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Red Mùl e White Mùl di Alturis Si recupera una vecchia usanza friulana

 
17 aprile 2018 | 18:14

Red Mùl e White Mùl di Alturis Si recupera una vecchia usanza friulana

17 aprile 2018 | 18:14
 

Il territorio, negli ultimi trent’anni, è diventato una variabile di scelta sempre più importante, in campo alimentare: almeno fra noi italiani, che al cibo dedichiamo un’attenzione quasi esagerata.

Un’azienda vitivinicola come Alturis, fondata nel 2009 a Cividale del Friuli (Ud) dai friulanissimi Marco e Massimo Zorzettig, deve aver fatto tesoro di questo dato di marketing - consciamente o inconsciamente. La conferma è arrivata con la presentazione in anteprima dei loro due nuovi vini, Red Mùl e White Mùl, presso il ristorante Daniel Canzian di Milano: il territorio l’ha fatta da padrone.

(Red Mùl e White Mùl di Alturis Si recupera una vecchia usanza friulana)

«Non è un mistero che in Friuli fino a cinquant’anni fa operai, artigiani e contadini iniziavano la giornata con un bicchiere di vino - ha dichiarato Marco ai giornalisti presenti - oggi diremmo che non è una buona abitudine, ma allora era utile alle persone che si guadagnavano da vivere col sudore della fronte: energia e anche brio a basso costo. Quel bicchiere “da colazione” a volte conteneva una miscela di rosso e bianco, per sposare il corposo e il tannico al morbido/floreale, e non partire sin dal mattino con un sapore troppo deciso. Ecco cos’era esattamente il “mùl”, una commistione, un ibrido, proprio come il frutto dell’unione fra un asino e una cavalla. In definitiva, un’autentica tradizione dei miei nonni e della mia regione che rischiava di rimanere seppellita per sempre: in un’epoca in cui in campo enologico tutti s’inventano di tutto, io e mio fratello Massimo siamo andati a recuperare il passato, credo proprio ne valga la pena».

(Red Mùl e White Mùl di Alturis Si recupera una vecchia usanza friulana)

Il Red Mùl di Altùris è l’unione fra Merlot e Sauvignon. Le uve sono raccolte e vinificate separatamente; dopo l’assemblaggio il vino viene imbottigliato e presentato sul mercato in primavera a circa un anno e mezzo dalla vendemmia. Daniel Canzian ce lo ha abbinato al “Toc in Braide”, tradizionale piatto di polenta e formaggio friulano, robusto ma non pesante nella versione da light lunch. Il Mùl regge il confronto con il gusto avvolgente e sapido del piatto, e dal punto di vista aromatico la ciliegia e la vaniglia emergono al naso senza incertezze: nell’insieme, ha un tenore delicato ma non evanescente, che lo fa appropriato anche all’aperitivo, mentre non si troverebbe a suo agio con sapori troppo marcati.

(Red Mùl e White Mùl di Alturis Si recupera una vecchia usanza friulana)
Guancetta di vitello al vino bianco

Il White Mùl parte dal principio opposto: una felice contaminazione di Chardonnay con un tocco di Cabernet Sauvignon. Ne vien fuori un bianco di un ramato brillante, con una struttura non trascurabile: i sentori di banana e frutta matura dello Chardonnay sono quasi intatti, presenti ma non eccessivi, utili anche a sottolineare la complessità gustativa dell’assemblaggio. Si presta ad accompagnare anche piatti saporiti, primi al sugo e pietanze di classe come la Guancetta di vitello al vino bianco di Daniel Canzian, un taglio tenero e quasi sensuale molto difficile da trovare in macelleria - per fortuna sta tornando di moda.

Marco e Massimo Zorzettig (Red Mùl e White Mùl di Alturis Si recupera una vecchia usanza friulana)
Marco e Massimo Zorzettig

«Per inventarsi qualcosa di originale - continua Marco Zorzettig - a volte serve un pizzico di follia, come avrete notato anche dal ribaltamento dei ruoli: abbiamo aperto questo pranzo con il rosso e siamo andati avanti col bianco, abbiamo creato un Red Mùl più morbido, che può starci anche col pesce e strizza l’occhio al pubblico femminile, e abbiamo calcato la mano con la struttura del White Mùl, che si presta all’invecchiamento meglio del suo fratello color rubino. È tutto un gioco di contrasti: penso, infatti, che per creare un prodotto di successo serva anche uno spirito giocoso, perché no. D’altro canto la serietà di quest’operazione sta soprattutto nella riscoperta di una tradizione che, senza una simile pensata, in breve si sarebbe persa del tutto».

Possiamo allora parlare di creatività e allegra follia dei friulani, che qualcuno si immagina, al contrario, chiusi e musoni per natura. Ma i luoghi comuni esistono per essere ribaltati, evidentemente, e comunque non possono fermare un marchio come Altùris, che aspira a diventare l’emblema di un territorio fiero delle proprie tradizioni. Che verranno riproposte ancora in mille modi diversi, per non tagliare i legami col passato. Per Marco e Massimo Zorzettig, dev’essere questa la maniera più autentica di vivere il presente.

Per informazioni: www.alturis.it

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