213 milioni di euro di fatturato (212 nel 2024), un utile netto che supera 1,7 milioni (contro i 689mila euro dello scorso esercizio), oltre 62 milioni riconosciuti ai soci per il conferimento delle uve (+8,3% sull’anno precedente) e un patrimonio netto che si attesta a quota 100 milioni (in lieve flessione rispetto ai 102,9 milioni del 2024). Sono questi i numeri con cui il Gruppo Mezzacorona ha aperto la sua 121ª Assemblea generale, tenutasi sabato 13 dicembre 2025, restituendo l’immagine di una cooperativa del vino trentino che, dopo un anno complesso, ritrova slancio sul fronte della redditività e consolida la propria struttura economica.
Un bilancio che cambia passo rispetto al 2024
Il confronto con l’esercizio precedente aiuta a leggere meglio il segno lasciato dal 2025. Dopo un 2024 chiuso con un fatturato in calo del 2,5% e un utile contenuto, il Gruppo torna a crescere, seppur con un incremento contenuto del giro d’affari, che sale da 212.347.041 a 213.030.118 euro. Un dato che acquista peso perché frutto esclusivamente della gestione caratteristica, senza componenti straordinarie. Ancora più netto è il miglioramento sul fronte della redditività: l’utile netto di Gruppo raggiunge 1.741.670 euro, più che raddoppiato rispetto ai 689.055 euro del 2024. Un segnale chiaro di maggiore efficienza complessiva, maturata in un contesto che resta difficile per tutto il comparto vitivinicolo, tra tensioni geopolitiche, calo dei consumi e aumento dei costi.

Il Gruppo Mezzacorona è tornato a crescere nel 2025
Cresce in modo significativo anche il valore del conferimento, che passa da 57.874.621 a 62.680.441 euro, rafforzando il ritorno economico per i soci e confermando il ruolo centrale della base agricola nella strategia del Gruppo. Il patrimonio netto consolidato scende invece da 102.950.693 a 100.496.249 euro, una flessione contenuta che non intacca la solidità patrimoniale e finanziaria della cooperativa. Stabile, infine, l’occupazione: al 31 luglio 2025 i collaboratori del Gruppo sono 500, in linea con l’anno precedente.
Export e mercati: una presenza globale sempre più articolata
L’export continua a rappresentare uno dei pilastri fondamentali del modello Mezzacorona. Nel 2025 oltre l’80% delle vendite è stato realizzato fuori dall’Italia, con una presenza commerciale che oggi copre 75 Paesi nel mondo. Gli Stati Uniti restano il mercato più importante e strategico, presidiato da oltre trent’anni attraverso la controllata Prestige Wine Imports Corp., seguiti dalla Germania con Bavaria Wein Import GmbH.
Accanto a questi mercati storici, il Gruppo mantiene una posizione solida in Olanda, Scandinavia, Regno Unito, Canada, Belgio, Europa dell’Est, Austria e Svizzera, mentre prosegue il lavoro di sviluppo in Estremo Oriente - Giappone, Corea del Sud e Cina - e in aree più recenti come Sud America, Caraibi e Sud-est asiatico. In un contesto segnato dall’imposizione dei dazi negli Stati Uniti e dal calo del potere d’acquisto dei consumatori, le attività commerciali sono state sostenute da nuove iniziative, dal lancio di nuovi prodotti e da un restyling di etichette e materiali, pensato per rendere più immediato e riconoscibile l’incontro tra i vini del Gruppo e il pubblico internazionale.
Qualità certificata e sostenibilità come percorso continuo
Sul piano produttivo, il 2025 ha confermato un traguardo ormai strutturale per Mezzacorona: per il decimo anno consecutivo i soci hanno ottenuto la certificazione delle uve secondo il Sistema di qualità nazionale per la produzione integrata (Sqnpi). Un passaggio che ha consentito ancora una volta la certificazione dei vini e il loro posizionamento su tutti i mercati esteri. Il Gruppo continua a muoversi come un’azienda agricola diffusa, costruita attorno al lavoro dei viticoltori soci e a un’attività costante di ricerca e consulenza tecnica in campagna.

Per il decimo anno consecutivo i soci hanno ottenuto la certificazione delle uve
La sostenibilità resta una scelta convinta, che coinvolge l’intera filiera, dalla gestione delle risorse naturali al risparmio energetico, fino alla depurazione delle acque e al rapporto con il territorio. In questo quadro si inserisce anche l’adesione all’associazione europea “Wine in Moderation”, che promuove un consumo consapevole del vino. Un percorso coerente con la storia del Gruppo, che già negli anni Settanta aveva puntato con decisione sulle Doc e, dagli anni Novanta, aveva avviato in modo strutturato le pratiche della produzione integrata.
Premi, progetto Musivum e il peso della comunicazione digitale
Anche nel 2025 la qualità dei vini Mezzacorona ha trovato riscontri concreti nei principali concorsi e nelle guide di settore. I “3 Bicchieri” della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso sono andati al Rotari Flavio Trentodoc 2017, per il dodicesimo anno consecutivo, e per la prima volta al Cantodoro Feudo Arancio Sicilia Doc 2022. Rotari ha inoltre conquistato 17 medaglie tra oro e argento al The Champagne and Sparkling Wine World Championship, mentre il concorso Mundus Vini in Germania ha incoronato Mezzacorona come “Miglior produttore italiano 2025”, premiando lo Chardonnay Castel Firmian Riserva 2023 come miglior bianco trentino, il Lagrein Castel Firmian Riserva 2021 come miglior rosso trentino e il Nero d’Avola Feudo Arancio 2022 come miglior rosso di Sicilia. A chiudere l’anno, l’inserimento del Rotari Brut Nature 2020 nella lista dei 100 migliori vini del mondo 2025 stilata da Wine Enthusiast.
Prosegue intanto il progetto Musivum, percorso di valorizzazione territoriale che negli ultimi anni ha portato alla creazione di sei vini: Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva, Marzemino Trentino Doc Superiore della Cantina di Ala, Pinot Grigio, Müller Thurgau e Gewürztraminer Trentino Doc Superiore, fino allo Chardonnay Alto Adige Doc Tolloy, realizzato con le uve della cantina partner di Salorno. Infine, il capitolo comunicazione. Nel 2025 i marchi Mezzacorona, Rotari e Feudo Arancio hanno raggiunto complessivamente quasi un milione di like sui social, un risultato che vale al Gruppo la medaglia d’argento come seconda azienda vitivinicola italiana più digital nella rilevazione annuale di Omnicom PR Group. Un segnale di come una grande cooperativa sappia muoversi con naturalezza anche sui linguaggi contemporanei, mantenendo coerenza e identità in un settore che cambia rapidamente.