 6 bottiglie su 10. La regione con il maggior numero di bottiglie di vino novello prodotte è il Veneto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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