Chi tra gli amici di Bacco, trentini, ma non solo (e mi rivolgo in particolare ai più anziani) non ha mai sentito parlare del mitico "Zeremia"? E chi tra i wine lover più giovani non ha ancora avuto il piacere di assaggiare il Groppello di Revò con l'etichetta (bellissima) disegnata da Pietro Verdini? Ritengo pochi. Nelle mie scorribande enogastronomiche in compagnia del collega giornalista ed editore Augusto Giovannini, direttore della rivista Pantagruel, poi diventata rubrica settimanale sul quotidiano L'Adige, il mitico Zeremia (nome di battesimo Augusto Zadra) ho avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo, 40 e più anni fa. Un patriarca d'altri tempi con il culto dell'onestà nel sangue, la gioia per il lavoro nei campi, l'amore per la famiglia nel cuore e, non ultimo, una bontà d'animo senza eguali. È a lui che va riconosciuto il merito di aver salvato dall'estinzione un antico vitigno autoctono della Val di Non, il Groppello, patrimonio della Cantina El Zeremia, situata nel comune di Novella, localitá Revò, in Val nella provincia di Trento, dimostrando agli scettici le straordinarie potenzialità di questo vino ancestrale dal colore rubino intenso, vorrei dire tenebroso, apparentemente rustico, ma dal fascino primordiale. Un vino apprezzato anche dall'imperatore Franz Joseph.

Lorenzo Zadra Cantina El Zeremia (credit Marco Simonini)
Augusto Zadra El Zeremia: un pioniere
Visionario, pioniere, lungimirante, Augusto Zadra, oltre al Groppello ha strappato all'oblìo, cosa non facile nel regno di Melinda, altre antiche varietà considerate la "memoria enoica" del Trentino coltivate e censite dall'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, come si legge testualmente in una relazione del 1875 sull'Ampelografia e la Viticoltura ai tempi degli Asburgo. Tra queste il Maor, versione a bacca bianca del Groppello. «Papà nelle sue ultime volontà mi disse di valorizzare anche quest'altra varietà presente già nel Cinquecento in Val di Non e all'imbocco della Val di Sole (ne parla Michelangelo Mariani, cronista del Concilio Tridentino della Controriforma, ndr) - racconta Lorenzo Zadra, il figlio del Zeremia, morto nel 2013 - L'aveva scoperta tra i filari del nostro vigneto storico di Revò".
Nel Duemila la prima vendemmia di un vitigno eroico
Vigne antiche su piede franco (prefillossera) che risalgono alla fine dell'Ottocento, abbarbicate su un pendio con pendenze vertiginose, a picco sul lago di Santa Giustina. Tutt'attorno il bosco. Un vigneto davvero "eroico" posto a 700 metri di altezza sul livello del mare. Quando ne parla Lorenzo e la mamma si commuovono. Morto il padre, nel 2014 Lorenzo Zadra, stimolato anche da Gianpaolo Girardi, l'Indiana Jones del Trentino che ha salvato da morte certa molti antichi vitigni abbandonati o addirittura estirpati per far posto a Chardonnay, Merlot e Pinot Grigio, decide di coinvolgere nella ricerca di questo fantomatico Maor, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige. Sorprendente il risultato: la genetista Stella Grando, dopo una serie di analisi sulla parte radicale e vegetale dell'antico ceppo, ne traccia il Dna sentenziando che si tratta proprio del Groppello noneso a bacca bianca coltivato su piede franco: il Maor. Parola dal cuore antico che in dialetto noneso-ladino significa "primo fieno". Nel 2018 Lorenzo mette a dimora le prime 500 barbatelle, poi altre mille. Nel 2020 la prima vendemmia con successiva vinificazione sperimentale. Alcuni mesi in tank d'acciaio e poi affinamento in bottiglia. Lo assaggiamo assieme. «Dai primi assaggi mi ritengo soddisfatto - sentenzia Lorenzo - Il vino è piacevole, fresco, sapido, dotato di spiccata acidità, per cui si presta anche ad essere spumantizzato. In primavera usciremo sul mercato con le prime bottiglie». La presentazione ufficiale è già stata fissata: sabato 26 e domenica 27 marzo 2022 al Forum Vinifera di Trento Fiere.
Lorenzo Zadra Cantina El Zeremia (credit Marco Simonini)
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Bottiglia Groppello vino Augusto Zadra titolare cantina (credit Renato Vettorato)
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Lorenzo Zadra Cantina El Zeremia (credit Renato Vettorato)
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Lorenzo Zadra Cantina El Zeremia Grappolo Maor (credit Marco Simonini)
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Lo Johanniter, altro vitigno a bacca bianca
Maor fa parte assieme al Groppello del prezioso patrimonio genetico di vitigni che appartengono a una storica famiglia di vignaioli: la famiglia Zadra di Revò, proprietaria delle vigne patriarcali messe a dimora alla fine dell'Ottocento prima dell'arrivo del flagello della fillossera. Negli ultimi anni Lorenzo Zadra, continuando la strada pionieristica tracciata dal padre, ha abbracciato anche la filosofia Piwi (acronimo dal tedesco Pilzwiderstandfähig che significa "vitigni resistenti alle malattie fungine": oltre allo Johanniter citiamo, tra i più famosi, il Solaris, il Bronner, il Muscaris, il Souvignier Gris, il Regent, il Sevar) puntando su un vitigno a bacca bianca, lo Johanniter, che non necessita di trattamenti fitosanitari. Un vitigno particolarmente vocato, sia per il terreno (calcareo e sabbioso), sia per le condizioni pedoclimatiche. «Un vitigno a impatto zero, come natura crea - sottolinea Lorenzo Zadra - In sintonia con la filosofia aziendale, volta a preservare un territorio salubre e un ambiente ecosostenibile».
La nuova cantina: piccola, moderna, funzionale
Dieci anni fa la famiglia Zadra ha inaugurato in un contesto antico, ma funzionale, la nuova cantina dotata di tecnologie moderne che consentono di vinificare le uve in tank di acciaio e successivamente di affinare i vini nella barricaia. A fianco è stata allestita anche una sala degustazione, dove si possono assaggiare i vini della casa (poche migliaia di bottiglie, rare e preziose), partendo dalle bollicine di montagna e dallo Johanniter per chiudere il cerchio con il Groppello d'annata, maturato in acciaio e il Groppello riserva, maturato in barrique. Vini da abbinare ad alcuni piatti tipici del territorio. Completano la gamma la grappa di Groppello El Zeremia, prodotta dalla distilleria Dallavalle Rossi d'Anaunia e una birra artigianale Red Iga, prodotta dal birrificio Km8 a Cunevo (sempre in Val di Non) con il 25% di mosto di Groppello di Revò. Una birra spumeggiante dal colore rosso cerasuolo e dal bouquet intenso di more e fragoline di bosco.
I Piwi, vitigni resistenti alle malattie fungine
Due sono le tipologie Piwi proposte da Lorenzo Zadra: lo Johanniter fermo, che matura in acciaio per cinque mesi (fresco, sapido, beverino) e lo spumante metodo classico, dal perlage fine e persistente, bouquet delicato che ricorda il limone, il cedro, il bergamotto, piacevolissimo in bocca. Ideale come aperitivo, si presta per accompagnare a tavola primi piatti, carni bianche e pesce d'acqua dolce. Un vino schietto, leale e sincero come chi lo produce. La guida "Il vino per tutti" ha premiato sia il Groppello di Revò sia i due vini Piwi con la Clessidra d'Oro. In alto i calici. Prosit.