Due cantine distinte e distanti, due modi diversi di valorizzare la viticoltura bresciana: una in Valverde nel cuore delle cave di marmo di Botticino, l'altra sui pendii della collina morenica della Lugana, a Pozzolengo.
Una è la
Noventa di Botticino, l’altra è Borgo La Caccia, a Pozzolengo. Entrambe si presentano al
Vinitaly - nel padiglione della Lombardia - con l'obbiettivo di farsi conoscere, ma anche e soprattutto di far apprezzare rossi e bianchi che, nella loro nicchia, hanno pochi rivali. Si perché in quel di Botticino la famiglia Noventa - pressoché quasi unica produttrice - da 40 anni si dedica a mettere in bottiglia dei rossi di qualità superiore definiti da Veronelli il Barolo di Lombardia.

A Verona Pierangelo porterà assieme alle figlie Alessandra e Rossella e al genero Cristian anche L'Aura, una schiava gentile dei Ronchi di Brescia Est. Uva generosa dalla quale nasce un rosato che rappresenta una sorta di sfida e il recupero di una tradizione per chi solitamente con il Gobbio, il Pià della Tesa e il colle degli Ulivi, raggiunge qualità eccelse riconosciute a livello nazionale e internazionale. A ridosso delle cave che creano un microclima che impedisce ristagni di umidita, consentendo di vendemmiare solo quando l'uva è davvero matura, i Noventa producono 30mila bottiglie. Poche per diventare ricchi, a sufficienza per dimostrare come con passione e edizione assoluta alla terra si può fare del grande vino con gradazioni invidiabili - fra i 14 e i 15 gradi - senza nulla invidiare ai rossi piemontesi e toscani. Tanto di cappello.
Da Botticino, a Pozzolengo, sulle sponde del Garda. Qui al
Borgo la Caccia più che di sfida si parla di rilancio della cantina grazie all'enologo
Stefano Chioccioli. Lugana alla grande in tutte le sue declinazioni. 150mila bottiglie, produzione in crescita del 40% che va in gran parte sul mercato tedesco, 700mila euro di fatturato, 90 ettari di terreni di cui 37 ettari a vigneto. Fondata nel 2004, riposizionata nel 2014 grazie ad Andrea Bonomelli e Carlotta Favretto, l'azienda è stata presentata nei giorni scorsi alla stampa. La cornice paesaggistica e territoriale è unica in una zona vocata alla produzione vitivinicola d'eccellenza sulle sponde del lago al confine fra due regioni e tre provincie.

Cantina d'avanguardia per i bianchi, ma soprattutto il Borgo lavora a stretto contatto con la comunità dei Lautari che si dedica al recupero dei tossicodipendenti e delle persone svantaggiate. Ne ruotano fra 30 e 70. «Loro sono più innamorate di noi - ha detto Stefano Chioccioli - il lavoro quotidiano a contatto con la terra e le vigne li rende utili e li trasforma. In questo caso, per davvero, il vino recupera e nobilita l'uomo».
Per informazioni:
www.noventabotticino.itwww.borgolacaccia.it