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venerdì 05 dicembre 2025  | aggiornato alle 07:12 | 116137 articoli pubblicati

EFI Fine Wines

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

EFI Fine Wines è un progetto che riunisce cantine selezionate per storia, posizionamento e sostenibilità. Un club riservato a chi rappresenta al meglio il vino e vuole presentarlo al mondo con una visione condivisa

 
21 ottobre 2025 | 11:08

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

EFI Fine Wines è un progetto che riunisce cantine selezionate per storia, posizionamento e sostenibilità. Un club riservato a chi rappresenta al meglio il vino e vuole presentarlo al mondo con una visione condivisa

21 ottobre 2025 | 11:08
 

Parliamo e scriviamo senza tregua della poesia dei filari, del respiro delle botti, della magia della fermentazione, a volte meritandoci gli sberleffi di chi nel vino vede più che altro un prodotto. Ma bisogna anche venderlo, il vino, comunicare, brigare, infervorarsi, viaggiare, studiare il mercato, sennò la poesia si spoetizza: è quello che cercano di fare Edoardo Freddi e la sua EFI (Edoardo Freddi international) da 13 anni, fino ad arrivare, nel 2024, a gestire un fatturato di 112 milioni di euro.

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

Edoardo Freddi

EFI, il partner globale del vino italiano

Dalla sede di Castiglione delle Stiviere (Mn), Edoardo Freddi International affianca le imprese nel commercio estero supportandole nella gestione delle normative, nell’organizzazione della distribuzione e nella selezione dei partner internazionali. A Milano, presso l’affermato ristorante dello chef Daniel Canzian, la EFI si è riproposta come un vero e proprio alleato strategico per le cantine che progettino di portare i loro vini oltreconfine. Più che un semplice fornitore di servizi, l’azienda affianca i produttori in un percorso completo, aprendo le porte di ben 110 Paesi grazie a una solida rete di contatti e a un’esperienza consolidata.

Un lavoro complesso: tessere relazioni commerciali durature e definire la migliore strategia per ogni mercato, ma anche districarsi nel complesso labirinto delle normative doganali e fiscali, garantendo che ogni bottiglia arrivi a destinazione senza intoppi. Non si tratta solo di vendere, ma di costruire un valore: per questo si aiuta ogni cantina a raccontare la propria storia e a posizionare il proprio marchio in modo distintivo e riconoscibile, a livello globale. Per farlo, è d’obbligo l’approccio sartoriale: ogni progetto è un abito cucito su misura, modellato sulle caratteristiche uniche del vino, sulle ambizioni dell’azienda e sulle sfide specifiche di ogni mercato, trasformando così la gestione dell’export in un’autentica leva per il successo.

“EFI Fine Wines”: il club dell’eccellenza italiana

«Dopo 13 anni di lavoro commerciale - dichiara ai presenti Edoardo Freddi, amministratore delegato e fondatore dell’azienda - durante l’estate abbiamo realizzato una segmentazione del nostro portafoglio clienti: una clusterizzazione, come si dice in gergo tecnico. Ne vien fuori il progettoEFI Fine Wines”, che nasce con l’ambizione di ridefinire il modo in cui il vino italiano si presenta nel mondo. Non è solo un programma commerciale: è una piattaforma selettiva che mette in contatto le migliori cantine italiane con buyer, operatori e appassionati. Desideriamo costruire un’esperienza coerente, moderna e di alto livello, in grado di valorizzare l’eccellenza enologica italiana con un linguaggio contemporaneo e accessibile. Rispondiamo così alla domanda crescente di qualità, identità e visione strategica nel mercato del vino».

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

EFI Fine Wines nasce con l’ambizione di ridefinire il modo in cui il vino italiano si presenta nel mondo

Si entra a far parte del club esclusivo sulla base di quattro criteri selettivi:

  1. heritage, che identifica etichette capaci di raccontare una storia nel tempo e custodire un’identità autentica;
  2. posizionamento ultrapremium, relativo a produttori di vini unici, destinati ai migliori ristoranti, wine bar e collezionisti;
  3. riconoscimenti delle guide internazionali, a garanzia di una solida reputazione tra critici, testate e operatori del settore;
  4. sostenibilità Esg (Environmental social governance), in modo da premiare pratiche responsabili e trasparenti, attente all’ambiente e alle persone.

Le quattro cantine del progetto “Fine Wines”

Ma vediamo cosa hanno in cantina da valorizzare le quattro aziende attualmente affiliate, diciamo così, al circoloFine Winesdei primi della classe (in senso buono).

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

EFI Fine Wines: le quattro etichette in degustazione a Milano

«Il Giovin Re - spiega Francesco Guazzugli, della cantina Michele Satta (Bolgheri, Li) - è sostanzialmente un Viognier in purezza, ed anzi il suo nome è l’anagramma di questo vitigno, suggerito a Michele Satta dall’indimenticabile Luigi Veronelli. Ricordo con piacere che il fondatore è stato il primo in assoluto a valorizzare questo vitigno non autoctono nella zona di Bolgheri, con i risultati che potete assaggiare: di un giallo paglierino intenso, il profumo è elegante per i sentori di frutta matura, albicocca e agrumi, arricchito da note speziate d’incenso e sapori tipicamente orientali. In bocca è fresco ed armonioso, piacevolmente persistente».

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

Francesco Guazzugli della cantina Michele Satta

Il secondo invitato al pranzo di gala è il rosso di Monteverro, un mix di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot, tra i più noti dell’omonima azienda situata a Capalbio (Gr). «Le idee dei fondatori Julia e Georg Weber - racconta Margherita Chietti, marketing manager di Monteverro - erano chiare sin dall’inizio: rilanciare il territorio e proporre la sua bellezza concentrata in un bicchiere. Il rosso di oggi riassume in sé la filosofia aziendale, nonostante la vendemmia 2021 abbia dovuto affrontare tremende gelate primaverili e difficoltà varie. Ma la caparbietà dei vignaioli ha avuto la meglio, regalandoci questi odori iniziali di rosa e violetta, seguiti da sensazioni setose al palato, e poi tocchi di ribes e ciliegia: un grande abbinamento per la sapidità delicata degli gnocchi di patate dello chef Daniel Canzian, ripieni di baccalà mantecato».

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

Margherita Chietti, marketing manager di Monteverro

A seguire, il rosso delle Dolomiti 2020 della Tenuta San Leonardo di Avio (Tn) presentatoci dal titolare dell’azienda, il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga. «L’uvaggio - specifica il Marchese - è costituito da Cabernet Sauvignon, Merlot e Carmenère: con qualche attenzione in più per quest’ultimo, totalmente dimenticato in tutto il Triveneto fino agli anni ‘90, e mi fa piacere se in qualche modo la Tenuta San Leonardo abbia contribuito al rilancio. D’acchito sembra un vino quasi esile, con i suoi 12,5 gradi, ma conserva comunque una tensione notevole, che è poi quello che a me interessa; poiché la freschezza, se unita all’eleganza e alla raffinatezza dei tannini, si traduce in longevità. Un tratto fondamentale, per un prodotto che voglia stare a suo agio nella fascia ultrapremium».

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

Il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga, titolare della Tenuta San Leonardo

Con la chiusura del pranzo si atterra in Campania, a San Cipriano (Sa): ed ecco che di fianco all’anatra alle spezie del creativo Daniel Canzian ci viene servito il Montevetrano 2022 Colli di Salerno, combinazione di Cabernet Sauvignon, Aglianico e Merlot, messi in sintonia dalla parlantina sciolta della fondatrice della cantina, Silvia Imparato. «Non ho grandi competenze tecniche perché nella vita mi sono occupata di fotografia - tiene a precisare Silvia Imparato - ma la passione mi ha portato a produrre vino, grazie anche a quel pizzico di incoscienza che sembra indispensabile al successo di un progetto».

Il club del vino che connette le eccellenze italiane ai mercati esteri

Silvia Imparato, fondatrice della cantina Montevetrano

Quindi conclude: «Mi è però molto chiaro che la passione non basta, e così fin da subito ho voluto al mio fianco esperti di fama internazionale, tra cui Riccardo Cotarella. È anche grazie alla sua consulenza se oggi possiamo degustare questo rosso di un rubino fitto e brillante; il bouquet è ampio, nettamente floreale, mentre sullo sfondo restano pepe nero e noce moscata; il sorso, poi, rimane potente ma armonioso, grazie ai tannini fini e ben integrati. L’eleganza complessiva è attestata con punteggi da 90 in su nelle Guide Ais, Bibenda, Doctorwine, Wine Spectator e James Suckling».

Via Donatori di Sangue 7 46043 Castiglione delle Stiviere (Mn)
Tel +39 0376 1888038
Lun-Ven 08:30-18:00; Sab 08:30-12:00

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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