Fare vino bianco in Toscana? Una scelta controcorrente per valorizzare un territorio (in passato luogo di briganti) incastonato in un bosco al confine con il Lazio, in un isolamento privilegiato. Il mare non si vede, ma si intuisce nel vento che soffia da ovest e asciuga le vigne sanificandole e consentendo pochi trattamenti fitosanitari. Riccardo Lepri titolare della cantina, a Milano, ha presentato alla stampa l'azienda Tenuta Montauto di Manciano, in Maremma, localista Campigliola, provincia di Grosseto.

I vini Montauto presentati a Milano
La scelta matta di puntare su Sauvignon Blanc e il Pinot nero
Valorizzare quindi - con una scelta, che Riccardo Gabriele ha defintio «da matti» - il Sauvignon Blanc e il Pinot nero, anziché seguire la strada (fin troppo scontata) di piantare il classico Sangiovese o il taglio Bordolese che si trovano lungo quasi tutta la costa tirrenica. La famiglia Lepri, 60 anni fa, prima con il nonno e ora con Riccardo ha iniziato l'attività con la collaborazione dell'enologo Fabrizio Moltard.
A Milano in degustazione otto vini
Al Liberty ha portato in degustazione otto vini: «Di grande bevibilità ed eleganza. Montauto - ha rimarcato Riccardo - non ricerca struttura e potenza, ma complessità e una identità decisa ed indelebile dei vitigni che vinifica. Vini puliti e freschi, frutto di una ecologia di pensiero che abbraccia tutta la filiera, dalla terra alla bottiglia».

Riccardo Lepri
Sono 90-100mila le bottiglie prodotte con un mercato per il 40% estero: Usa, Australia, Norvegia, Danimarca, Olanda e Germania. I vigneti hanno un'età variabile fra i 15 e 40 anni e si estendono per 14 ettari, sui 200 complessivi della tenuta che comprende pure 8 ettari di oliveti e 40 di seminativo. «Il vino è un alimento e come tale va curato, niente legno ma acciaio perché noi abbiamo il sole».
Quello che abbiamo notato in particolare nel Gessaia del 2021 e nel Enos1 (13° notevoli) del 2019, con piacevoli note fruttate. «Il vino - ha concluso Riccardo Lepri- ha una duplice natura: materiale, in quanto frutto di un lavoro e immateriale, in quanto espressione di una progettualità e di una filosofia di produzione. Ecco perché può considerarsi il prodotto artigianale per eccellenza, ed ecco perché a Monatuato amiamo definirci da sempre ''semplici artigiani'' del buon vio».