Si dice che l’autunno sia la stagione più dolce dell’anno. Il clima tende ad essere non più caldo come in estate e non ancora rigido come in inverno, i colori della natura che virano verso tinte calde e avvolgenti, i frutti di stagione hanno, come caratteristica principale, una dolcezza originale. E poi c’è la vendemmia che, anche se negli ultimi anni è anticipata per via del cambiamento climatico, tende comunque a occupare una parte di settembre, mese d’ingresso nella stagione autunnale.

Colline piemontesi con i vigneti di Moscato Bianco durante l’autunno
Detto questo il Moscato Bianco, il vitigno le cui uve servono a vinificare alcuni tra i vini più celebrati del Piemonte, come l’Asti Spumante, il Moscato d’Asti, il Canelli Docg e anche lo Strevi Doc, prezioso passito della zona dell’acquese, è uno dei principali frutti dell’autunno enologico piemontese.
Asti Spumante e Moscato d’Asti: storia e radici contadine
Il primo spumante d’Italia a base di uve Moscato Bianco nasce nel 1865 a Canelli, nell’Astigiano. Lo inventa Carlo Gancia, giovane imprenditore che andò in Francia per conoscere i segreti della spumantizzazione in bottiglia nella Champagne e, una volta tornato in Italia, trovò nell’uva Moscato Bianco la materia prima ideale per quello che chiamò in prima battuta Champagne di Canelli. Qualche anno più tardi sarà Federico Martinotti a inventare il metodo di fermentazione in autoclave per produrre spumanti in pochi mesi anziché anni.

Un grappolo d'uva Moscato Bianco pronto per la vendemmia
Il Moscato d’Asti ha una storia più legata alle tradizioni contadine. Al di là delle regole di vinificazioni che saranno codificate dagli enologi, nasce come vino di cascina e di famiglia, il vino bianco da uve Moscato che veniva offerto agli ospiti con cui si brindava a ricorrenze familiari e nelle feste. Poi c’è stato il boom della produzione commerciale, sia detto senza significati negativi, che lo ha accreditato come vino frizzante dolce testimonial della zona di produzione che condivide con l’Asti Spumante e che è compresa nei territori di 51 Comuni tra le province di Asti, Cuneo e Alessandria.
Abbinamenti autunnali con Asti Spumante e Moscato d’Asti
Ma che c’entrano Asti Spumante e Moscato d’Asti con l’autunno? C’entrano perché, a parte la vendemmia dell’uva Moscato Bianco, entrambi questi vini vanno in cantina in questo periodo per essere pronti nel calice già a Natale per le feste di fine anno e per tutto il resto dell’anno, beninteso.

Un calice di Moscato d'Asti con un crostino di pane, burro e acciughe
Ma c’è un altro legame autunnale, quello con il cibo. Asti Spumante e Moscato d’Asti si sposano perfettamente con torte di nocciole e di castagne, dolci tipici che hanno come ingredienti principali frutti autunnali. L’Asti Spumante, inoltre, nelle sue versioni con residuo zuccherino più contenuto, può diventare una bollicina a tutto pasto per risotti ai funghi porcini o insalate di ovuli e persino carne cruda con lamelle di tartufo bianco. E, manco a dirlo, funghi e Tuber Magnatum Pico, che sono le leccornie del bosco al centro dell’autunno goloso in Piemonte.
Infine la mixology. Asti Spumante e Moscato d’Asti sono ideali per la realizzazione di cocktail e long drink che vanno bene anche in periodo autunnale.
Canelli Docg: la forza e la longevità del Moscato Bianco
Definire il Canelli Docg una giovane denominazione è cronologicamente corretto, visto che il vino che nasce da uve del vitigno Moscato Bianco coltivato in 17 comuni nel circondario della città di Canelli, ha ottenuto la Docg nel 2023. Tuttavia questa selezione straordinaria, che prende le sue origini dal Moscato d’Asti, ha radici più antiche quando nelle cascine alcune bottiglie di vino Moscato dolce e frizzante venivano “dimenticate” in cantina e, a distanza di anni, stappate rivelavano un carattere, un colore, un profumo e soprattutto un sapore incredibili e in grado di gareggiare ad armi pari con grandi vini aromatici italiani ed europei.

Asti Spumante abbinato a un tagliere di salumi, fichi e miele
La caratteristica più eclatante del Canelli Docg è, dunque, la longevità. A dispetto di una certa letteratura che, fino a pochi anni fa, imponeva ai vini a base Moscato Bianco una beva breve, entro un anno dalla messa in bottiglia, due al massimo, il Canelli Docg ha dimostrato l’estrema resilienza di un’uva come il Moscato Bianco che, nelle giuste direzioni enologiche e di cantina, sorprende anche a distanza di decenni, creando un vino bianco abbinabile con grandi piatti autunnali come i tajarin ai funghi, le uova al tegamino con il tartufo bianco, la Finanziera piemontese o, per andare fuori Italia, il foie gras francese, senza dimenticare i salumi della tradizione monferrina, astigiana e langarola.
Infine una provocazione: provate un Canelli Docg con le ostriche o con un piatto di pasta con le sarde della tradizione salentina o siciliana, scoprirete abbinamenti spettacolari.
Strevi Doc: il passito piemontese che sfida il tempo
Di questo vino passito da uve Moscato Bianco, che secondo alcune fonti sembra fosse conosciuto fin dal XI Secolo e che si coltiva e produce nella zona di Strevi, comune alessandrino a pochi chilometri da Acqui Terme, esistono ancora bottiglie, bevibili, che risalgono al 1800. Dimostrano la straordinaria qualità dell’uva e del vino con una longevità che batte ogni record e mette lo Strevi Doc (l’altro vino passito piemontese da uve Moscato Bianco è il Loazzolo Doc) alla stregua dei grandi vini passiti del mondo.

Un calice di Strevi Doc Passito con frutta secca, tipico abbinamento autunnale
I legami con la stagione autunnale anche in questo caso non mancano. Lo Strevi Doc, su cui insiste anche un Presidio Slow Food, oltre che come vino da meditazione è perfetto con biscotti alla nocciola, dolci alla “meliga” (mais), torta di castagne piemontese e anche con sapori salati come il foie gras, formaggi erborinati o Roccaverano Dop (cacio tipico della Langa Astigiana) e salumi di cascina.
Piazza Roma, 10 14100 Asti